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Restaurazione o Restauro? Alessandrini replica a Balzani: "Progetti per la cultura in città"

Secondo Alessandrini "è importante coinvolgere ancora di più gli operatori culturali qualificati in un’ottica di progettazione partecipata"

Restaurazione o restauro? Tiziano Alessandrini, candidato sindaco alle primarie del Pd, replica al post pubblicato su Facebook dal sindaco Roberto Balzani, nel quale l'esponente democratico è stato dipinto come il portavoce di una "vecchia guardia" in vena di restaurazione. ""Restaurazione" dice lui, sindaco uscente per propria scelta - evidenzia Alessandrini -. "Restauro" diciamo noi, che non siamo così drastici e che vogliamo portare avanti tante buone proposte per Forlì. Noi stiamo elaborato molte idee, scaturite a seguito degli incontri con la gente della nostra città, e intendiamo continuare a raccoglierne altre per costruire un valido programma per Forlì".

"Perché ci sentiamo più a nostro agio nel ruolo di costruttori, di legami, di esperienze allargate a tutti, di collaborazioni positive con le città vicine e con le altre istituzioni - continua Alessandrini -. E questo intendiamo fare, costruire o ricostruire legami, per recuperare un clima di speranza partendo da azioni concrete, per una Forlì a testa alta e senza paura. Ho molto rispetto per alcune attività e progetti che questa amministrazione comunale ha realizzato e che intendo tutelare, sostenere e, per quanto mi sarà possibile, alimentare".

Alessandrini indica "alcune delle azioni e delle attività meritevoli che vanno sostenute e mantenute in un’ottica di continuità", come "l’apertura di Palazzo Romagnoli con la magnifica esposizione della collezione Verzocchi, esempio unico di collaborazione tra artisti e imprenditoria illuminata; la programmazione museale del San Domenico, il rilancio del Teatro Diego Fabbri, la Notte Verde, gli eventi dell’Innovazione Responsabile. E poi l’importante sostegno della città di Forlì alla candidatura di Ravenna a Capitale europea della cultura 2019".

Secondo Alessandrini "è importante coinvolgere ancora di più gli operatori culturali qualificati in un’ottica di progettazione partecipata: favorire la realizzazione di progetti culturali facilitando la burocratica dei permessi di autorizzazione; riattivare gli spazi abbandonati dandoli in gestione a chi ha voglia di scommetterci, con energie e idee per la loro riattivazione. Rendere Forlì viva, a partire dal centro storico, in un’ottica di sostenibilità per chi ci vive ma anche di programmazione culturale, artistica e creativa aperta a tutti i cittadini, coinvolgendo anche visitatori provenienti da fuori città. Tutto questo potrà generare un indotto che non va sottovalutato, di cui la città potrà beneficiare direttamente".

"E poi largo alle imprese e al loro appoggio diretto alla cultura, anche attraverso operazioni come quelle che ho visto attivare a Milano, che si è posta come punto d'incontro tra attività artistico-culturali e imprese interessate ad azioni di mecenatismo - conclude -. Non avrò paura di sostenere tutto quello che di buono la giunta attuale lascia in eredità alla nostra città. Anzi, intendo raccogliere e conoscere tutte le buone prassi che proprio in questo momento stanno nascendo e si stanno realizzando in alcune parti d’Italia e d'Europa, per porre Forlì al centro. In fondo Jovanotti lo scriveva e lo cantava proprio mentre era a Forlì: siamo l’ombelico del mondo".

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