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Villa Cipressa, Bulbi: "Nessun problema con la Corte dei Conti"

Nell’annosa questione della cessione della Villa La Cipressa di Bagno a Ripoli, di proprietà della Provincia di Forlì-Cesena, è stata raggiunto un accordo transattivo con la società per la definitiva vendita dell’immobile

Nell’annosa questione della cessione della Villa La Cipressa di Bagno a Ripoli, di proprietà della Provincia di Forlì-Cesena, è stata raggiunto un accordo transattivo con la società per la definitiva vendita dell’immobile. La vicenda risale a gennaio 2004, quando con delibera del Consiglio si  stabiliva di vendere, mediante asta pubblica, “Villa La Cipressa”, nel Comune di Bagno a Ripoli (FI), al prezzo a base d’asta di  2.895.000 euro, con l’onere aggiuntivo, a carico dell’acquirente, del restauro e della ristrutturazione dell’immobile denominato “ Villa Prediali” in regime di concessione trentennale.

Quindi il 15.06.2005 si esperiva l'asta pubblica per la vendita della Villa La Cipressa e l’immobile veniva aggiudicato alla Società “Miche - Poggio alla mela s.r.l.” di Firenze, al prezzo di 3.777.718 euro  e con l'onere aggiuntivo della ristrutturazione di Villa Pedriali  in regime di concessione trentennale. Le previsioni urbanistiche vigenti al momento dell'aggiudicazione prevedevano la possibilità di nuova edificazione per ulteriori 1.600 mq di superficie utile lorda ad uso turistico ricettivo nell’area ricompressa in quella messa all’asta, ma successivamente all’aggiudicazione, il Consiglio Comunale di Bagno a Ripoli, in data 27 Giugno 2005, ha adottato una delibera di intenti affinché venisse rivista la previsione di P.R.G. relativa  a Villa La Cipressa, eliminando in particolare la previsione di nuova edificazione, pur impegnandosi a compensare la minusvalenza che si sarebbe prodotta mediante spostamento della relativa volumetria, previo ridimensionamento, in altra zona del territorio comunale e sua destinazione a fini sociali.

Tale circostanza ha modificato sostanzialmente la destinazione urbanistica del bene già venduto e quindi sono state avviate una serie di contestazioni poiché la partecipazione all'asta era stata motivata dall'intendimento di realizzare una struttura imprenditoriale di offerta turistica di vario livello composta sia da Villa Prediali (idonea a coprire il segmento di offerta turistica), sia da Villa La Cipressa (intesa come fabbricato esistente + 1.600 mq. di nuova edificazione per un totale di oltre 4.300 mq. Ora, a dell'annosa vicenda, al fine di concludere positivamente il procedimento ad un prezzo di aggiudicazione che difficilmente sarebbe assicurato da una nuova gara e per evitare un contenzioso dall'esito alquanto incerto, è stato raggiunto un accordo con la Società Miche Poggio alla Mela, approvato con delibera di Giunta Provinciale.

Il prezzo che verrà corrisposto alla Provincia è di 2.733.789 euro. Viene stralciato il valore delle aree edificabili in attesa della variante urbanistica del Comune di Bagno a Ripoli che preveda il trasferimento delle capacità edificatoria su altra area, con tale variante saranno corrisposti ulteriori 1.043.929 euro. L’accordo è stato sottoposto al voto del Consiglio Provinciale e con apposita delibera è stato confermato con i voti favorevoli  Pd, Gruppo Misto, Idv, Rifondazione Comunista, astenuti PdL e Lega Nord (uscita dall’aula Maria Grazia Bartolomei dell’Udc).
 
Ha presentato la delibera l’assessore all’Amministrazione e controllo Maurizio Brunelli: “Un consulto, effettuato dal notaio dell’acquirente, conferma su tutta la linea il buon operato della Provincia”. Il capogruppo del PdL Stefano Gagliardi ha preso la parola: “In passato qualcuno ha fatto degli errori in passato. Non capisco per quale motivo all’epoca, completata la gara, non fu fatto il rogito. So che la Corte dei Conti si è interessata a questa vicenda, spero che non saranno rilevate delle responsabilità. Non capisco il significato di questo passaggio in Consiglio Provinciale. Un professionista ha bisogno che il Consiglio Provinciale vidimi il suo operato? Il bando non è cambiato e la giunta ha già deliberato”.
 
Successivamente è intervenuto Piero Gallina, consigliere Pd: “Questa è una vicenda classica del nostro Paese. L’Italia è la culla del diritto e il letto del rovescio: in questo Paese la certezza di fare bene le cose non ce l’hai mai. Il piano regolatore vigente al momento del bando permetteva di realizzare qui un albergo. Si fa una gara, c’è un offerente che si impegna per una somma cospicua. La villa necessita di un restauro e sembra così tutto fatto, recupero compreso. Dopo la gara, il Consiglio Comunale di Bagno a Ripoli fa un ordine del giorno e scompare la possibilità di fare l’albergo. Però è una volontà del consiglio comunale, non una variazione del piano regolatore. Il privato presenta il suo progetto, e gli uffici di Bagno a Ripoli oggi boccia una parte, domani un’altra fino a quando non viene cambiato il piano regolatore. Qualsiasi investitore straniero di fronte ad una situazione del genere scapperebbe via. Altro che diritto, direbbe che questi sono dei burloni. Intanto la ditta che si è aggiudicata Villa Pedriali spende soldi: tiene pulito, fa le messe in sicurezza. Oggi stiamo facendo l’interesse del territorio, che è duplice: la tutela di un bene storico vincolato da una parte e l’ammodernamento delle scuole dall’altro, dal momento che la villa è legata ad un lascito che prevede esclusivamente l’investimento sulle scuole”.
 
Ha parlato quindi Pier Giorgio Poeta, capogruppo di Rifondazione Comunista: “Così com’è, questo patrimonio della Provincia stava lentamente degradando. Diversi anni fa cercammo di vendere, finalmente ce l’abbiamo fatta. Tutti siamo convinti della bontà dell’operazione. Non capisco invece la richiesta del notaio, credo che abbia ritenuto che la delibera di giunta non fosse sufficiente. Si tratta quindi di pignoleria del notaio e del suo consulente. I soldi che arriveranno andranno destinati finalmente sulle scuole, che era la volontà di chi aveva fatto il lascito, Giuseppe Pedriali. Questa è stata una corsa ad ostacoli, e non capisco oggi i colleghi che fino a poco tempo fa rimproveravano che quei beni si stavano degradando e non si provvedeva alla vendita, oggi dovrebbero essere concordi”.
 
Dopo Giordano Anconelli, consigliere PdL, ha preso la parola Gianluca Zanoni, capogruppo della Lega Nord : “Siamo soddisfatti dell’esito di questa vicenda, perché così portiamo a compimento la volontà dell’ingegner Pedriali, che voleva sul nostro territorio un intervento forte sulle scuole. Anche  noi, però, siamo perplessi sul metodo originale voluto dal notaio, che obbliga anche ai consiglieri provinciali un trasferimento di responsabilità. Era doveroso, però, portare a compimento prima questa vicenda”.
 
Infine Maria Grazia Bartolomei, capogruppo dell’Udc: “La politica è molto screditata, lo capisco chi la guarda con diffidenza. Mi sembra però veramente troppo che un notaio possa imporre e richieda, a differenza di quanto dice la normativa, l’approvazione di un atto che è di competenza della giunta. Forse vuole ridurre al minimo i rischi che si faccia avanti un altro acquirente. Invece, la prima amministrazione Bulbi è stata troppo morbida con questa ditta che sceglie un notaio che viene qui ad esigere che noi votiamo il suo documento. Si doveva subito pretendere che l’acquirente andasse a rogito. Rilevo che il lavorio più consistente è stato fatto solo negli ultimi mesi, quando forse la Corte dei Conti ci ha buttato un occhio. Se la maggioranza vuole sostenere che è stato fatto tutto bene, lo faccia, ma a distanza di otto anni come minoranza non mi sento in obbligo di sostenere questa situazione”.
 
Ha risposto Massimo Bulbi, presidente della Provincia: “Questa cosa mi è stata chiesta da tutti, minoranza e maggioranza, da otto anni. Abbiamo bisogno di queste risorse che ci permetteranno di fare un intervento importante su Cesenatico e ci permetteranno di poter aprire le scuole a settembre, non accendere il riscaldamento, ma aprirle. Abbiamo sempre amministrato nel rispetto della legge, mentre dall’altra parte, a Bagno a Ripoli, cambiavano in continuazione orientamenti e amministrazioni. Noi non abbiamo problemi con la Corte dei Conti. Basta col gioco di chi vuole trovare sempre qualche sospetto”. Infine ha parlato Valerio Roccalbegni, consigliere PdL.
 
Le conclusioni sono state affidate all’assessore Brunelli: “La Provincia mise in mora la ditta aggiudicataria, che però subito oppose l’ordine del giorno votato in consiglio a Bagno a Ripoli e l’incertezza sulle potenzialità edificatorie. Il timore di revocare quell’aggiudicazione fu legato al fatto che l’offerente era solo uno e che l’offerta fu sensibilmente superiore alla base d’asta. Infine preciso che la ditta aggiudicataria ha manutenzionato la proprietà in virtù di un atto formale, in quanto è stata nominata custode della proprietà. Con l’accordo arriveranno risolse che saranno investite esclusivamente sulle scuole, tra cui un milione di euro per il Liceo Ferrari di Cesenatico, per la sua messa in sicurezza sismica, stanziamento che attiverà un altro 1.8 milioni della Regione”.
 

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