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La canzone d'amore nata a Santa Sofia: ecco la storia di Giovanna e del Partigiano Stoppa

Una storia d'amore tra giovani che si intreccia con le vicedne della Resistenza, una canzone nata tra i monti e raccontata da chi ha vissuto quei giorni

Sono molti i canti scritti durante la Resistenza, il più famoso dei quali, forse, è “Bella ciao”. Tutti racchiudono una storia, come quello che è nato tra Santa Sofia e Premilcuore, e che probabilmente in pochi conoscono: “Giovanna mia”. Una canzone d'amore, di guerra e di Resistenza.  A raccontare la genesi di questa e le vicende che le ruotano intorno, è Giancarlo Dini,organizzatore di eventi e scrittore di racconti, che domenica accompagnerà con la sua narrazione un trekking sul Monte Tiravento, nel ricordo del Partigiano Stoppa.

“Era la primavera del 2004, avevo raccontato la storia della canzone 'Giovanna mia' a Davide Oriani, un amico, un intellettuale appassionato di storia e politica, già autore di documentari sulle vicende della Resistenza. Davide non conosceva la canzone e la storia triste ma bella che raccontava. Una canzone che i Santasofiesi cantano quando sono lontani da casa per lavoro, per viaggio, per immigrazione o al ritorno dalle gite – ricorda Dini -. Una sorta di inno nazionale che commuove e unisce chi è lontano”.   

“Decidemmo quindi di raccontarla attraverso un documentario e, con l'aiuto dell'Arci di Forlì, cominciò un'avventura che ci portò sui campi e sui monti  di Santa Sofia e Premilcuore e soprattutto nelle case  dei partigiani e nelle osterie a raccogliere testimonianze e documenti, ad intervistare i protagonisti, tra cui appunto la stessa Giovanna, raccontata in quella canzone. Ora Davide non c'è più – racconta Dini - ed è anche l'occasione per ricordarlo, come è l'occasione per ricordare l'amico giornalista Luciano Foglietta, Giovanna e  i partigiani, tra cui il marito della protagonista della canzone, Alessandro Venturini, e Dinola, che prese parte a quell'azione assieme ad altri giovani, tra cui Aris (Elvio Olivi) che mi piace ricordare in chiusura di documentario, mentre se ne va sorridente salutando nella pioggia”.

Ma che cosa racconta 'Giovanna mia'? “E' la storia del primo partigiano dell'VIII Brigata Garibaldi caduto in battaglia. La sera del 5 febbraio 1944 un gruppo di partigiani, quasi tutti di Santa Sofia e Galeata, decisero di attaccare la caserma della milizia fascista di Premilcuore, con la folle idea di catturare Donna Edvige, sorella di Mussolini e moglie del Podestà del Comune della Valle del Rabbi e fare uno scambio con partigiani catturati dai fascisti e detenuti a Forlì – ricostruisce Dini -. Ci fu un po' di inesperienza nel preparare il piano, alcuni errori, condizioni avverse, tra cui una luna insolitamente luminosa, sfortune come il mancato sabotaggio delle linee telefoniche. Nello scontro che seguì, Guido Buscherini, detto Stoppa per il colore dei capelli, uno dei pochi ex militari e con una formazione militare vera, rimase ferito e morì poi sul monte Tiravento, mentre i suoi compagni tentavano di riportarlo a Santa Sofia a spalla e con una specie di slitta improvvisata”.

“Erano  poco più che ragazzi, entrati in un conflitto armato con la baldanza giovanile che a volte sconfina nella goliardia, che si trovavano di fronte a quello che realmente la guerra è, la possibilità che qualcuno che si ama, con cui hai spezzato il pane fino a poco prima, non ci sia più, all'improvviso - afferma Dini -. La notizia si diffuse presto e giunse a Santa Sofia, arrivando anche a Giovanna, poco più che una bambina, la fidanzata di Stoppa. Non molto tempo dopo sull'aria di una canzone popolare allora in voga, 'L'olandesina', alcuni Santasofiesi, tra cui il compianto Bruno Versari, detto 'il poeta', che ne divenne l'interprete per eccellenza, scrissero una canzone dedicata appunto alla memoria di Stoppa ed al suo amore per Giovanna. Va da sè che, se ripenso a quei giorni, a quelle storie, a chi non c'è più, a mio nonno che alla Resistenza prese parte, la lacrima scende, soprattutto, non so perchè, se rivedo quell'immagine di Aris che se ne va  sorridente salutandoci nella pioggia” 

Ecco il testo di “Giovanna mia”: 

Santa Sofia, paese degli amori,

viveva Vanna, fanciulla deliziosa,

aveva gli occhi profondi ed azzurrini

e amava Stoppa, il suo bel partigian.

Ma un triste giorno egli dovè partire,

lassù in montagna a caccia ai traditori,

ella piangendo l'accompagnò sul monte

e lui dal monte la salutò così:

Giovanna mia, mia fanciulla divina,

Giovanna mia, appartieni al mio cuor,

tu sarai sempre la più dolce bambina

di questo cuor, Giovanna mia!

Fece ritorno la Brigata un giorno,

sulla bandiera c'era un vessillo nero,

tra i partigiani che fecero ritorno

Stoppa non c'era, ahimè, non c'era più.

Disse a Giovanna un partigiano in pianto:

"Stoppa riposa lassù in cima a quel monte".

Ella piangendo sentì mancarle il cuore

e nel suo dolore sentì cantar così:

Giovanna mia, mia fanciulla divina,

Giovanna mia, appartieni al mio cuor,

tu sarai sempre la più dolce bambina

di questo cuor, Giovanna mia!

Tu sarai sempre la più dolce bambina

di questo cuor, Giovanna mia!
 

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