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Tassani: "Attendo da troppo tempo una convocazione dal sindaco sul patrimonio archivistico"

"I dipendenti della Biblioteca Saffi sono fin dai primi giorni in via Asiago nel fango, a tentare di salvare almeno parte del patrimonio culturale là allocato, sottoposti, donne e uomini, a un lavoro sfiancante"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

I dipendenti della Biblioteca Saffi sono fin dai primi giorni in via Asiago nel fango, a tentare di salvare almeno parte del patrimonio culturale là allocato, sottoposti, donne e uomini, a un lavoro sfiancante.  L’assessore Melandri non ha dato mai solidarietà a quei dipendenti e pare non sapesse neppure l’esistenza di via Asiago.  E comunque non si è mai fatto vivo in loco. L’assessore gioca col sindaco senza ritegno e lo smentisce circa le dimissioni proposte e non presentate.

Il fatto che il sindaco non le abbia accettate è un segno di debolezza del sindaco stesso che, indipendentemente dalle sue convinzioni circa il reale valore del suo assessore, pare non voglia, o non possa, permettersi un rimpasto a un anno dalle elezioni. Ma questa è una logica da vecchio partitismo, da cui si sperava, col potere dato dal ’93 ai sindaci, i Comuni si fossero potuti emendare. In realtà Zattini si tiene la palla al piede fino all’anno prossimo: questo per lui non è un vantaggio ma un grosso rischio.

Il giudizio che accomuna parte della maggioranza (divisissima) all’opposizione è che la Lega l’anno prossimo dovrebbe perdere molti dei suoi voti e sarebbe così più facile sbarazzarsi di un assessore in quota Lega (anch’essa come noto spaccata a Forlì in due posizioni). Tanto ad aspettare è la città ed a soffrire è il patrimonio culturale, che non porta voti.

Personalmente attendo da troppo tempo una convocazione dal sindaco.  A seguito dell’intesa pubblica in tema di Archivi, siglato il 13 gennaio dal Comune di Forlì con Fondazione Carisp, Fondazione Ruffilli e Regione Emilia-Romagna, partecipe l’Archivio di Stato, organo del ministero della Cultura; a seguito di promemoria consegnato in data 7 marzo al sindaco tramite il suo capo di gabinetto.

La realtà è che l’assessore Melandri, al di là delle sue estemporanee uscite (candidature all’Unesco di “miglio bianco” e liscio, segnali Din Don Dan, trasferimenti di beni indipendentemente dai pareri delle soprintendenze…) è interessato infantilmente all’esposizione del proprio io e sta boicottando l’intesa del 13 gennaio in tema di valorizzazione del patrimonio archivistico e culturale forlivese.
Non ha tra l’altro capito che non ha poteri propri, ma solo deleghe che un sindaco autorevole potrebbe ritirargli: se il sindaco non lo fa ciò significa che ne avalla i comportamenti, e rende inutile l’intesa pluri-istituzionale di gennaio. La trasformazione dell’Asilo Santarelli in magazzino-deposito per libri dell’Università, ultima novità di queste ore, non depone a favore della capacità progettuale in città.

Giovanni Tassani

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