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Via ai lavori al Pronto Soccorso, Ragni: "Due anni di disagi". L'Ausl: "Servizi non interrotti"

L'intervento complessivo, che prevede l'ampliamento e la ristrutturazione della struttura, si concluderà nel 2019

Al via i lavori di riqualificazione del pronto soccorso dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì. L'intervento complessivo, che prevede l'ampliamento e la ristrutturazione della struttura, si concluderà nel 2019. Il progetto prevede la divisione dei flussi verso due zone distinte (codici "bianchi" e "verdi" e nell’altra codici "gialli" e "rossi") dove trattare i pazienti in ragione delle diverse condizioni cliniche. Sono previsti l’ampliamento delle sale di attesa, l’aumento del numero dei letti di Osservazione Breve Intensiva, l’ampliamento della camera calda e migliorie dell’area d’ingresso e della viabilità di accesso, il tutto per un costo stimato di un milione di euro.

In particolare ora partono i lavori per la predisposizione impiantistica ai successivi lavori strutturali, per la realizzazione di una stanza di Osservazione Breve Intensiva idonea per l’isolamento di un paziente e la predisposizione di uno dei tre ambulatori che a regime costituiranno la dotazione aggiuntiva rispetto al numero attualmente disponibile. Sono già in corso i lavori di ampliamento degli ulteriori due iati i lavori per la costruzione di una pensilina che rappresenta la prima fase dei lavori di realizzazione del nuovo ingresso del Pronto Soccorso.

Cantiere, afferma Fabrizio Ragni, coordinatore provinciale e capogruppo comunale a Forlì di Forza Italia, che "provocherà disagi". Lamenta Ragni: "Di fatto, dopo clamorosi ritardi sulla tabella di marcia, prende il via il progetto di ampliamento e ristrutturazione della struttura. l'intervento complessivo che doveva essere completato entro il 2017, sarà finito invece l'anno prossimo, nel 2019", che per Ragni saranno "due anni di disagi". Il consigliere richiama poi un altro problema: "quello di trovare medici per irrobustire le fila del pronto soccorso, altrimenti non si ridurranno i tempi d’attesa".

L'Ausl da parte sua specifica che "esistono le condizioni per rispettare i tempi previsti, ma è evidente che la velocità di esecuzione del contratto di manutenzione dipende anche dal livello di continuità che è in grado di assicurare la ditta incaricata dell’esecuzione dei lavori"

“Il Pronto soccorso di Forlì riceve un carico di 47mila accessi l’anno; cifre in aumento di anno in anno - osserva Ragni -. Anche per una ragione ovvia: sono in aumento gli anziani non autosufficienti e con polipatologie. Spesso sono le famiglie ad auto-organizzarsi, o attraverso un impegno diretto nella cura del proprio parente malato, ma sempre più spesso queste cure non sono sufficienti e molte volte sono gli stessi medici di famiglia a indirizzare le persone che presentano problemi al Pronto soccorso. Con il risultato che a causa di un'imperfetta organizzazione interna del Pronto soccorso i pazienti scontano attese infinite di 7-12 ore e anche di più, come fossero abbandonati. A fronte di questo quadro demografico (gli anziani saranno il 60% della popolazione attiva nel 2065) sul versante socio sanitario, invece, si riduce progressivamente la capacità di spesa dei futuri pensionati e si assiste ad una continua riduzione del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale alle Regioni, con conseguente e graduale smantellamento del welfare così come l'abbiamo conosciuto dal dopoguerra ad oggi".

"Per essere chiari - aggiunge Ragni -, al netto della finta autonomia Regionale sbandiera dal governatore Bonaccini con il premier Gentiloni, fra roboanti comunicati e strette di mano alla vigilia del voto del 4 marzo, la nostra regione subirà già gli effetti di un taglio di trasferimenti statali pari a 250 milioni di euro. E a risentirne saranno nella diminuzione dei servizi erogati, compresi quelli sanitari, tutti i cittadini già alle prese con le politiche 'manageriali' di Area vasta che penalizzano Forlì, a vantaggio di Cesena e Ravenna - continua Ragni -. Si parla ufficiosamente di molte posizioni di primariato (Oculistica, chirurgia toracica e ostetricia e ginecologia) che verranno indebolite o rimarranno scoperte a Forlì per scelte del vertice amministrativo".

Il consigliere azzurro chiede "chiarezza e soprattutto chiediamo al sindaco, politicamente vaso di coccio fra vasi di ferro, che faccia sentire con più risolutezza la sua voce nelle città della Romagna e presso i suoi stessi compagni di partito che a livello regionale pianificano le sorti della sanità dell'Emilia-Romagna. Oppure, il tanto declamato diritto costituzionale alla salute, che si basa sul concetto di un'assistenza garantita nella sicurezza e nella responsabilità, verrà tradito nelle intenzioni e nei fatti".

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