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"Così abbiamo eletto Sergio Mattarella presidente della Repubblica": il racconto

"Così abbiamo eletto Sergio Mattarella presidente della Repubblica" Il deputato Marco Di Maio racconta retroscena dell'elezione del nuovo capo dello Stato, vissuti in prima persone nei giorni tumultuosi che hanno preceduto la votazione decisiva

Sergio Mattarella giurerà martedì mattina davanti al parlamento riunito in seduta comune come nuovo presidente della Repubblica. Eletto presidente sabato mattina con un'ampia maggioranza, tra i protagonisti dell'elezione del nuovo capo dello Stato c'è stato anche il forlivese Marco Di Maio. Nel suo "Diario Quirinale" il giovane parlamentare ha raccontato, dal suo punto di vista emozioni, retroscena, curiosità e i fatti per come si sono svolti e visti dall'interno, avendo seguito da vicino tutta la vicenda nella sua veste di segretario della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.

Vi aspettavate un risultato così importante?
Ci aspettavamo l'elezione di Mattarella, questo sì; non con i numeri che ci sono stati, sinceramente. Questo è stato possibile perchè c'era un clima completamente diverso rispetto al pasticcio del 2013, c'è stata una gestione differente di tutto il percorso ed è stata fatta un'opera di condivisione e coinvolgimento di tutti i parlamentari, che in parte ho curato personalmente, in ragione del ruolo che ho nella presidenza del Pd.

Quando è nata la candidatura di Mattarella e quando avete capito che sarebbe passato?
Penso che Renzi avesse già in testa questo nome prima di cominciare le consultazioni con tutti i partiti (gli unici che non hanno accettato il confronto sono stati quelli del Movimento 5 stelle); personalmente ho ricevuto indicazioni su questo martedì sera, dopo che la delegazione del Pd aveva terminato i colloqui con tutti i gruppi politici e si è iniziato a sondare il consenso che c'era su ciascun candidato.

I nomi che circolavano con più insistenza però erano altri, a partire da Walter Veltroni, Anna Finocchiaro, Giuliano Amato. Cosa è successo in realtà?
E' vero, c'erano altri nomi che circolavano, ma quasi solo sui media; l'unica alternativa che davvero aveva delle possibilità concrete era quella di Giuliano Amato. Il suo nome è stato proposto da Berlusconi e anche da una parte consistente del Pd. Del resto il suo curriculum di altissimo livello lo rende un candidato naturale al Colle; credo però, che pur essendo una prerogativa del Parlamento eleggere il presidente della Repubblica, non si possa fare una scelta in totale opposizione con il sentimento comune.

Quando si sono sciolte le riserve?
Il nome di Mattarella è sempre stato quello su cui abbiamo insistito negli ultimi giorni; molti hanno pensato fosse un diversivo, un nome da candidare per poi arrivare ad un altro. Perchè in passato si è sempre fatto così. Questa coerenza, alla luce del sole, ha sorpreso tutti, Berlusconi compreso. C'è stato solo un momento, in cui una parte importante del Pd ha insistito molto su Amato; per un attimo è vacillata la proposta di Mattarella, ma un rapido sondaggio tra mercoledì sera e giovedì mattina tra un 'campione' significativo dei 446 'grandi elettori', ha mostrato che non c'era storia.

Molti, anche sulla stampa locale, hanno notato che lei ha seguito lo spoglio assieme al sottosegretario Luca Lotti e al ministro Maria Elena Boschi, con cui c'è stato anche un bacio. Il fatto è stato riportato anche dalla stampa locale. Ci vuole dire qualcosa di più?
Non c'è molto da dire. Sono segretario del Gruppo Pd alla Camera, avevo il compito di monitorare lo svolgimento del voto, contare le schede votate in maniera particolare (tipo S. Mattarella, Mattarella S., On. Mattarella, ecc.) e i voti totali del nostro candidato. Era normale che fossi lì, a riferire in tempo reale lo stato dell'arte. E poi alla fine, di fronte al successo, ci siamo scambiati le congratulazioni e i complimenti con tutti quelli che erano vicini, compresi Lotti e il ministro Boschi. Persone con cui si lavora ogni giorno e si condividono preoccupazioni, impegno, obiettivi, risultati e delusioni.

Che ne sarà del patto del Nazareno e dei vostri rapporti con Forza Italia? E il Governo come procederà sulle riforme?
L'accordo con Forza Italia è stato stipulato alla luce del sole e questa vicenda ha dimostrato che riguarda solo legge elettorale e riforme costituzionali. Del resto a quel tavolo erano stati invitati tutti i partiti presenti in parlamento, ma solo loro hanno deciso di rimanerci. Il Quirinale, però, è un'altra cosa ed è stato giusto non mescolarlo in nessun patto, per cercare la maggioranza più ampia possibile.

Ma avendo rotto con Forza Italia, cosa succederà al Governo?
Forza Italia non fa parte del Governo e non è parte della maggioranza che lo sostiene, quindi il Governo non avrà problemi. Forza Italia ha sue questioni interne su cui non spetta a noi entrare nel merito. Posso solo dire che un terzo del suo gruppo, e lo so con certezza e nel dettaglio, non ha rispettato l'indicazione di Berlusconi di votare scheda bianca.

Ha sentito Renzi? Cosa pensa di questa fase?
Sì, ci siamo visti e sentiti il giorno dell'elezione di Mattarella. Ovviamente era soddisfatto e determinato ad andare avanti con ancora più energia sulla strada delle riforme.

Cosa le resterà più impresso di questa esperienza?
Sono stati giorni al cardiopalma. Non ho praticamente mai dormito, ma le emozioni vissute, a cominciare dall'incontro con Napolitano nel giorno della prima votazione, giovedì, fino alla proclamazione di Mattarella nel silenzio surreale dell'aula di Montecitorio, resteranno indelebili. E poi il contatto con le persone, i messaggi, le speranze, le preoccupazioni. Ora però non c'è tempo da perdere e bisogna subito tornare al lavoro sui temi più importanti, che riguardano economia, lavoro, riforme istituzionali e anche molte questioni locali forlivesi e romagnole che vanno seguite con la massima attenzione.

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