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Il sindacato autonomo di polizia al sottosegretario Bocci: "Dalle parole ci attendiamo fatti"

2Dimostrino i rappresentanti locali del partito di Governo di voler veramente affrontare e risolvere il problema. E’ imminente un giro di assegnazioni e trasferimenti".

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"Apprendiamo, solamente attraverso i media, della visita in città del Sottosegretario Bocci. Francamente siamo dispiaciuti per il fatto di non essere stati tempestivamente informati e, magari, anche invitati per un incontro. Evidentemente si teme il confronto con chi, a differenza di altri, di cose ne avrebbe da dire. Allo stesso modo siamo davvero dispiaciuti nell’apprendere che ci siano sindacati di polizia che, a differenza del Sap, ritengono che non sia ancora il momento di intraprendere iniziative di protesta confidando nell’impegno serio della politica.

Ma poi, quale politica? Quella delle chiusure di circa 400 presidi della Polizia di Stato in tutta Italia, tra i quali, lo ricordiamo, la Sezione di Polizia Postale di Forlì? Quella del turnover al 55% per ilquale presto si arriverà ad un organico di soli 80.000 uomini in tutta Italia? Quella della mancata distribuzione delle divise per cui oggi i poliziotti si “arrabattano” nella confezione di una divisa dignitosa arrivando addirittura a comprarsi i singoli capi di abbigliamento? E poi ancora, quale politica? Quella di uno sblocco del tetto salariale costato in realtà infiniti tagli lineari per i quali oggi manca praticamente tutto? Quella di un contratto bloccato oramai da tempo immemore che penalizza il potere di acquisto degli stipendi dei poliziotti mortificandoli quotidianamente?

Abbiamo letto della stipula di un “Patto per la Sicurezza”. Ben vengano patti e protocolli. Ma c’è un dettaglio che non si può continuare ad ignorare. Se le norme oggi in vigore consentono la carcerazione dei delinquenti oramai solamente quale extrema ratio; se in tutti questi anni abbiamo assistito all’approvazione di una lunga serie di provvedimenti cosiddetti “svuotacerceri” che non hanno fatto altro che rimettere in libertà delinquenti di professione; se, in sostanza, la normativa penale oggi in vigore non costituisce un efficace deterrente e/o rimedio contro la commissione dei reati, non basteranno protocolli e patti per arginare l’avanzare arrogante della malavita. Non lo diciamo noi, lo dice il Censis. Forlì è la provincia con il maggiore incremento percentuale di furti in Italia.

Allora vengano pure i sottosegretari in passerella. Ma dalle parole ci attendiamo solo ed esclusivamente fatti. Dimostrino i rappresentanti locali del partito di Governo di voler veramente affrontare e risolvere il problema. E’ imminente un giro di assegnazioni e trasferimenti. Vediamo se finalmente, e non come gli ultimi anni, la politica si ricorderà della nostra Provincia inviando nuovo personale. Sarà nostra cura informare la cittadinanza se effettivamente alle parole saranno seguiti i fatti. Per il Sap, oramai da mesi, non è più tempo di chiacchiere e di attese. Crediamo sia necessaria la piazza, tanta piazza. A differenza di altri non siamo sottomessi e per questo non siamo rimasti inerti. A marzo siamo scesi in strada “rubando” il posto ai lavavetri per incontrare la gente a consegnare le cartoline da spedire al Presidente del Consiglio. In quelle cartoline già denunciavamo quello che qualcuno sembra scoprire oggi.

Se la politica vuole davvero fare la sua parte, ed in questo invitiamo i rappresentanti locali del partito di Governo, si attivi per bloccare quell’obbrobrio giuridico rappresentato dalla proposta, oggi in discussione, dell’introduzione del reato di tortura così com’è stato pensato dai suoi proponenti. Semmai dovesse essere introdotto il principio per cui tra gli eventi di tortura dovesse essere ricompresa “l’acuta sofferenza psichica” patita, tanto per fare un esempio, chiunque, uscendo da un ufficio di polizia, potrebbe denunciare di avere patito acute sofferenze psichiche impossibili da dimostrare ed altrettanto impossibili da smentire. In questo il partito dell’antipolizia e degli allergici alle divise troverebbe sponda per colpire i poliziotti con una valanga di denuncestrumentali.

Il pericolo concreto è che in tale sciagurata ipotesi, ovvero dell’approvazione del reatodi tortura così com’è stato proposto, si possa creare un clima di grande demotivazione tra gliappartenenti alle forze dell’ordine unico vero obbiettivo da colpire per una norma che rappresentaunicamente un manifesto ideologico. Al riguardo è oramai da tempo che invochiamo l’installazione di telecamere all’interno degli uffici, sulle auto di servizio e sulle divise. Le riteniamo, infatti, l’unico vero strumenti di verità e giustizia. E’ da tempo che chiediamo di mettere sotto i raggi X la nostra attività e lo abbiamo fatto, solo noi, distribuendo microcamere a tutti i nostri iscritti(campagna spypen). Ed è per questo, a differenza di altri, che noi intendiamo protestare con manifestazioni eclatanti. Così, anche il Sap forlivese parteciperà alla manifestazione di giovedì a Milano contro l’approvazione del reato di tortura. A parere nostro, non è più tempo di promesse ed impegni solenni. Servono azioni concrete, interventi reali e consapevolezza della grande situazione di disagio in cui versano le forze dell’ordine in Italia ed in particolare nella nostra provincia. Tutte argomentazioni, queste, che avremmo voluto rappresentare direttamente al Sottosegretarioil quale però, sicuramente per un mera svista di chi ha organizzato la giornata, purtroppo non hapotuto incontrarci".

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