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Non è Pasqua senza 'brazadèl': la storia e le curiosità di questo dolce

La tipica forma del bracciatello ha il buco in mezzo, dove a volte venivano inserite uova sode prima di presentarlo a tavola. C'è chi dice che la forma sia associata a quella della corona di spine del Cristo

Forni accesi e fornai all'opera, già da settimane, per produrre uno dei prodotti tipici delle tavole romagnole per Pasqua, accanto alla pagnotta e alla più continentale colomba. 'E brazadèl' è un dolce  tradizionale, con un impasto base, che come sempre, a seconda delle cucine e delle zone assume numerose varianti. Anche questo è un piatto della tradizione povera, con ingredienti semplici.

La tipica forma del bracciatello ha il buco in mezzo, dove a volte venivano inserite uova sode prima di presentarlo a tavola. C'è chi dice che la forma sia associata a quella della corona di spine del Cristo e spesso veniva fatto benedire dal sacerdote prima di consumarlo, il nome ricorda quello del braccialetto, perchè nelle antiche tradizioni il buco doveva essere abbastanza grande per far passare il braccio di un bambino.   

E' quasi impossibile dare una ricetta originale, perchè davvero in ogni zona  si trovano varianti diverse, con o senza uvetta, con cioccolato, più o meno grande, più o meno lievitato, più o meno dolce, cambiano gli aromi, che vanno dalla scroza di agrumi a qualche liquore. Alla base della pasta ci sono comunque farina, uova, burro,zucchero, lievito, spesso anche il vino, una lunga lievitazione e a volte una doppia cottura, prima in acqua bollente e poi al forno. 

Anche le tecniche per ottenere la forma sono diverse, chi usa uno stampo con il buco in mezzo, chi lo arrotola a mano, insomma paese romagnolo che vai, bracciatello che trovi. 
 

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