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Rifiuti, il consiglio comunale approva a denti stretti l'aumento della Tari

L'amministrazione e' pronta alla battaglia. Intende infatti impugnare la delibera relativa di Atersir presentando ricorso al Tar

Il consiglio comunale di Forli' approva a denti stretti l'aumento della Tari, l'imposta sui rifiuti, del 3,8%. Sono 18 i voti favorevoli e tre i contrari, quelli di Forza Italia, mentre Movimento 5 Stelle e Lega Nord non partecipano al voto. L'amministrazione e' pronta alla battaglia. Intende infatti impugnare la delibera relativa di Atersir presentando ricorso al Tar. Ma la protesta sta montando in tutto il forlivese. E anche nel Partito democratico non mancano mal di pancia che annunciano strascichi futuri. In "forte difficolta'" Jacopo Zanotti: "La situazione e' stata gestita in maniera dilettantesca- tuona- e ci sono responsabilita' politiche e amministrative".

Tanto nel gruppo consiliare, dove "un'opinione discorde e' vista come un paletto tra le ruote", quanto nell'assessore all'Ambiente Nevio Zaccarelli: "Sono sconcertato. Vanno assunte responsabilita' politiche. Scaricare tutte le colpe su Atersir non e' sufficiente". Come ricorda aprendo il dibattito lo stesso Zaccarelli, "in questa provincia cinque sindaci hanno deciso di non andare in consiglio comunale, mentre negli altri la delibera e' stata approvata". In ogni caso sono i cittadini a pagare, sottolinea, o subito approvando la delibera o tra qualche mese con una variazione di bilancio da oltre 700.000 euro.

"Dobbiamo andare con bravi avvocati al Tar e vincere. E' l'unico modo per tutelare i forlivesi: ricorso e smontare quella delibera". Il Movimento 5 Stelle prova con una pregiudiziale per mancanza della documentazione necessaria e ritardi nella consegna a non fare procedere all'approvazione. Ma il tentativo fallisce. Il pentastellato Simone Benini non si fida del ricorso, che "verra' perso", e ribadisce la richiesta al Partito democratico di dare una "spallata al Pd regionale che non vi ascolta".

Dello stesso avviso il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio Ragni, che annuncia il "no deciso, di natura politica" del gruppo. Il collega Lauro Biondi incita i dem a far firmare anche all'opposizione il ricorso, mentre Vanda Burnacci stigmatizza "l'anomalia strutturale" di Hera. Incerto sul da farsi il leghista Daniele Mezzacapo: "Votare si' all'aumento e' da pazzi, ma c'e' anche un senso di responsabilita' nel voto di oggi". Non mancano i mal di pancia in maggioranza. Il dem Luigi Sansavini minaccia di non votare se non viene apportata una modifica lessicale: l'aumento non si stabilisce, se ne prende atto.

"Quanto sta accadendo - argomenta- non e' normale". Troppo in ritardo e' arrivata infatti la documentazione. Mentre il collega Michele Bertaccini conferma che "oggi non decidiamo nulla". Lodovico Zanetti, scherzando, forerebbe una gomma ai vertici di Hera: "Ultimamente e' cresciuta un po' troppo e si e' distaccata dalla idea politica alla base della nascita". Mentre Valentina Ancarani, anche segretario comunale, vota si' "per responsabilita'". Oggi, chiude il dibattito il sindaco, e' "emblematico della vicenda. I problemi dei rapporti con Hera questo Comune li ha da diversi anni. I prossimi 11 giorni saranno fondamentali per ridare il potere ai sindaci sulle tariffe". In consiglio comunale arrivera' infatti la delibera per la societa' in house. "L'assessore ha fatto tutto il possibile", termina ringraziando anche il capogruppo dem Maria Maltoni. (fonte Dire)

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