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Zattini (Ascom): "Considerati figli di un Dio minore dai centri di potere bolognesi, tornare a parlare di Regione Romagna"

"Come associazione - prosegue -, siamo abituati a ragionare su aspetti concreti. Servono dunque i numeri, per avere un quadro chiaro e obiettivo: come vengono ripartite dalla Regione le risorse?"

"Sono d'accordo con quanto dichiarato dal sindaco Gian Luca Zattini, cioè che la Regione da tempo ha dimenticato la Romagna": Alberto Zattini, direttore di Ascom - Confcommercio, torna a ragionare dei problemi del nostro territorio alla luce della recente decisione dell'Ausl di tagliare la Mike 42, l'automedicalizzata di base a Meldola e a servizio del comprensorio. Alla nostra sanità, per riprendere le parole pronunciate dal sindaco nel corso del consiglio comunale di lunedì, mancano "ogni anno tra gli 80 e i 120 milioni di euro".

"Partendo da questo, penso sia innegabile che la Romagna venga considerata figlia di un Dio minore dai centri di potere bolognesi". Alcune settimane fa il direttore di Ascom aveva affrontato il tema Romagna, chiedendo anzitutto di tornare a discutere di Regione Romagna o, in seconda battuta, di ragionare "di nuove forme di autonomia per il nostro territorio, che è diverso, morfologicamente ed economicamente, dall'Emilia". Bisogna in buona sostanza "trovare un equilibrio tra Romagna ed Emilia, senza continuare ad essere penalizzati da scelte che mi sembrano frutto di decisioni politiche tutte 'bolognacentriche'". Vanno riconosciute "tutte le potenzialità della Romagna".

"Come associazione - prosegue -, siamo abituati a ragionare su aspetti concreti. Servono dunque i numeri, per avere un quadro chiaro e obiettivo: come vengono ripartite dalla Regione le risorse per il turismo? E quelle per le infrastrutture e per gli investimenti necessari a ridurre il divario digitale, solo per fare qualche esempio? Noi chiediamo che la Romagna abbia pari dignità dell'Emilia. Se a questo ci si possa arrivare attraverso la Regione Romagna, o attraverso una forma differenziata di autonomia, è una scelta che va anzitutto valutata, e non scartata a priori. Oppure qualche 'bolognese' ci spieghi perché il territorio di Forlì e comprensorio, che si parli di sanità o di turismo, debba continuare a subire certe logiche". Logiche che, chiude Zattini, "purtroppo da anni hanno il sapore di scelte politiche, e non oggettive. Ritengo che sia arrivato il momento di dire basta, e che la Romagna, a partire dal Forlivese, faccia sentire la propria voce".  

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