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Strappo di Fratelli d'Italia in Consiglio, voto contrario sull'Imu con Pd e M5S. Centro-sinistra: "Poco coraggio"

All'interno della maggioranza di centro-destra si consuma ormai definitivamente lo strappo in Consiglio comunale tra il gruppo consigliare di Fratelli d'Italia, rappresentato dal capogruppo Davide Minutillo

All'interno della maggioranza di centro-destra si consuma ormai definitivamente lo strappo in Consiglio comunale tra il gruppo consigliare di Fratelli d'Italia, rappresentato dal capogruppo Davide Minutillo, e le altre componenti della maggioranza (Lega, Forza Italia, Forlì Cambia e quella parte di Fratelli d'Italia che si riconosce nel consigliere del Gruppo Misto Marco Catalano). Nel dibattito Minutillo votando contro ha spiegato di parlare “come rappresentante politico di Fratelli d'Italia”, quindi con una risposta indiretta al coordinatore provinciale Roberto Petri che ha definito Minutillo “una persona rispettabilissima ma che è un indipendente di destra”.

Terreno dello scontro è la delibera del regolamento che riorganizza due tasse sugli immobili, l'Imu e la Tasi, per effetto della nuova normativa fiscale nazionale che di fatto accorpa le due imposizioni con la 'Nuova Imu', con effetto già dal 1 gennaio 2020. Nel regolamento la maggioranza di centro-destra ha riconfermato di fatto tutte le aliquote Imu precedenti, “che sono tutte al massimo per volere delle precedenti amministrazioni”, va subito all'attacco l'assessore al Bilancio Vittorio Cicognani. L'assessore ha spiegato anche la riconferma delle agevolazioni fiscali sugli immobili con affitti concertarti fino al 2022, così come l'aliquota all'un per mille sui fabbricati strumentali delle aziende, aggiungendo infine la diminuzione dal 7,6 al 5 per mille per gli immobili in ristrutturazione in centro. Per gli immobili di lusso, considerato che prima erano soggetti a Imu (3 per mille) e Tasi (2,5 per mille), la nuova aliquota viene indicata è il 6 per mille con una detrazione di 200 euro. Si tratta, quindi, di un provvedimento all'insegna della continuità.

La delibera ha innescato un forte dibattito. Per il capogruppo del Pd Sufi Hafi Alemani “l'amministrazione comunale si deve assumere la responsabilità politica del voler tenere al massimo  le aliquote”, senza addossare le colpe alle precedenti amministrazioni. Dello stesso parere Jacopo Zanotti (Pd): “Venivamo criticati da chi ora siede in maggioranza principalmente per l'imposizione fiscale e ora vediamo una totale continuità che lascerà contrariati gli elettori di centro-destra in primis. La maggioranza ha fatto tante battaglie che ora vengono disattese”. Così Federico Morgagni, capogruppo di Forlì & Co: “Ci aspettavamo più coraggio su questo provvedimento, la continuità è sorprendente e lo sarà soprattutto per gli elettori che hanno votato questa maggioranza. Capiamo però che la situazione attuale impone anche remore di prudenza”.

A saldarsi con questa posizione quella di Davide Minutillo, capogruppo di Fratelli d'Italia: “Non è quello che avevamo promesso ai nostri elettori in campagna elettorale. Se fossimo stati coinvolti nella discussione di questa delibera l'avremmo detto, ma non c'è stato coinvolgimento. Il voto non può che essere contrario”. Parole, su una delibera di bilancio, che non possono che sigillare di fatto una rottura definitiva. 

A prendere la difese della delibera è stato Lauro Biondi, capogruppo di Forza Italia, che ha indicato il pericolo per la tenuta dei conti del Comune ad agire sulla tassazione in questa fase economica: “Il provvedimento nasce dalla constatazione della situazione della città oggi, dopo il Covid. Ci voleva più coraggio? Ma quale coraggio? Che non cambiamo una tassa dopo quattro mesi di blocco totale, col terrore che, come indicano le previsioni, il quadro economico possa andare anche peggio? Vogliamo cambiare questa città, ma deteci il tempo per farlo”. Frontale la difesa dell'assessore Cicognani: “Il centro-sinistra ha ridotto così questa città in 60 anni. La riduzione dell'imposizione fiscale resta una nostra priorità, tanto che abbiamo già introdotto l'eliminazione del canone del suolo pubblico. Ma per il momento sull'Imu non si poteva fare diversamente”. 

La delibera è stata votata a favore da Lega, Forza Italia e Forlì Cambia e Catalano (Gruppo Misto – Fdi), mentre ha visto l'astensione di 'Forlì e Co' e Italia Viva. Contrari Pd, M5S e Fratelli d'Italia).

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