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Mostre al San Domenico, Tassinari: "Quella del 2020 dedicata ad Ulisse sia itinerante dal mare alla montagna"

Il candidato al Consiglio comunale di Forza Italia, Rosaria Tassinari, sottolinea come l'esposizione debba "avere ancor più importanza nel futuro della città di Forlì"

A poche ore dall'apertura della mostra ai Musei di San Domenico "Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini", organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi e dal Comune di Forlì, il candidato al Consiglio comunale di Forza Italia, Rosaria Tassinari, sottolinea come l'esposizione al complesso museale debba "avere ancor più importanza nel futuro della città di Forlì, del suo territorio dei 15 comuni dell’Unione e dell’intera Romagna".

 "Aver portato circa 100mila visitatori per ognuna delle precedenti 13 edizioni della mostra annuale ai Musei San Domenico è stata un’impresa lodevole e benefica per la cultura, il turismo e l’economia della nostra città, perché l’arte non è solo strumento celebrativo per creare consenso, ma soprattutto mezzo culturale per far conoscere ai Forlivesi e agli Italiani la propria storia e la propria cultura - esordisce Tassinari -. In futuro però si potrebbe fare di più anche per i Forlivesi e gli abitanti del territorio".

Per il sindaco di Rocca San Casciano ed esponente a sostegno della candidatura a sindaco di Forlì di Gian Luca Zattini nella coalizione di centrodestra "la mostra nazionale andrebbe collegata, per esempio, alla pinacoteca comunale e ai siti cittadini che custodiscono opere d’arte, fra cui le numerose chiese della città, ricche di opere spesso poco conosciute. La mostra nazionale, come già si è tentato di fare, andrebbe collegata con le opere d’arte e i siti del territorio che custodiscono veri e propri piccoli musei o “pinacoteche”. Penso, per esempio, alla chiesa di Pianetto di Galeata (campanile dell’Ammanati e quadri del Vasari), a quella del Corniolo (opera dei Della Robbia), alla Chiesa del Suffragio di Rocca San Casciano (che custodisce opere dei Della Robbia e del fiammingo Stradano), alla chiesa di Badia del Borgo di Marradi (opere del Ghirlandaio) e alla Basilica di S. Maria di Bagno di Romagna (terracotta della bottega di Donatello)".

"La mostra nazionale dovrebbe poi offrire ai 100mila visitatori la possibilità di conoscere e apprezzare le specialità della cucina e delle cantine di Forlì e del territorio, compreso l’entroterra, fra cui i vini delle colline romagnole di Bertinoro, della valle del Bidente, di Predappio e della valle del Rabbi, di Terra del Sole e Castrocaro e della valle del Montone, continua Tassinari. Inoltre, aggiunge, andrebbe "collegata con le altre città d’arte romagnole lungo la Via Emilia, da Rimini a Bologna, e con le città della Riviera, soprattutto Ravenna. Coinvolgere i milioni di turisti balneari della Riviera vorrebbe dire coinvolgere un immenso bacino turistico dell’Europa che conosce bene la Romagna del mare, ma poco quella delle città d’arte e dell’entroterra ricco di storia, cultura, arte, tradizioni (i monasteri di S. Ellero, di S. Donnino, di San Benedetto in Alpe e di Gamogna; i castelli dei conti Guidi, da Modigliana a Bagno, passando per Dovadola, Portico e Premilcuore, e dei Calboli) e un ambiente incontaminato, fra cui il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, che comprende tutto l’Appennino romagnolo da Tredozio a Camaldoli e La Verna".

"Allora lancio una proposta provocatoria - prosegue Tassinari -. La mostra del prossimo anno, quella del 2020, dedicata a Ulisse, uno dei grandi miti dell’umanità, dovrebbe avere Forlì come centro nei Musei San Domenico, ma nello stesso tempo diventare itinerante attraverso la Romagna, dal mare all’Appennino, per diventare l’emblema non solo del viaggio della vita, ma anche e soprattutto l’emblema del buon vivere in un’antica e moderna Romagna dell’ospitalità, della storia, della cultura, dell’arte, della buona cucina, del buon vino. Gli attuali turisti hanno una sete di conoscenza che dia senso a tutte le dimensioni dell’uomo, compresa quella della connessione in rete e soprattutto la dimensione dell’accoglienza umana, la caratteristica principale di noi forlivesi e romagnoli".

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