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Vaccini e green pass, il Popolo della Famiglia: "La scuola non diventi luogo di discriminazione"

Così il Popolo della Famiglia: "C'è un diffuso disagio sociale che la politica ufficiale non riesce a cogliere, anche a livello locale"

Le recenti disposizioni del governo in materia di prevenzione del Covid, con l'estensione del green pass per quasi tutte le realtà lavorative e produttive, hanno comportato strascichi polemici anche in città, dove non sono mancate manifestazioni e proteste. Il Popolo della Famiglia condanna "ogni forma di violenza e di esagerazione dei toni, ma ci interessa capire i fenomeni senza fare liquidazioni sommarie. C'è un diffuso disagio sociale che la politica ufficiale non riesce a cogliere, anche a livello locale: dividere il mondo in blocchi bianchi o neri non risolve i problemi e non può portare a nulla di buono. C'è tanta gente moderata che non si riconosce in nessun estremismo, che si fa legittime domande e che fatica a sentirsi libera nelle proprie scelte".

Prosegue il Popolo della Famiglia di Forlì: "Abbiamo ascoltato queste persone e raccolto alcune testimonianze che sono indice di un malessere che non va ignorato. Fin dal primo giorno della ripresa delle lezioni, ci sono giunte, da parte delle famiglie, numerose segnalazioni di gravi violazioni della privacy verificatesi nelle varie scuole di ogni ordine e grado del Comune, a danno di studenti, in gran parte minorenni, cui è stato chiesto da alcuni insegnanti di indicare il proprio stato vaccinale, anche con imbarazzanti alzate di mano. Al di là di ogni giudizio di merito sui vaccini, vogliamo sostenere e difendere la libertà di scelta delle famiglie e il loro diritto a essere garantite da una legge che vieta la diffusione di dati sensibili sulla salute, soprattutto se ci sono di mezzo adolescenti".

"Non è possibile che la scuola diventi il luogo di infrazione della legge o di discriminazione e ghettizzazione degli studenti - viene evidenziato -. Dal mondo del lavoro ci giungono altresì racconti di situazioni di impedimento a svolgere in serenità la propria professione per disservizi paradossali sul green pass. Posto che occorre il lasciapassare in tutti i luoghi in cui è prevista la sua esibizione e che esso può essere ottenuto anche attraverso i tamponi, è indispensabile un'assoluta efficienza nella sua erogazione, pena il venir meno del diritto al lavoro garantito dalla nostra Costituzione. La validità del green pass ottenuto tramite tampone è di 48 ore, basta pertanto un ritardo anche solo di alcune ore nella registrazione del Qrcode per vedersi esclusi dal proprio luogo di lavoro".

"Ancora una volta è dal mondo della scuola che ci arrivano segnali di preoccupazione - viene aggiunto -. non sono pochi gli insegnanti che si scontrano quotidianamente con l'inefficienza del sistema di gestione del tracciamento della propria certificazione verde, pur avendo scrupolosamente osservato quanto prescrive la legge calcolando con precisione i tempi e i modi dei tamponi. Così non si garantisce la necessaria serenità a nessuno dei soggetti coinvolti, né a chi vuole svolgere il proprio lavoro coscienziosamente come ha sempre fatto né a chi si trova a dover assumere il ruolo scomodo di controllore. Occorre un coordinamento tra Ausl e farmacie, il funzionamento tempestivo del servizio non può essere una cortese concessione, ciò che la legge esige deve essere prima di tutto garantito nella sua fattibilità".

Il Popolo della Famiglia rivolge pertanto un appello "a tutti i rappresentanti delle istituzioni, affinché sia garantita equità di trattamento a tutte le persone che hanno fatto le proprie scelte in piena libertà, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Non è il caso di inasprire ulteriormente gli animi; l'applicazione delle norme secondo un criterio di equità e giustizia è un'esigenza fondamentale, senza la quale rischiano di venire compromesse la serenità e la coesione umana e sociale, assolutamente indispensabili nella nostra comunità soprattutto in questi tempi di contrapposizioni e di conflitti".

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