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Tav in Romagna, "no" di Bonaccini alla nuova stazione. Minutillo attacca: "Forlì esclusa perchè città non rossa"

Sono alcuni degli spunti che offre l'intervento del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini mercoledì mattina al convegno "Pnrr: infrastrutture e mobilità sostenibile", organizzato dalla Fit-Cisl a Riccione

I dubbi su una nuova stazione dell'Alta velocità in Romagna. La necessità di realizzare una "holding regionale con controllo pubblico" per il trasporto pubblico locale, "come per le fiere che vorremmo irrobustire e aggregare", perché serve "una dimensione muscolare per competere". Il "cambio di passo" di Anas. Sono alcuni degli spunti che offre l'intervento del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini mercoledì mattina al convegno "Pnrr: infrastrutture e mobilità sostenibile", organizzato dalla Fit-Cisl a Riccione.

Dunque realizzare una stazione dell'Alta velocità in Romagna, un'altra Mediopadana, come vorrebbe Confidustria, non pare essere nei progetti della Regione. "Se ne facciamo una in ogni città non è più Alta velocità e a Rimini c'è già", ha sottolineato il presidente. E se il Pnrr è "una grande occasione", occorre "evitare di usarla per fare progetti per vincere le elezioni di domani". Per la tratta Bologna-Rimini-Bari-Lecce c'è un investimento da 140 milioni di euro per velocizzarla, aggiunge sottolineando l'importanza di agire sui collegamenti con Ravenna e il suo porto. "Dovrebbe essere il governo - ha chosato a dare forti incentivi per chi rinuncia al mezzo privato per spostarsi. Tra "pochi mesi", inoltre, ci sarà il progetto per la metropolitana di superficie sulla costa, ha confermato Bonaccini, integrato tra treni regionali e Metromare, e finanziato con fondi regionali e risorse Pnrr.

Di certo a preoccupare per la realizzazione dei progetti sono "burocrazia e Codice degli appalti. Con l'autonomia non chiediamo più risorse, ma che le autorizzazioni passino da Regioni e Comuni". In Anas, ha concluso, "vedo un cambio di passo in questi mesi, ma nel passato non si è fatto bene. Questo Paese deve pretendere che chi ha responsabilità e non è in grado vada a casa. Non ci possiamo permettere ritardi, se lavoriamo insieme possiamo fare bene".  Non si è fatta attendere la replica del capogruppo in Consiglio comunale di "Centrodestra per Forlì", Davide Minutillo, che aveva avanzato la candidatura di Forlì come sede di un'eventuale stazione a servizio dei treni dell'Alta velocità in Romagna.

“Per primi, nell'interesse del nostro territorio, dei cittadini e dell'intero sistema produttivo locale, abbiamo lanciato la proposta di potenziare la Tav nell'area Romagnola anche con la costruzione di una stazione baricentrica fra Rimini e Bologna - ricorda Minutillo -. Un'idea sposata da Confindustria Romagna e pure oggetto di riflessione nella dirigenza di Trenitalia. Nell'ultima seduta del consiglio comunale l'assessore Giuseppe Petetta a nome della giunta Zattini ha risposto positivamente garantendo il sostegno ad ogni progetto di rafforzamento infrastrutturale. E puntuale è arrivata la frenata del governatore Bonaccini con motivazioni a nostro parere infondate".

Per Minutillo sono due gli "assunti completamente sbagliati visto che a Rimini non esiste un nodo ferroviario unicamente dedicato alla Tav come a Reggio Emilia e Bologna e che vi è necessità di  garantire le fermate nelle città principali della tratta Adriatica per smaltire la domanda di collegamenti di studenti, lavoratori pendolari, e turisti che ricorrono al treno come mezzo di trasporto. A meno che Bonaccini – che per farsi rieleggere  ha chiesto i voti anche a Forlì – non voglia sostenere che, tolto Rimini, la nostra città non meriti di essere punto di arrivo e di partenza per l'Alta velocità".

“E le contraddizioni di Bonaccini non finiscono qui - attacca -: da un lato difende a parole la mobilità alternativa all'automobile e poi dall'altro chiude la porta al potenziamento del trasporto ferroviario in un'area , quella Romagnola, da sempre carente  di linee e fermate Alta velocità, e con una popolazione che rappresenta più di un quarto dell’intera regione e fornisce l’afflusso di quasi il 60% degli arrivi turistici e del 70% delle presenze nell’intera Emilia-Romagna. La verità  del parere contrario di Bonaccini alla proposta forlivese è tutta politica: è pronto a sostenere i progetti infrastrutturali di Bologna, Reggio Emilia e Rimini, tre città governate dal centro sinistra, e al contrario parere negativo pregiudiziale se uguali proposte nascono in città di diverso colore politico. Oggi Forlì governata da centrodestra, ieri Parma (che aveva lanciato la stessa idea di una stazione Tav) quando il sindaco era Pizzarotti. Ci chiediamo: ma Bonaccini si è consultato con i 5 consiglieri regionali del Pd che si erano detti favorevoli alla realizzazione di nuova stazione Tav baricentrica rispetto a Bologna e Rimini con fermate  dei treni tra Forlì e Cesena?".

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