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Primarie PD, si candida anche Vico Zanetti

Si presenta così, Vico Zanetti, candidato alle primarie del PD come sindaco di Forlì: "A un amico che mi chiedeva perchè ho scelto di candidarmi ho risposto che in un momento così critico per i valori della sinistra ci vuole qualcuno che provveda a tenerli vivi."

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Si presenta così, Vico Zanetti, candidato alle primarie del PD come sindaco di Forlì: "A un amico che mi chiedeva perchè ho scelto di candidarmi ho risposto che in un momento così critico per i valori della sinistra ci vuole qualcuno che provveda a tenerli vivi. Non uomini grigi d'apparato, non rampanti rappresentanti di un nuovo apparato, lontano anni luce da valori come la solidarietà, la laicità, la difesa dei deboli. Mi sono candidato perchè voglio un amministrazione che combatta veramente contro le cordate clientelari, non che lo diventi pure lei. Perchè sogno una amministrazione comunale dura con i poteri forti, gentile con i deboli. Una amministrazione in prima fila con i suoi cittadini, siano gli operai di una grande azienda in crisi o gli operatori di un negozietto del centro storico. Un'amministrazione efficiente, che si confronta con realtà come Hera da pari a pari, a schiena dritta, che, se decide che 'tutta Forlì farà la differenziata', si muove di conseguenza perchè tutta Forlì faccia la differenziata. E fa in modo che i limiti di legge sulle strutture di smaltimento siano ampiamente rispettate".

Continua così, il consigliere Zanetti: "Un'amministrazione che non accetta di far parte di patti di sindacato che la ingessino. Ma che non si avventura in società in house se non è più che sicura di dove andrà a finire il danaro dei cittadini. Una amministrazione che faccia diventare Forlì un punto di riferimento nazionale sui diritti civili, sulla difesa della scuola pubblica, sulle unioni civili, sul testamento biologico. Senza reticenze , senza se e senza ma. Una amministrazione che rifiuta il consumo di suolo a sproposito, ma che non rinuncia a essere propositiva su infrastrutture che valorizzano le imprese del territorio. Una amministrazione non matrigna per i centri più piccoli, ma solo sorella più grande. Una amministrazione che valorizzi l'arte e la cultura, aperta all'Europa, ma che si capace di difendere la sua storia, la sua cultura , il suo dialetto. Che prenda il meglio della cultura di governo che l'ha caratterizzata negli ultimi 40 anni, ma che sappia anche cogliere gli aspetti positivi della giunta Balzani. Un rinnovamento generazionale e programmatico ci vuole"

E conclude: "Purtroppo però , la drammatica incapacità a relazionarsi, tra un partito debole, e un'amministrazione troppo autoreferenziale ha vanificato la bontà di alcune scelte. Si unisce a questo una debolezza storica, a livello regionale del nostro territorio. Ci vuole un cambiamento. E, stavolta per davvero"

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