"Una snervante attesa di 12 ore al pronto soccorso, tra ubriachi violenti e assembramenti"
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Sabato 17 aprile 2021 alle 15 del pomeriggio, mi sono recata al pronto soccorso di Forlì, dove, dopo aver fatto l'accettazione, mi è stato assegnato un codice verde. Sono rimasta in attesa per ore, dimenticata, in mezzo a tanti altri pazienti in attesa. Non metto in dubbio che sia stato un pomeriggio movimentato: tante autombulanze sono andate e tornate, ma verso le 21 la situazione si era, fortunatamente, tranquillizzata e il via vai di autombulanze e di nuovi pazienti si era fermato. Nonostante questo, però, la mia attesa sarà ancora molto ma molto lunga! Verso le 23 abbiamo assistito anche ad un "piccolo show": un ubriaco è arrivato, senza mascherina, facendo il diavolo a quattro: urlava e batteva pugni ovunque, minacciando di distruggere tutto... Alcuni pazienti, tra i quali anche un bambino, si sono, giustamente, spaventati molto. È stata chiamata la vigilanza e 3 vigilesse urbane sono arrivate... nessuno di questi, però, è riuscito a fargli indossare la mascherina. Quest'uomo, dopo aver imprecato per circa un'ora e non gli si sono neppure avvicinate, si è steso a terra per dormire e smaltire la sbronza. Risultato? Lui è entrato prima di me: gli è stata data una barella e lo hanno fatto dormire beatamente in una saletta (lo dico perché la tenda della sala in cui era stato messo non era stata tirata, per cui ho visto con i miei occhi che se la dormiva come un pascià) mentre noi, che siamo entrati ore e ore prima di lui, siamo rimasti in sala d'attesa.
Ci terrei a sottolineare che per circa 3 o 4 ore, (dalle 21 circa) visto che la sala d'attesa era piena, e le sedie non erano a distanza di sicurezza, anche i posti a sedere si erano, inevitabilmente, più che dimezzati; per non restare in piedi, ho dovuto cercare "la seduta della speranza" , quindi sono riuscita a sedermi in una seggiolina per bambini, dove, se avessi avuto anche un solo cm in più di sedere, non sarei neppure riuscita a sedermi. Riassumendo, l'ubriaco era comodamente disteso a dormire in barella, mentre io, in attesa dalle 15 del pomeriggio, era scomodamente seduta in una seggiolina di legno alta 30cm e larga 40 o 50 cm.
Intorno a mezzanotte, sfinita dall'attesa infinita, inizio a chiedere all'accettazione a che punto eravamo. Quando mi affacciavo per avere notizie, una "gentile" infermiera della reception fingeva di non vedermi e sembrava molto scocciata del fatto che dopo 11 ore d'attesa, io cominciassi a soffrire inquietudine, stanchezza e sofferenza! Finalmente alle 3 del mattino (ovvero dopo 12 ore di attesa) vengo chiamata in ambulatorio. Entro e ovviamente chiedo spiegazioni sul perché la mia attesa sia stata così lunga e perché siano stati visitati prima di me pazienti con il mio stesso codice verde e arrivati dopo di me... la dottoressa e le infermiere, invece di capire il mio stato di stanchezza dovuto ad un'attesa di 12 ore, e quindi cercare di darmi una motivazione almeno a livello umano, decidono, tra l'altro In maniera poco cortese, di fare a me, che attendo da 12 ore, il processo alle intenzioni: Hanno avuto il coraggio di chiedermi perché non mi fossi recata in PS al mattino invece che al pomeriggio, se la mia situazione era, a mio avviso così grave...(ma io per la gravità mi sono basata sulla gravità che hanno stabilito loro, quando hanno assegnato a ogni paziente, un codice)
Comunque, finalmente alle 3 del mattino vengo visitata e con la visita sono riuscita almeno a "vincere" una sedia a rotelle (per la barella avrei dovuto presentarmi in PS ubriaca e violenta). Ma andiamo avanti nel racconto della mia nottata: Mi fanno le analisi del sangue, l'elettrocardiogramma e mi mandano a fare una TAC cerebrale. Dopo la Tac Riparte l'attesa. Alle 4:45 l'infermiera arriva e mi fa spostare dalla sedia a rotelle alla barella: avrei dovuto aspettare le 8:00 del mattino per essere visitata dal neurologo. Distrutta mi stendo e provo a dormire un paio d'ore. Si fanno le 8:00 del mattino, nessuno sembra ricordarsi di me. Alle 9:00, quando ancora nessuno si affaccia per vedere se sono "sopravvissuta" alla notte, decido di suonare il campanello per chiamare qualcuno.
L'infermiera, che evidentemente era appena montata in servizio, va a chiedere informazioni. Nulla... Devo ancora attendere!
Devo attendere che arrivi il neurologo per visitarmi.
Finalmente alle 10:30, circa 20 ore dopo il mio accesso al "pronto" soccorso, vengo visitata dalla neurologa (la prima dottoressa che incontro dall'accesso, dotata di tatto e gentilezza). Alle 11:30 di domenica 18 aprile 2021 ero ancora in attesa: purtroppo c'è stata un'urgenza per un ictus, per cui la neurologa ha dovuto, giustamente, seguire l'urgenza.
Daniela