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Unioni dei Comuni, la Cgil: "Silenzio assordante, cosa ne sarà è un mistero"

Così Maria Giorgini e Daniela Avantaggiato, rispettivamente segretario generale della Cgil e Fp Cgil

"Assodata l’uscita del Comune di Forlì dall’Unione a 15 con decorrenza dal primo gennaio 2022, cosa ne sarà dei 14 Comuni superstiti, è assolutamente un mistero. E si trascina ormai da troppo tempo l’assordante silenzio in tema di Unione dei Comuni della Romagna forlivese". Così Maria Giorgini e Daniela Avantaggiato, rispettivamente segretario generale della Cgil e Fp Cgil.

"Tenuto conto che l’Unione dei Comuni del Forlivese ha circa 180 dipendenti e ha evocate a se funzioni strategiche come la Polizia Locale, la Protezione Civile, lo Sportello unico delle attività produttive, l’Area tecnica e lo sviluppo della montagna oltre ad essere Centrale unica di Committenza per gli appalti, è evidente che è sempre più urgente comprendere quale decisione sarà assunta e come si riorganizzeranno i servizi - evidenziano le sindacaliste -. Già da tempo abbiamo chiesto di  aprire tavoli ufficiali di confronto, sia Confederali che di Categoria del pubblico impiego, al fine di un’analisi approfondita delle evidente difficoltà in cui versa l’Ente a discapito dell’erogazione dei servizi da erogare, del poco personale e dello sviluppo del territorio".

"Non ci appassionano particolarmente le dispute interne alla politica, ma i fatti evidenziano che i primi a non credere nella sfida dell’Unione di Comuni, quali opportunità di crescita e di sviluppo, siano proprio stati i soci, abdicando da un loro ruolo propositivo ad una mera attività di presa d’atto, abbandonando in sostanza a sé stessa l’Unione - aggiungono -. I dipendenti, sono in sostanza stati gli unici, “ob torto collo”, che hanno cercato negli anni, stante anche il grande senso di responsabilità e professionalità possedute, di rendere attiva ed esigibile una struttura senza una vera guida e senza un disegno organico.
Ora siamo arrivati ad un punto in cui occorre con urgenza prendere una decisione".

"Sarà necessario comprendere cosa succederà ai dipendenti e alle funzioni delegate sapendo che ci restano solo 6 mesi di tempo e che tutti sono chiamati a discuterne a partire dalla Regione Emilia Romagna , dai 14 Comuni e anche dal Comune di Forlì al quale diciamo che non è sufficiente dire che si esce e che si è disponibili ad effettuare convenzioni ma è necessario, tenuto conto che la presidenza oggi è in capo al sindaco di Forlì, governare la transizione perché  come avverrà l’uscita e quali convenzioni si determineranno non è indifferente", proseguono.

"Le Unioni di Comuni possono essere un valido strumento di sviluppo del territorio come dimostrano i risultati di altre unioni nelle quali l’impegno e la governance degli amministratori hanno fatto la differenza, occorre insomma un vero disegno strategico di gestione, senza più alcuna scusa - concludono -. Come Cgil e Funzione Pubblica di Forlì, siamo pronti ad offrire il nostro contributo alla discussione, chiediamo a tutti i sindaci e alla Regione di procedere speditamente aprendo tutti i confronti necessari".
 

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