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Sanità, Ragni: "Aumentano i disagi per i cittadini rimasti senza medici di base andati in pensione"

A porre la questione è Fabrizio Ragni, capogruppo comunale e coordinatore provinciale di Forlì-Cesena di Forza Italia

''Siamo costretti a denunciare nuovamente la questione dei  medici di famiglia che vanno in pensione e non vengono sostituiti in tempi stretti. In pochi giorni due cittadini hanno riferito i disagi vissuti a causa della mancata sostituzione del proprio medico di famiglia andato in pensione. Per un periodo variabile i mutuati rimangono “scoperti” e si trovano costretti a ricorrere alla guardia medica o al  pronto soccorso nel caso sopravvengono problemi di salute o si abbia necessità di farsi prescrivere una ricetta''. A porre la questione è Fabrizio Ragni, capogruppo comunale e coordinatore provinciale di Forlì-Cesena di Forza Italia.

''I pazienti senza medico di base - aggiunge l’esponente azzurro - devono sopportare una trafila   che prevede una  lunga coda al Cup, allo sportello unico dell’ anagrafe sanitaria, ci si contende la scelta del medico, si esprime una terna e qualora tutti e tre i medici indicati abbiano  superato il numero massimo dei pazienti assistiti, occorrerà esprimere una nuova scelta e attendere fiduciosi che venga assegnato  il medico con meno mutuati. Il tutto senza che si abbia la minima possibilità si scegliere con cognizione di causa il professionista''.

''Alcuni mesi fa - ricorda Ragni - abbiamo lanciato il problema della difficoltà nel sostituire i medici che vanno in pensione. In Emilia-Romagna, tra 7 anni, nel 2025, mancheranno all’appello un migliaio di medici di medicina generale andati in pensione. Non verranno sostituiti in toto per l'assenza di un numero adeguato di giovani dottori che hanno completato il tirocinio formativo per diventare medico di base. Ed uguale emergenza riguarda le Guardie mediche. L’assessorato regionale alla Sanità ha risposto dicendo che "non sussiste nessuna emergenza", salvo poi attivarsi per aumentare il numero dei posti disponibili nel corso di formazione specifica triennale per aspiranti medici di base. Numeri comunque insufficienti''.

''E non c’è soltanto la questione delle carenze d’organico, ma anche quella delle rinunce ai trasferimenti. A ben guardare le graduatorie, con numeri che aumentano ogni anno, si trovano sempre più iscritti provenienti da fuori Emilia-Romagna che si inseriscono in più graduatorie regionali, anche solo per crearsi un'eventuale possibilità lavorativa più rapida  e che al momento opportuno, e sempre più spesso, declinano l’opzione per i più svariati motivi. Con il problema di fondo: la carenza dei medici di famiglia che rimane", sottolinea Ragni.

''E a dirlo non è soltanto Forza Italia, ma anche i sindacati di categoria degli stessi medici - ricorda Ragni -. Secondo la Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia di Bologna ed Emilia-Romagna) ad agosto si contano   almeno 49 posti disponibili per medici di medicina generale andati deserti in regione. La situazione più drammatica a Piacenza con la carenza di ben 32 medici e dai 30.000 ai 40.000 assistiti che si troveranno senza medico. Ma c’è carenza anche a Reggio (7), Modena (6), in Ausl Romagna (2) ed a Parma (2). Dobbiamo prendere atto che anche nei nostri territori molti assistiti rimarranno scoperti e non avranno la possibilità di avere un proprio medico di fiducia in tempi stretti''.

''Ed i problemi rimangono anche ricorrendo al Fascicolo Sanitario Elettronico perché l’operazione di cambio o scelta del medico senza rivolgersi fisicamente allo Sportello Cup è possibile soltanto nel caso il nuovo medico scelto sia convenzionato nell’ambito di residenza del richiedente e abbia posti disponibili - continua l'esponente azzurro -. Ad oggi i fascicoli elettronici attivati  dagli assistiti sono esigui, c’è scarsa informazione. E on line non si risolve il vero scoglio , un terno al lotto, della scelta dei medici disponibili ad assistere nuovi pazienti".

"Il sistema sanitario ricorre ad incarichi temporanei, a medici precari che non potranno garantire una conoscenza degli assistiti nel tempo, si ricorrerà a medici che, prima di riuscire a conoscere i propri assistiti, dovranno lasciare quell’incarico temporaneo. Tutti, medici e pazienti, subiscono gli effetti di una programmazione che non ha tenuto in debito conto la questione pensionistica e il ricambio professionale, complice anche una corsa al ribasso dei trasferimenti statali alle Regioni ed alle Ausl e i deprecati tagli alla sanità, la chiusura dei cosiddetti piccoli ospedali e la riduzione dei posti letto condotti sulla pelle della gente", insiste il coordinatore provinciale di Forlì-Cesena di Forza Italia.

Infine, Ragni, oltre al problema della carenza dei medici, porta all’attenzione dell’opinione pubblica la questione della formazione dei medici: “Un tema tutt’altro che secondario, visto che quest’estate un altro sindacato di categoria (l’Anaao dell’ Emilia Romagna) ha ribadito che mancano i medici specialisti e che soprattutto, ma non solo, in alcune discipline, in via transitoria, si sarà costretti per un certo periodo a ricorrere a soluzioni compromissorie. Si apra il dibattito su tutte queste tematiche, rinunciando al trionfalismo dei vari assessori regionali o dirigenti Ausl e senza minimizzare i problemi – evidenti a tutti – che i cittadini ci presentano ogni giorno".

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