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Si definisce 'amministratore delegato della gonna': forlivese con 250mila follower su TikTok combatte così gli stereotipi

La fama sul social che viene usato moltissimo dai giovani non è stata cercata: “Non avevo nessun obiettivo, anzi criticavo chi faceva i video su TikTok, ma durante il lockdown non sapevo cosa fare". E' iniziata quasi per caso

Quasi 250mila follower su TikTok e interventi in tv come attivista per i diritti Lgbt. Angelo Ragazzini, forlivese di 19 anni, racconta la sua storia con grande umiltà, dimostrando di non essersi montato la testa, anzi sta cercando un lavoro, perchè “la vita non è fatta solo di social”. L'11 novembre compirà 20 anni e dal primo lockdown la sua vita ha subito una rivoluzione, un vero e proprio 'tsunami' lo ha travolto. Oggi si definisce “Ceo of skirt” ovvero amministratore delegato della gonna, perchè questo indumento è diventato il simbolo delle sue battaglie e della sua rinascita, che racconta.

La depressione, il lockdown e l'arrivo su TikTok

La storia di questo giovane passa anche da un percorso di outing 'forzato', sui social: “Il mio primo ex ragazzo, il 1 gennaio 2020 ha fatto outing su Instagram, dicendo che avevamo avuto una relazione e dichiarando che io sono omosessuale. Mi sono sentito in un limbo, perchè quando sei omosessuale e non sei dichiarato hai paura di tutto. L'ho detto subito ai miei genitori, che sono sempre stati molto tranquilli su questo aspetto”. Poi c'è stato un periodo molto buio, legato ad un fatto grave che ha attraversato la vita di Ragazzini: “In seguito ad un evento che mi ha scosso nel profondo, ho avuto un problema di depressione per il quale sono stato seguito da psicologo e psichiatra”. E' tutto raccontato con estrema consapevolezza, nonostante la giovane età. La fama sul social che viene usato moltissimo dai giovani non è stata cercata: “Non avevo nessun obiettivo – confessa Ragazzini – anzi criticavo chi faceva i video su TikTok, ma durante il lockdown non sapevo cosa fare, tra la noia della Dad e la reclusione. Nei video sorridevo sempre, anche nei momenti più bui, così in tanti mi hanno chiesto dei consigli, anche sul coming out. Ho fatto videochiamate con malati terminali, li facevo stare bene con i miei video. Ho parlato di tante cose, anche per superare la mia depressione, per superare la mia tristezza, mi ha aiutato conoscere quella degli altri e confrontarmi ”. In poco tempo ha raggiunto i 50mila follower, poi la svolta.

La gonna della svolta

“Dopo qualche mese, a novembre 2020 ho messo la mia prima gonna su TikTok, quando avevo finito il percorso dallo psicologo. Ho ricevuto molti complimenti, magari anche ironici, ma sempre positivi, che non mi aspettavo. Stando bene con me stesso, ho continuato con i video in gonna, che poi è come mi vesto. I follower sono schizzati in 3 giorni a 142mila. Ho sempre voluto lanciare messaggi sul fregarsene degli stereotipi, cercando di trasmettere la forza agli altri per essere se stessi”. La gonna per Ragazzini è diventata il simbolo della rinascita: “Appena siamo passati in zona arancione, sono andato al mare in gonna, che per me è leggerezza, come quando il vento la attraversa, ma anche forza e determinazione, non dimentichiamo che la indossavano anche gli antichi Romani”.

Le reazioni

Purtroppo Ragazzini si è abituato a sentirsi occhi giudicanti puntati addosso e non solo. “Milano è stata l'unica città in cui non mi sono sentito diverso ed avevo un top ed una gonna di pelo fucsia. Negli altri luoghi gli occhi sono sempre sgranati, ci sono i commenti e sono stato anche picchiato 3 volte. Ma io me ne frego e ritorno in gonna”. E i genitori? “I miei genitori sono molto riservati, avere un figlio così tanto esposto sui social li ha messi un po' in crisi”, spiega.

Non solo TikTok, si guarda al futuro

“Io faccio il ballerino nelle discoteche in serate gay friendly, vado in tv come attivista sociale sui diritti Lgbtqia+ e contro gli steterotipi di genere e sono diplomato al Liceo Artistico. Sto cercando lavoro, mi piacerebbe entrare nel mondo dell'abbigliamento e della moda, sia per per combattere gli stereotipi che per sfruttare la popolarità sui social, magari per promuovere abiti. Voglio prendere con più leggerezza TikTok, non è fatta solo di social la vita, voglio fare tante altre cose”, conclude.

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