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Sempre presente nel carrello della spesa, Forlì-Cesena nella Top Ten delle province italiane che spendono di più per la birra

Per aperitivi “fai-da-te", da sorseggiare durante i pasti tra le mura domestiche e sempre presente nel carrello della spesa degli italiani. La sfida tra vino e birra ha un vincitore, anzi una vincitrice, anche nella nostra provincia

Per aperitivi “fai-da-te", da sorseggiare durante i pasti tra le mura domestiche e sempre presente nel carrello della spesa degli italiani, la sfida tra vino e birra ha un vincitore, anzi una vincitrice: poco meno della metà degli acquisti di alcolici (41%) effettuati dagli italiani nel 2021 ha riguardato la birra. È la fotografia offerta da Everli – il marketplace della spesa online – che ha analizzato i propri dati interni per indagare il consumo di questa bevanda luppolina e, grazie al coinvolgimento di un esperto nutrizionista, il Dottor Loris Fornagiari di MioDottore, mostra come, se bevuta con moderazione, anche ossa, denti e sistema nervoso possono trarne benefici.

In base all’indagine di Everli, nella lista della spesa degli abitanti del Bel Paese la birra occupa le prime posizioni, basti pensare che nel 2021 in Italia ne sono stati acquistati 257.045 litri e che tale tipologia merceologica ha rappresentato il 4% del peso totale della spesa dei consumatori, primeggiando nella categoria “birra, vino e superalcolici”, con una percentuale d’acquisto del 41%.

Anche le abitudini di consumo sembrano essere cambiate, alla classica “birretta estiva” per affrontare la calura si aggiunge quella gustata tra le mura domestiche nelle gelide giornate invernali: nel 2021, gli acquisti di birra sono incrementati sia nei più caldi mesi di aprile, maggio e settembre, sia nei più rigidi novembre e dicembre. Che la si sorseggi sotto il sole primaverile o nelle uggiose domeniche di fine anno, da Nord a Sud, gli italiani sono concordi: preferiscono le “bionde”. Ad andare per la maggiore sono infatti le birre chiare, dal gusto leggero e a bassa fermentazione, come le Lager e Pils (che insieme rappresentano il 57% della spesa), seguite dalle più corpose doppio malto, dalle Weiss ad alta fermentazione e da quelle arricchite con cristalli di sale o tequila (nel complesso, la loro incidenza sulla spesa è pari al 36%). Meno apprezzate le versioni light o analcoliche (6%) e ancora più circoscritto è l’acquisto delle birre artigianali e quelle biologiche, in entrambi i casi si tocca a fatica l’1% di spesa.

Birra lover: Torino batte Roma e Milano, Forlì-Cesena nella Top Ten

Il capoluogo piemontese conquista il gradino più alto del podio affermandosi come la città italiana dove si spende per l’acquisto di birra. A livello regionale, invece, è in Emilia-Romagna dove si concentrano gli appassionati del luppolo, con ben tre provincie in classifica – Rimini (6°), Bologna (7°) e Forlì-Cesena (9°) – seguita dalla Lombardia, con Milano (2°) e Varese (10°) tra le 10 città che hanno speso di più per l’acquisto di tale bevanda. A livello locale, le preferenze non cambiano e confermano la predilezione per le Lager e Pilsner, ad eccezione di Genova e Bologna: qui si beve principalmente ad alta gradazione alcolica, con le doppio malto in testa.

Gli italiani amano la birra, ma possono esserci implicazioni per la salute? Per rispondere a questa domanda, Everli ha coinvolto un medico esperto, chiedendo l’opinione del Dottor Loris Fornagiari, nutrizionista di MioDottore. Nello specifico, spiega lo specialista: “La birra contiene diversi minerali, come il fosforo, utile per le ossa e i denti, ma anche per la funzionalità renale e per il sistema nervoso, e il silicio che può aiutare nella prevenzione dell’osteoporosi. Inoltre, alcuni studi mostrano un possibile effetto protettivo derivante dal consumo di questa bevanda sul sistema cardiovascolare per via del suo contenuto di vitamine B, mentre altre ricerche mettono in correlazione l’assunzione di luppolo con il miglioramento dell’insonnia. Non bisogna dimenticare, però, che si tratta di un alcolico, per cui sarebbe bene non superare i 100 ml giornalieri”.

"Moderazione e bassa gradazione alcolica sono gli aspetti da considerare anche per chi segue una dieta dimagrante, il giusto compromesso per “poter gustare il caratteristico sapore, ma senza eccedere con l’introito calorico, riducendo contestualmente le kilocalorie derivanti. Al contrario, meglio evitare le birre con il 6-9% di gradazione alcolica, per le quali l’alto contenuto di etanolo, incrementa in maniera significativa le kilocalorie apportate. Pertanto, una delle tipologie di birra migliori dal punto di vista nutrizionale potrebbe essere quella Lager”, conclude l’esperto.

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