Sanità, code e polemiche. La compagna di un medico: "Trattati come i peggiori dei criminali"
Io non sono una di loro, ma condivido la mia vita con un medico. Vorrei che venisse scritto, a titoli altrettanto cubitali, che i medici sono quelli che ci sono sempre. Che non conoscono Natale, Capodanno, sabato, domenica, notti....reperibili 24 ore su 24, 365 giorni l'anno, a disposizione dei cittadini. Trascurano famiglia e figli per combattere malattie, postumi da incidenti, e tutto ciò che abbraccia il mondo della salute pubblica. Ma loro non possono sbagliare, perchè altrimenti meritano di essere sbattuti in prima pagina come accade ai peggiori dei criminali.
Se un medico salva la vita di una persona, vince il cancro, restituisce una vita dignitosa ad un bambino...beh, è " Grazie a Dio si è salvato "... ma se qualcosa va storto, per complicanze normali legate a quell'intervento o a quella patologia, allora la colpa è assolutamente del professionista. Avete mai provato a scandagliare a fondo la vita di un medico, i suoi orari dii lavoro, lo stress e le responsabilità al quale è sottoposto ogni giorno? Qualcuno si è mai preoccupato di vedere "l'uomo" (o la donna) sotto quel camice?
Ormai è diventata la normalità la fame di soldi che si ripercuote coloro che hanno speso la propria vita, spesso a scapito di famiglia e figli, per salvare la vita altrui...perchè loro devono essere infallibili! La guerra non va condotta contro il medico...semmai va ricercata nel sistema sanitario che continua a tagliare sulla salute dei cittadini, a impoverire il budget che non permette al professionista di operare come meglio crede e di effettuare tutte le indagini ritenute necessarie; a tagli di personale e non assunzioni che portano al collasso i vari reparti, e così via.
Ma ovvviamente i vari Capi di Governo non sono denunciabili...ed allora è molto più semplice ricercare il nemico, il responsabile, all'interno di quel camice bianco. Vediamo se questa lettera troverà altrettanto spazio nel vostro giornale...stessa pagina.. stessa dimensione del titolo...stessa cura nel dipingere un mondo della sanità molto diverso da quello raccontato
Roberta