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Terzo settore, incontro tra Ausl e Consulta delle Famiglie: la soddisfazione del Popolo della Famiglia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"Il Popolo della Famiglia accoglie con soddisfazione la notizia deI recente incontro tra la Consulta delle Famiglie e il dottor Altini (che dà seguito alla richiesta espressa nella lettera aperta inviata alcuni mesi fa dalle Associazioni della Consulta al dirigente Ausl e al Sindaco Zattini), perché dimostra la stima reciproca e la volontà di collaborazione tra Ausl e associazioni del terzo settore, capaci di interfacciarsi su questioni cruciali che interessano la vita dei cittadini. 

Apprezziamo che questo sforzo comune sia partito dall'iniziativa di un settore organizzato e impegnato nel sociale vivacemente attivo all'interno della Consulta delle Famiglie, che si rivela un organismo strategico e centrale per la città di Forlì da quando è risorto a nuova vita con la recente amministrazione, in grado di dialogare a tutti i livelli portando nel confronto pubblico contributi fondamentali.

I due temi presentati dalla Consulta alla direzione sanitaria, prevenzione dell'aborto e centralità della famiglia nell'assistenza dei malati ricoverati, sono di sicura attualità: la piaga dell'aborto ha contribuito negli anni ad aggravare le cifre drammatiche della denatalità, mentre l'emergenza Covid ha scoperto il nervo già vivo delle problematiche legate all'assistenza dei malati o delle persone fragili.

L'attuazione del protocollo sottoscritto a Forlì nel 2004 con l'accordo di tutte le parti sanitarie e socio-assistenziali coinvolte, ha rappresentato una risposta piena alle istanze della legge 194, che considera l'aborto un'extrema ratio cui ricorrere solo quando non si sono riuscite a rimuovere tutte le cause che spingono a richiedere l'interruzione di gravidanza. Numerosi sono stati i bambini sottratti all'aborto nella nostra città; le donne che erano intenzionate ad abortire sperimentavano l'approccio accogliente di un'assistente sociale che dedicava loro tutto il tempo necessario per un colloquio e per un ascolto profondo. Oggi l'aspetto sanitario è tornato prevalente e si sono persi alcuni passaggi fondamentali indicati nel protocollo che vanno recuperati; le cause che spingono a richiedere l'aborto, infatti, sono in gran parte economiche e sociali e con un adeguato sostegno possono essere rimosse, perché dietro la domanda di una mamma indecisa se proseguire o meno la gravidanza spesso si nasconde la richiesta di essere aiutata a tenere il proprio bambino. 

Anche sulla seconda criticità presentata dalla Consulta al dottor Altini, ovvero il mancato protagonismo delle famiglie nell'assistenza e nella cura dei propri cari, la disponibilità al confronto dimostrata dalla dirigenza sanitaria ha segnato un punto decisivo, poiché ha permesso di mettere al centro l'importanza fondamentale che la presenza dei familiari rappresenta nel processo di guarigione dei propri ammalati e il valore prezioso di risorsa che la rete familiare costituisce nel sollevare o integrare il lavoro degli operatori sanitari. Laddove questo rapporto sinergico è stato trascurato o si è interrotto, si sono avute conseguenze drammatiche. Alla tragedia dei pazienti allontanati dalle famiglie o, come è successo in questi ultimi due anni, morti in solitudine senza il conforto degli affetti più stretti, infatti, va sommata anche la disperazione dei parenti frustrati da normative applicate a freddo e prive di umanità, che hanno lasciato strascichi di dolore e di sensi di colpa difficili da superare. 

Si tratta di carne e sangue delle persone, questioni nodali sulle quali sanità, società e istituzioni non possono disconnettersi le une dalle altre. Il merito dell'incontro promosso dalla Consulta è stato perciò quello di avere avviato un confronto nell'interesse delle parti coinvolte; analizzare i problemi nell'ottica di una risposta performante per l'azienda e soddisfacente per i cittadini è già cominciare a centrare l'obiettivo". 

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