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"Taglia le ali alle armi", il Pd contro l’acquisto di cacciabombardieri F35

Il gruppo consiliare del Partito Democratico in Provincia, con una proposta di ordine del giorno, chiede al Consiglio Provinciale di aderire alla campagna “Taglia le ali alle armi”, contro l’acquisto di cacciabombardieri F35

Il gruppo consiliare del Partito Democratico in Provincia, con una proposta di ordine del giorno, chiede al Consiglio Provinciale di aderire alla campagna “Taglia le ali alle armi”, contro l’acquisto di cacciabombardieri F35. Il documento elenca i consistenti tagli degli ultimi anni: tagliati i  “fondi a disposizione in settori di vitale importanza per i cittadini come la sanità e l’istruzione; i fondi nazionali a carattere sociale (fondo politiche sociali, fondo per la non autosufficienza, fondo per i giovani,…) che sono passati da 1,6  miliardi del 2007  a meno di 200  milioni di euro del 2012; il fondo per il servizio civile che è stato ridotto da 299 milioni del 2008  a 68 milioni del 2012, i tagli agli Enti Locali e alle Regioni nel periodo 2011-2013 che superano i 33 miliardi di euro”.

Inoltre, ricorda che “l’ONU e l’Unione Europea sono da tempo impegnati ad ampliare la dimensione umana del concetto di pace e sicurezza includendovi il benessere economico, stabilità politica, democrazia, sviluppo, pace sociale, diritti umani e bisogni primari quali educazione, salute, alimentazione, alloggio”: Con queste premesse l’ordine del giorno presentato dal Pd ricorda che “l’Italia aveva previsto nel 2002 di acquistare 131 cacciabombardieri F35 denominati Joint Strike Fighter (JSF) per un costo di circa 15 miliardi di euro a cui si deve sommare un costo d’uso e di manutenzione valutato in oltre 40 miliardi di euro. Anche secondo il Pentagono, l’aereo deve ancora risolvere numerosi problemi tecnici mentre continuano a lievitare i suoi costi e le ricadute occupazionali in Italia sono alquanto basse e incerte”.

Inoltre, “diverse nazioni partner del progetto JSF stanno rivedendo i loro programmi di acquisto anche rinviandoli nel tempo e che se l’Italia si ritirasse dal suddetto progetto non deve pagare nessuna penale”. Infine, si dà atto che “in data 15 febbraio 2012 il Ministro della Difesa Di Paola, di fronte alle Commissioni Difesa della Camera e del Senato, ha  affermato di voler contribuire alla ristrutturazione della Difesa e al risanamento finanziario del paese procedendo nell’ arco  di 10 anni ad una riduzione di circa  il 20% del personale militare e civile e comunque di procedere all’acquisto di 90 dei 131 cacciabombardieri F35”.

Con queste premesse l’ordine del giorno “chiede al Parlamento e al Governo di non procedere all’acquisto del cacciabombardiere F35, destinando i soldi risparmiati al rilancio e allo sviluppo del Paese e di procedere ad una rapida revisione e riduzione complessiva della spesa militare ridefinendo altresì, in modo aperto e democratico, una nuova politica di sicurezza e una rinnovata politica estera italiana ed europea coerenti con il dettato della nostra Costituzione e la Carta delle Nazioni Unite. Inoltre, si chiede “al Servizio Pubblico Radiotelevisivo (Rai) di promuovere finalmente una discussione aperta e trasparente sulle spese militari, il bilancio della Difesa e la riforma del nostro sistema di sicurezza” ed infine decide di collaborare con il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani per rafforzare l’impegno degli enti locali per il disarmo e la sicurezza umana”. Ha presentato il documento Luciano Minghini (Pd). Sono intervenuti i consiglieri Isabella Castagnoli (PdL), Giordano Anconelli (PdL), Pier Giorgio Poeta (Prc), Piero Gallina (Pd), Giovanna Perolari (Idv). L’ordine del giorno è stato approvato con i voti favorevoli di Pd (è uscito dall’aula Gallina), Idv, Prc e Gruppo Misto. Contrari PdL e Lega Nord, astenuto l’Udc.

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