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Volano gli stracci in 'Fratelli d'Italia', la lite sul nome sbarca in Consiglio a suon di urla e diffide

A fare da teatro all'ennesima lite, messa 'in piazza' in un dibattito teso e a suon di urla, è stato il Consiglio comunale, con una discussione che è andata avanti per oltre un'ora lunedì pomeriggio

Volano gli stracci all'interno di 'Fratelli d'Italia', con l'ennesima puntata della telenovela politica relativa alla spaccatura tra Davide Minutillo - che detiene la titolarità del gruppo consigliare - e la dirigenza regionale del partito di Fratelli d'Italia. Fratelli d'Italia, alle elezioni comunali del 2019, ha eletto il solo Davide Minutillo, che ha così preso per legge la denominazione della lista con cui si è presentato. Nel frattempo, dopo il rifiuto al suo tesseramento al partito – impugnato da Minutillo per via giudiziaria – si sono aggiunti al suo gruppo consigliare Francesco Lasaponara (dalla Lega) e Marinella Portolani (dalla lista civica 'Forlì Cambia'). Il tutto mentre il partito Fratelli d'Italia a Forlì si è ri-organizzato nel circolo 'Caterina Sforza' e ha “attratto” i consiglieri comunali Emanuela Bassi (dalla Lega), Damiano Bartolini (da Forza Italia) e Marco Catalano (da Forza Italia) e che hanno costituito a loro volta un gruppo consigliare autonomo col nome di 'Fdi'.

A fare da teatro all'ennesima lite, messa 'in piazza' in un dibattito teso e a suon di urla, è stato il Consiglio comunale, con una discussione che è andata avanti per oltre un'ora lunedì pomeriggio. A scatenare il dissidio è stata la richiesta di 'Fdi' di cambiare denominazione in “Fratelli d'Italia”, molto simile cioè al nome “Giorgia Meloni – Fratelli d'Italia” del gruppo guidato da Minutillo. Una richiesta che ha fatto scattare un aspro dibattito politico, che ha avuto l'effetto di creare un'alleanza inedita Pd-Forza Italia, con un'astensione benevola della Lega. 

“La Lega appena un giorno fa si è presentata come 'l'amministrazione del fare', dicendo che non ci sono dispute di maggioranza, e invece mentre abbiamo le scuole chiuse e le attività economiche in affanno da un'ora stiamo discutendo di 'Fratelli d'Italia' o meglio di 'Fratelli coltelli'. I loro problemi li devono risolvere fuori dal Consiglio, perché questo consiglio si deve occupare dell'amministrazione della città”, ha attaccato il capogruppo Soufian Hafi Alemani, che ha definito il dibattito una “dimostrazione palese di una maggioranza immobilizzata dalle loro dispute interne”. A dargli ragione è stato Lauro Biondi, capogruppo di Forza Italia: “Non è possibile che domani in consiglio comunale ci siano due gruppi con il nome 'Fratelli d'Ialia', dato che un partito non può assumere decisioni vincolanti per il Consiglio comunale”. Biondi ha chiesto il ritiro della denominazione e concordando con Alemani ha aggiunto: “Vogliamo discutere dei problemi della città e la maggioranza è tutta impegnata a cercare soluzione ai problemi della città”. Si è smarcata infine anche la Lega, per bocca del capogruppo Massimiliano Pompignoli: “E' una problematica interna a Fratelli d'Italia che andrebbe discussa in casa. Se il consiglio venisse chiamato ad esprimersi con un voto, la Lega si asterrebbe”. 

In merito alla vicenda, queste le due campane. "E' molto spiacevole – ha detto Minutillo in Aula - che un gruppo di persone rispettabili, eletti in Forza Italia e Lega, formino un gruppo con la stessa denominazione del mio". Si tratta di "una grave mancanza di rispetto istituzionale e delle regole del consiglio". L'atto, ha aggiunto, "lede gli interessi e l'immagine del mio gruppo". Minutillo si è richiamato alla normativa elettorale che vieta espressamente che alle elezioni vengano presentate liste con nomi e simboli facilmente confondibili. Diversa la campagna di Catalano: “C'è una volontà protocollata dal coordinatore regionale Michele Barcaiuolo. Per la domenica delle Palme ho ricevuto come regalo una diffida da Minutillo, la terza", conferma, che a sua volta ne ha ricevute dal partito. Serve, aggiunge, "onesta' intellettuale, non giocare a nascondino. Faccia ricorso al Tar se non vuole che la madre dia nome al figlio". La collega di Minutillo, ex civica, Marinella Portolani difende il capogruppo e a sua volta rivela di avere ricevuto una diffida a non presentarsi come consigliera di Fratelli d'Italia non essendo iscritta. "Un atteggiamento di ricatto ed estorsione", ha tuonato.

Alla fine, pur nell'aspra diatriba, è passata la posizione del segretario comunale facente funzione Michele Pini, interpellato sull'interpretazione della norma: il nuovo nome proposto, per quanto simile, contiene parole diverse dalla denominazione ufficiale del gruppo guidato da Minutillo e quindi è ammissibile. Per Pini la legge non dirime la questione e anzi demanda l'organizzazione interna dell'attività del Consiglio allo Statuto Comunale, che a riguardo però non si esprime in modo chiaro a detta di Pini. “Non si può desumere un divieto per analogia”, ha detto Pini, investendo quindi il Consiglio, come è in suo potere, di fare una norma integrativa allo Statuto comunale. Sulla vicenda il segretario comunale Giorgio Musso ha inviato anche un quesito al Ministero dell'Interno, ancora privo di risposta.

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