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Sapro, i Verdi: "Avevamo già detto tutto da anni..."

Quanto emerge a proposito di Sapro e dell’acquisto di terreni a prezzi elevati per favorire questo o quello era stato denunciato dai Verdi da molto tempo, praticamente dalla costituzione della SPA.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Quanto emerge a proposito di Sapro e dell’acquisto di terreni a prezzi elevati per favorire questo o quello era stato denunciato dai Verdi da molto tempo, praticamente dalla costituzione della SPA.
 
Affidare attività che si configurano come “gestione del territorio”,che è un fatto che riguarda tutti i cittadini, ad una SPA che opera al di fuori del controllo democratico e che funziona come una immobiliare della peggiore specie, che compra terreni agricoli per poi vederseli trasformare in edificabili dalle Amministrazioni coinvolte se da una parte è sbagliato, dall’altra contiene in se tutti i germi del possibile malaffare..
 
Le categorie economiche , chiamate alla guida della SPA hanno dato una pessima prova di sé, ma non poteva che essere così : l’idea delle pubbliche amministrazioni di spogliarsi di doveri e responsabilità, confidando che il mondo dell’impresa a cui veniva delegata una parte assai rilevante della gestione del territorio per il settore produttivo, potesse adempiere ad un compito a cui non era né preparato né vocato è stato un atto di irresponsabilità e demagogia politica.
Le indagini stanno coinvolgendo alcuni dei protagonisti di questa vicenda : intendiamo astenerci dal commentare i recentissimi fatti che riguardano le singole persone, augurandoci che possano dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati.

Non possiamo esimerci però dal ricordare che l’idea sbagliata di costituire Sapro, cancellando politiche efficaci e trasparenti che nei 15 anni precedenti avevano guidato gli interventi a favore degli insediamenti produttivi delle pubbliche Amministrazioni, ha visto concordi TUTTE le forze politiche ed economiche e sociali di questo territorio , dalla Camera di Commercio a Confindustria , dal PD ai diversi partiti di opposizione, con l’unica contrarietà di sempre, i Verdi, che hanno sempre creduto in una diversa modalità di gestione del territorio, più responsabile e più trasparente, sotto gli occhi e il controllo democratico dei cittadini.
Sono i Comuni i depositari delle politiche territoriali, sono i Comuni ad essere riconosciuti come interlocutori dal mondo delle imprese, sono i Comuni ad essere intesi dagli agricoltori, proprietari dei terreni, come garanti dell’equo trattamento e del giusto prezzo delle aree acquisite, non Sapro.
 
Fare politica territoriale è cosa diversa dal fare attività immobiliare : questo è ciò che non hanno capito i sindaci , i rappresentanti politici , i rappresentanti del mondo imprenditoriale, decidendo di costituire una società che non avrebbero né saputo né potuto guidare.
 
A tutto ciò dobbiamo aggiungere un altro tassello : era impensabile che negli anni le amministrazioni locali potessero rinunciare del tutto ad esercitare il loro potere di gestire il territorio, gli insediamenti, le varianti ai PRG, le clientele .
Infatti le maggioranze dei diversi comuni, che preferivano le varianti ad hoc ai PRG per l'azienda di turno, hanno privilegiato soluzioni come quelle ad esempio della variante Querzoli – Ferretti a Forlì o Tecnogim a Cesena , favorendo così una concorrenza spietata a Sapro, fatta di acquisti di terreno agricolo e di successivi cambi di destinazione urbanistica , mentre i terreni della SpA restavano invenduti a ricoprirsi di erbacce ( e di debiti ).

E’ naturalmente successo anche altro, quando talune amministrazioni hanno scaricato ai silenti componenti  il consiglio di amministrazione della Sapro le  loro demagogiche proposte di industrializzare il nulla o di far comprare, magari a caro prezzo, i terreni di qualche sodale oppure, come pare stia emergendo, quando le aree venivano pagate a prezzo maggiorato.
Il fatto è che non è stato instillato, come si pretendeva, il germe della efficienza privata nella cosa pubblica bensì quello della speculazione immobiliare “assistita” , da sempre purtroppo uno dei principali motori dell’economia del luogo che non ha saputo altro che darci un territorio ricoperto di cemento con imprenditori del tipo di quelli di cui si occupano le cronache dell’ultimo periodo.      
 

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