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Venerdì, 2 Giugno 2023
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La storia della maschera romagnola "Barchèta" inventata da un forlimpopolese: nelle scuole per insegnare il dialetto

Barchèta è presente come maschera assieme a quelle tradizionali nel teatro di Mangiafuoco nel Libro "E se Pinocchio fosse nato a Forlimpopoli" con le poesie di Maurizio Maraldi, il testo di Paolo Zanoli e le illustrazioni del compianto Mario Bertozzi

La maschera romagnola Barchèta, creata dal Forlimpopolese Maurizio Maraldi per far conoscere e salvaguardare il dialetto Romagnolo e disegnata dalla figlia Lisa, è stata presentata nella sezione di una scuola materna di Forlimpopoli, in una prima classe di una scuola primaria, sempre nel paese Artusiano, e in una classe di scuola primaria a Fratta Terme di Bertinoro e a Cervia

Agli alunni, racconta Maraldi, la maschera è stata presentata "assieme alla sua storia e alla poesia in romagnolo con traduzione che parla di lei, per essere conosciuta e colorata a piacimento o come l'originale". Barchèta è nato da un idea di Maraldi Maurizio anni fa perché diventasse un testimonial della Romagna e del dialetto romagnolo. "Barchèta è un trovatello abbandonato in una cesta  - racconta Maraldi - può essere quindi originario di qualsiasi paese della Romagna, amato e adottato da subito dagli abitanti di Mònt spaché (Capocolle), un paese nel cuore della Romagna nel comune di Bertinoro, molto conosciuto perché è sulla via Emilia tra Forlimpopoli e Cesena. Lo hanno chiamato Barchèta perché portava un cappello di carta a forma di barca. Barchèta fu subito benvoluto dagli abitanti del piccolo paese che lo adott, lo vestì, lo accudì e gli volle subito bene".

Barchèta è presente come maschera assieme a quelle tradizionali nel teatro di Mangiafuoco nel Libro "E se Pinocchio fosse nato a Forlimpopoli" con le poesie di Maurizio Maraldi, il testo di Paolo Zanoli e le illustrazioni del compianto Mario Bertozzi.

Barchèta Am’present…me a sò Barchèta. A so nèd a e Mònt Spachè, in ti’èn sinquènta o zò da lè, propi in te còr d’la mj rùmagna int’una sesta, drj un pòz… a là in campagna, e a jo pasè la mi ezistènza… sempàr in zir a rimpj la pènza. Adès la mj mision lè fè c-nòs e dialet a là vajùn…a tòt la zènta. Parchè ,an pùtèn scurdès, la lèngua d’la nostra téra e di nostàr vèc… (nenca e Pépa u’là dèt… nòn scùrdiv de vòst dialèt). Adés a zìr par tòt al cà par arcurdé a tòt i s-cién Che e dialèt l’è da ciacarè… An dèg sèmpar…par caritè… E basta un po tòt i dè….. "Barchetta Mi presento…io sono Barchetta. Sono nato a Monte Spaccato (Capocolle di Bertinoro) negli anni cinquanta o giù di lì, proprio nel cuore della mia romagna in una cesta,vicino ad un pozzo…là in campagna, ed ho passato la mia esistenza… sempre in giro a riempire la pancia. Adesso la mia missione è fare conoscere il dialetto in giro…a tutta la gente. Perché non possiamo dimenticarci della nostra terra e dei nostri vecchi… (anche il Papa lo ha detto… non dimenticatevi del vostro dialetto). Adesso giro per tutte le case per ricordare a tutti i cristiani che il dialetto è da parlare… non dico sempre…per carità… basta un pò tutti i giorni", ha scritto Maraldi.

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