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Scoppia la pace tra PRI e Balzani: "Condividiamo sue posizioni"

Il Pri sta col sindaco di Forlì Roberto Balzani. Dopo la lite in casa durate anni tra il Pri e Balzani, la cui origine è proprio repubblicana (ora è iscritto al PD), rompe gli indugi e si schiera a favore di Balzani Renato Lelli, segretario Regionale del P.R.I

Il Pri sta col sindaco di Forlì Roberto Balzani. Dopo la lite in casa durate anni tra il Pri e Balzani, la cui origine è proprio repubblicana (attualmente è iscritto al PD), rompe gli indugi e si schiera a favore di Balzani Renato Lelli, segretario Regionale del P.R.I., che dice: “Condivido la posizione del Sindaco di Forlì Balzani. Le nuove province non possono essere solo accorpamenti di territori oggi divisi. Il problema non è solo la riduzione di spesa. Questo è certamente l’obbiettivo primario, ma collegato a questo viene l’obbligo di creare un organismo che abbia come funzione principale la programmazione del territorio”.

Balzani ha spiegato di non voler firmare un documento comune dei sindaci del territorio in quanto   chiederebbe alle nuove province un'attribuzione di deleghe e funzioni simile a quelle attualmente detenute dalle Province. Dice Lelli: “Quando la legge parla di funzioni di area vasta pensa a qualcosa di completamente diverso da quelle che sono le province di oggi. Quindi funzionalità, economicità ed efficienza, ma in un’ottica di riordino dei servizi e della organizzazione, che preveda di non far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta. Evitiamo di correre dietro ai difensori del vecchio, che persa la battaglia contro gli accorpamenti, con affanno e disperazione chiedono alla Regione di mantenere, anzi di implementare con deleghe le funzioni delle province”.

“Una revisione del modello organizzativo in Emilia Romagna - se la politica vuole svolgere il suo ruolo nel senso di rispondere ai bisogni ed agli interessi reali dei cittadini – significa far sì che la Provincia del terzo millennio si occupi di come garantire lo sviluppo integrato del proprio territorio e di individuare quali sono le grandi opere strategiche necessarie, compatibili con le risorse oggi disponibili, e non di materie quali agricoltura, formazione professionale e centri per l’impiego, che possono essere benissimo svolte direttamente dai comuni”.

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