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Sanità: nessun taglio ai servizi, nè aumenti di ticket

Nessun taglio ai servizi e nessun aumento di ticket e tasse regionali. Nonostante un definanziamento del Fondo sanitario nazionale di 260 milioni di euro

Nessun taglio ai servizi e nessun aumento di ticket e tasse regionali. Nonostante un definanziamento del Fondo sanitario nazionale di 260 milioni di euro, il Piano straordinario di sostenibilità della Regione Emilia-Romagna non graverà sulle spalle dei cittadini. Al contrario, si è deciso di difendere la sanità emiliano-romagnola destinando risorse proprie aggiuntive pari a 150 milioni di euro e confermando il finanziamento di 70 milioni per il Fondo per la non autosufficienza. A darne notizia, il consigliere regionale PD, Tiziano Alessandrini.

«Il Piano è nato da un importante confronto con le rappresentanze professionali, sindacali e sociali del mondo sanitario – spiega Alessandrini – e prevede quattro azioni principali: tariffe, turnover, convenzioni e contratti per beni e servizi».

Per quanto riguarda le tariffe ospedaliere, la Regione ha deciso di allineare quelle con cui remunera le prestazioni di ricovero fatte dalle strutture pubbliche e private accreditate alla tariffa unica nazionale. Sul versante del turnover del personale, si è invece deciso di coprirlo in modo articolato, salvaguardando al massimo il personale addetto all’assistenza. Allo stesso tempo, la Regione ha proposto di avviare un confronto con le rappresentanze sindacali dei Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Medici di continuità assistenziale e specialisti ambulatoriali sul contratto integrativo regionale che vale 90 milioni di euro, per rivedere l’attuale sistema di incentivi, eliminando da un lato le sovrapposizioni che nel tempo si sono create con il livello nazionale e dall’altro individuando obiettivi più innovativi e utili alla qualificazione del sistema. Infine, i contratti per beni e servizi. In questo caso si tratta di un adempimento imposto dalla legge nazionale. La spending review ha infatti imposto alle Aziende sanitarie il recupero del 5% sui contratti in essere per la fornitura di beni e servizi. Dall’1 gennaio in base alla legge di stabilità questa percentuale viene portata al 10%.

«La Regione ha scelto di farsi carico del sistema, mantenendo la quantità e la qualità dei servizi per i cittadini nonostante i tagli pesantissimi, salvaguardando così una visione di prospettiva e continuando nel processo di innovazione e qualificazione in corso – conclude Alessandrini –. Un processo che, in Romagna, non può non farsi carico dei costi dovuti alla presenza di quattro grandi ospedali in un unico bacino. Per questa ragione credo che la cosa più logica da fare sia una Asl unica, così da favorire un risparmio amministrativo importante ed evitare le sovrapposizioni di specializzazioni. Solo così potremo migliorare concretamente i servizi e dare risposte efficaci ai cittadini».

 

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