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Sanità

Vanessa Marchi (Psi): "La sanità non può e non deve avere un colore politico"

"Per noi socialisti il sistema sanitario pubblico e la tutela del diritto alla sanità rappresentano una priorità", argomenta Vanessa Marchi, segretaria della Federazione Provinciale Psi Forlì

La Federazione forlivese del Partito Socialista esprime "profonda e seria preoccupazione per le condizioni attuali e prospettiche del sistema sanitario nazionale e locale". "Per noi socialisti il sistema sanitario pubblico e la tutela del diritto alla sanità rappresentano una priorità - argomenta Vanessa Marchi, segretaria della Federazione Provinciale Psi Forlì -. Il sistema sanitario e la sua qualità costituiscono un elemento universalistico e indispensabile di sicurezza sociale per i cittadini che da sempre vogliamo garantire e difendere e che si inserisce nel quadro più ampio di un principio chiave della visione socialista: la giustizia sociale. Sembra invece che la politica nazionale consideri la sanità pubblica un oneroso capitolo di spesa, una "spesa improduttiva" piuttosto che un investimento in capitale umano, fondamentale per la produttività del paese".

"Gli interventi governativi non colgono il contesto di emergenza in cui versa la sanità pubblica, le cui debolezze e criticità (riconducibili alla carenza di personale sanitario, ai biblici tempi di attesa, all’arretratezza delle strutture ospedaliere, all’inesistenza di integrazione tra servizi sociali e sanitari, solo per citarne alcune) richiederebbero un forte impegno finanziario che purtroppo risulta insufficiente - continua Marchi -. In seguito all’approvazione della riforma fiscale, unitamente a quella dell’autonomia differenziata, è ineluttabile la constatazione che il servizio sanitario nazionale rischia di essere ulteriormente indebolito: da un lato il prospettato regime della flat tax comporterebbe un minor introito erariale e di conseguenza minori risorse da destinare ai servizi essenziali per i cittadini, dall'altro l’autonomia differenziata, secondo le ultime stime previste dagli istituti di ricerca, aumenterebbe notevolmente il divario socio economico fra il mezzogiorno e il resto del Paese".

Riteniamo sia fondamentale e necessario un immediato cambio di rotta, che porti ad un impegno serio e concreto a sostegno del servizio pubblico nazionale - aggiunge -. La questione è politica: il governo in carica riconosce la centralità del servizio sanitario pubblico e la necessità di sostenerne lo sviluppo? I segnali non sono incoraggianti. Il sottofinanziamento delle spese sanitarie ha determinato problematiche in tutte le regioni, seppur con differenziazioni (per la nostra regione ammonterebbe a circa 400 milioni di euro), e rischia di compromettere la tenuta dei conti regionali; una mancata chiusura in pareggio avrebbe conseguenze gravissime, essendo l'anticamera del commissariamento. Gli esiti di questo accadimento sarebbero disastrosi. L'esigenza di maggiori risorse per la sanità è alla base della petizione promossa da medici, operatori sanitari, sindacalisti, sindaci, docenti del territorio romagnolo diretta al Ministro della Salute e che i socialisti forlivesi, congiuntamente alla federazione socialista ravennate, sostengono convintamente".

Le idee dei socialisti saranno inoltre al centro del Convegno “Lavoro, Welfare e Sviluppo” che si terrà a Bologna domenica 26 marzo, dalle ore 10 alle ore 18 presso Royal Hotel Carlton. "A livello territoriale si confermano le debolezze del sistema sanitario: carenza di personale, mancanza di innovazione, mancanza di posti letto, interminabili liste d’attesa sono solo alcune delle criticità evidenti che si inseriscono nel contesto generale di politiche gestionali all’insegna dell’efficientamento dei costi piuttosto che orientate alla salvaguardia del sistema sanitario e dunque del diritto dei cittadini alla salute - continua Marchi -. Ad aggravare questo quadro si aggiunge una "disparità di trattamento" penalizzante per il forlivese, con la conseguente necessità di un riequilibrio finanziario delle risorse all'interno dell'Ausl Romagna".

"Dopo la soppressione dell’automedica meldolese, "caso" irrisolto rispetto al quale ci eravamo già espressi che ha ridotto ad 1 sola unità le automediche presenti nel territorio forlivese (diversamente dalle altre province romagnole, che possono contare su un numero maggiore di automezzi) e nonostante la positiva notizia dell’assessore Regionale Raffaele Donini sul reperimento delle risorse per l'ampliamento del Pronto Soccorso, la provincia forlivese si vede destinate risorse finanziarie inferiori alle altre (90 milioni di euro Ravenna, 68 milioni di euro Rimini, 42 milioni di euro Forlì-Cesena), suscitando legittimi dubbi e perplessità, come evidenziato dal gruppo di maggioranza comunale che, pur nella diversità di visione complessiva, ha espresso alcune condivisibili valutazioni sullo stato dell’arte della sanità forlivese".

"La sanità non può e non deve avere un colore politico, non può e non deve rappresentare un tema ideologico e identitario; la tutela del dettato costituzionale sancito dall'art.32 deve essere una priorità trasversale a tutte le forze politiche - conclude -. Crediamo pertanto che sia necessario promuovere un cambiamento che sia prima di tutto culturale, avviando un serio confronto sulle prospettive, immediate e future, delle condizioni del servizio sanitario, tanto a livello nazionale quanto a livello locale. 
Noi socialisti continueremo a mantenere alta l’attenzione, lavorando affinché il sistema sanitario pubblico riacquisti centralità e possa essere realmente universale, equo, gratuito e di qualità, per garantire il rispetto di un principio fondamentale: il diritto alla salute dei cittadini.  La difesa del diritto alla salute è la difesa di ognuno di noi".

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