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Venerdì, 19 Aprile 2024
Sanità

Sanità, il Pd: "Centrodestra in cortocircuito vota contro l'Ausl Romagna e sconfessa il proprio sindaco"

Il gruppo consiliare del Partito Democratico ha assistito al dibattito svoltosi lunedì pomeriggio in Consiglio Provinciale con l’audizione del direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori

"Il centrodestra locale vota contro la permanenza nell'Ausl unica, una scelta pericolosa ed incomprensibile". Il gruppo consiliare del Partito Democratico ha assistito al dibattito svoltosi lunedì pomeriggio in Consiglio Provinciale con l’audizione del direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori, che ha illustrato i dati che sono alla base della riorganizzazione in atto e che hanno comportato la decisione di tagliare la "Mike 42" da Meldola.

"Se da un lato i dati hanno evidenziato la necessità della riorganizzazione in essere quale garanzia di un elevato livello di prestazioni, dall’altro non possono che allarmarci, in particolare per ciò che attiene la carenza di medici, criticità da noi peraltro già evidenziata nel corso del dibattito consiliare - espongono i dem -. Riteniamo, pertanto, che, oggi più che mai, vada ribadito il pieno sostegno al modello sanitario pubblico e al sistema sanitario romagnolo, come proposto dall’ordine del giorno a conferma dell’adesione all’Ausl romagnola presentato dal presidente della Provincia Enzo Lattuca e approvato nonostante il voto contrario dei consiglieri provinciali di centrodestra. Un voto contrario che non esitiamo a definire pericoloso, oltre che incomprensibile, poiché finalizzato a minare una eccellenza del nostro territorio, che oggi più che mai, necessita del sostegno di tutte le forze politiche".

"Tra tutti, quello che stona maggiormente è il voto contrario della forlivese Maria Teresa Rinieri, che si è posta in aperto contrasto con quanto dichiarato dal sindaco Gian Luca Zattini circa la volontà di restare nell’Ausl unica, a favore della cui disgregazione, del resto, solo pochi giorni fa si era detto favorevole un altro esponente della sua maggioranza - proseguono i dem -. Quello che esce dal Consiglio provinciale è dunque un centrodestra in cortocircuito, che sconfessa il proprio sindaco e tradisce un disegno chiaro: il ritorno a un municipalismo sanitario, che punta alla distruzione di un sistema virtuoso di sanità pubblica a favore del modello privato, come del resto già avviene nelle grandi regioni governate dalla destra".

"Per questo, abbiamo deciso di proporre il medesimo ordine del giorno anche in consiglio comunale a Forlì, per sgombrare il campo da ogni incertezza rispetto all’adesione del territorio forlivese alla Ausl unica romagnola, in quanto garanzia di qualità del servizio e corretto utilizzo delle risorse, a partire dalle comunità  più piccole e decentrate - continua il gruppo consiliare -. Come Partito Democratico, sia chiaro, non abbiamo dubbi: davanti al bisogno di salute non può esserci distinzione tra un ricco e un povero, tra chi abita in pianura o in un comune della vallata, qualsiasi cittadino ha per noi lo stesso diritto di essere curato nel migliore dei modi ed è compito delle istituzioni garantire parità di accesso e medesima qualità delle prestazioni. Per questo riteniamo che il Servizio Sanitario Nazionale debba avere più risorse, che si debba investire sul personale (anche favorendo l’accesso alle professioni mediche con la rimozione del numero chiuso alle facoltà di medicina), aumentare le scuole di specializzazione, promuovere  la  medicina di prossimità, incentivando, come già sta avvenendo a livello locale, la professionalizzazione di infermieri e personale sanitario".

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