Zaino in spalla per oltre 130 km in mezzo all'Inghilterra: tre forlivesi sulle orme dell'imperatore Adriano
Alcuni aneddoti raccontano la realtà dell'Inghilterra: “Le persone da quelle parti sono di una gentilezza e ospitalità disarmanti, anche nei momenti del bisogno"
Un'avventura conclusa da poco sulle orme dell'imperatore Adriano. Piedi doloranti, zaini pesanti ed oltre 130 chilometri da macinare. Sono tornati in Italia dall'Inghilterra, dopo aver percorso a piedi il Vallo di Adriano, i tre forlivesi Guido e Riccardo Lattuneddu, fratelli di 28 e 25 anni l'amico e Michele Tufariello, 26. Il “ verde accerchiante della campagna inglese”, le città, i villaggi, i luoghi dove non si vede quasi mai il sole sono al centro del racconto
“Tutta questa storia è iniziata quasi per scherzo o piuttosto, come una battuta di spirito con un amico scozzese. Però, mi piace anche esplorare, conoscere e raccontare storie un po' diverse dall’ordinario e quella del Vallo di Adriano mi ha colpito fin da subito. Non credo che esista esperienza simile in Europa capace di unire un trekking a un confine militare, di legare indissolubilmente la vita rurale di innocue cittadine, alle rovine di torri e fortilizi che si affacciano ancora, dopo tutto questo tempo, su immense vallate punteggiate di pecore e mucche”, racconta Guido, che traccia la storia di questa impresa, soffermandosi sui particolari che più lo hanno colpito.
“Camminare è meraviglioso e farlo in compagnia moltiplica il piacere di un centinaio di volte ed è per questa ragione che a un certo punto mi sono ritrovato assieme a mio fratello Riccardo, a Michele e ai nostri zaini da dieci chili nel villaggio di Bowness-on-Solway nella Cumbria occidentale, l’inizio di quei 135 km di percorso. Quando cominci è incredibile – spiega -: la gente saluta la tua partenza, scorgi ovunque il profilo dell’imperatore Adriano e puoi quasi toccare la Scozia; quel giorno era soltanto una sottile linea scura sospesa fra uno spicchio del Mare d’Irlanda in cui si incontrano le acque dei fiumi Esk ed Eden e il cielo carico di nubi”.
Alcuni aneddoti raccontano la realtà dell'Inghilterra: “Le persone da quelle parti sono di una gentilezza e ospitalità disarmanti, anche nei momenti del bisogno. Stavamo camminando da ore in direzione di Nowbrough nella contea di Northumbria, quando iniziamo a subire la stanchezza di tutti i chilometri della giornata. Abbandonati a noi stessi, i piedi doloranti e lungo una strada deserta che procedeva dritta nella campagna bussiamo, infine, alla porta di un’abitazione scusandoci per il disturbo. Ci apre un signore che assomiglia vagamente a David Attenborough, che si offre di chiamarci un taxi per gli ultimi quattro chilometri. Dal canto nostro, gli offriamo un goccio di amaro Montenegro che ci eravamo portati dall’Italia e lo sorseggiamo nell’aria frizzante del tramonto mentre Oscar, così si chiamava, e sua moglie Connie insistono per mostrarci con orgoglio la loro Ferrari d’epoca. È stato semplicemente meraviglioso”, ricorda Guido.
“Tutta questa fatica viene costantemente ripagata dalla bellezza del paesaggio, burbero e romantico insieme, capace di consegnare scorci come il Sycamore Gap, il cosiddetto albero di Robin Hood, una pianta colossale che sembra abbassare l’orizzonte col suo peso – prosegue -. Da quelle parti, per mangiare qualcosa, si può contare sui proprietari terrieri che mettono a disposizione dei punti di ristoro fuori dalle fattorie. C’è chi offre delle uova di gallina, dei biscotti, degli spaghetti Saikebon o addirittura dei gelati. Quando alzavamo lo sguardo e avvistavamo uno di quei posti ogni volta era Natale”.
“Era sabato e qualsiasi cosa era ferma, ma noi avevamo bisogno di un taxi per tornare sul percorso. Entriamo in un minimarket e mentre parliamo con la cassiera, un signore sulla settantina si volta e ci parla in italiano. Lo guardiamo sorpresi e ci spiega di aver insegnato inglese a una scuola superiore di Imola per quarantatré anni prima di tornare nella tranquillità della sua città. Il mondo è davvero piccolo. Prima di lasciarci ci lancia un: Bella Italia!!'”, conclude Guido.