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Righini (Pd): "La scuola nell'anno più pesante dei tagli"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Lunedì è suonata la campanella per 13.500 studenti a Forlì: come potrà accoglierli la scuola nell'anno più pesante dei tagli generati dalla Legge 133/2008 e dalla crisi economica? Il recente rapporto OCSE uscito a settembre, su dati del 2009, mostra un'Italia che non crede al valore strategico dell'Istruzione investendo solo il 4,8% del PIL contro una media OCSE del 6,1%, quota già oggi ridotta da questo governo al 4,2% e prevista al 3,7% nel 2015. In questi anni la cosiddetta Riforma scolastica ha diminuito gli indirizzi, le ore di insegnamento, i posti in ruolo (76 posti in meno quest'anno solo nella nostra Provincia) e con la finanziaria anche le dirigenze (solo nella Provincia di Forlì-Cesena ben 20 scuole non hanno più il Dirigente scolastico e sono state assegnate in reggenza). Gli stipendi degli insegnanti sono circa il 40% in meno di quelli dei colleghi europei. I tagli al decentramento delle ultime finanziarie non consentiranno più a Regioni, Province e Comuni di finanziare le scuole e i processi di innovazione come in passato. Alcuni esempi attuali di buon impiego di tali risorse che potranno decadere: il Comune di Forlì è l'unico capoluogo di provincia in Italia che in questi ultimi anni ha creato un sistema integrato di Asili nido e Scuole dell'Infanzia capace di rispondere ben al 100% della domanda delle famiglie, con un'offerta di qualità basata su un coordinamento pedagogico, standard di alto livello parametrati sulle indicazioni dell'Ente pubblico, rette basate su criteri equi e progressivi. E poi ancora: la Provincia di Forlì-Cesena risulta in un'indagine di Tuttoscuola, pubblicata quest'anno, la prima per il buon livello dell'edilizia scolastica su una graduatoria di100 città italiane analizzate, checchè se ne dica nei quotidiani locali. Capisco che il ritorno a scuola sotto i colpi di questo centro-destra sia alquanto difficile, ma vorrei fare un appello a tutti i cittadini sensibili. La crescita tornerà solo investendo sul capitale umano: lo dice l'Europa nei suoi documenti sulla crisi economica. In Italia abbiamo bisogno di cittadini che sostengano l'alto valore dell'Istruzione, che si impegnino a contrastare questa deriva politica e culturale e che si attivino per far ricrescere un'etica civica comune, sollecita nella costruzione di una comunità educante inclusiva.

Ai docenti che da lunedì sono saliti in cattedra vorrei chiedere lo sforzo di non cedere al mugugno e allo sconforto, ma di trovare le parole giuste per trasmettere il valore dell'impegno nello studio, la bellezza della cultura come risorsa interiore, perchè proprio di quei giovani seduti dietro ai banchi abbiamo bisogno per costruire un domani migliore e un futuro di civiltà e sviluppo.
 

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