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L’agricoltura biologica che diventa didattica

Nella provincia di Forlì le 15 fattorie didattiche godono di un patrimonio agricolo biologico tra i più vasti in Italia e in Europa. Una vera ricchezza per queste aziende

L’agricoltura della provincia di Forlì-Cesena vanta un vastissimo patrimonio ortofrutticolo.  Si tratta di uno dei territori, a livello nazionale ed europeo, in cui l’agricoltura biologica è maggiormente diffusa, rappresentando  la principale ricchezza delle fattorie di questa area. Alcune aziende, particolarmente attente all’ambiente e alla sua salvaguardia, pongono in essere progetti finalizzati all’impiego delle energie rinnovabili e alla conservazione della biodiversità. In fattoria, inoltre, vengono organizzate attività didattiche rivolte ai bambini tra cui: vendemmia, raccolta delle olive, produzione di pane e salumi. Un patrimonio da valorizzare come fattore essenziale di sviluppo economico alternativo.

In Emilia Romagna la rete delle fattorie didattiche è attiva già dal 1999, quando nacque, per la prima volta in Italia, nell’ambito del progetto ‘Fattorie Aperte’ promosso dall’Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con le Province emiliano-romagnole e il supporto tecnico di Alimos. L’obiettivo: creare e rafforzare il rapporto tra le fattorie e il mondo scolastico e i gruppi organizzati. Gli agricoltori di questa regione hanno sempre puntato sulla formazione e per primi si sono impegnati a sottoscrivere una Carta della qualità. Il progetto è il più importante in Italia, per numero delle aziende coinvolte nel territorio emiliano-romagnolo e per il coinvolgimento del settore pubblico e privato.

Ma cosa sono le fattorie didattiche? Aziende agricole che accolgono scuole, famiglie, gruppi di adulti per una comunicazione diretta fra agricoltore e cittadino, a cominciare dalle giovani generazioni. Le fattorie didattiche aprono le porte alla scuola e ai visitatori in un'ottica di multifunzionalità, di rapporto continuativo con il consumatore, di coinvolgimento attivo, per creare un collegamento tra città e campagna, far conoscere l'ambiente agricolo, l'origine dei prodotti alimentari, la vita degli animali. Una maniera per i giovani di scoprire l'importanza di un mestiere spesso sottovalutato.

La fattoria come mezzo educativo è così interessante perché offre legami con la dimensione sociale economica tecnica politica e culturale dell'ambiente. Una proposta che integra metodi culturali locali con sistemi innovativi di didattica della scuola stessa. Una buona educazione al territorio infatti è estremamente importante e deve partire dalla realtà locale, dal territorio in cui l'istituto scolastico è insediato. Le visite in fattoria, preparate adeguatamente dagli insegnanti e inserite e ragionate nel piano dell'offerta formativa (POF), sono preziose occasioni di apprendimento e crescita che la scuola valorizza autonomamente. La fattoria è un luogo di pedagogia attiva, dove si comprende il legame fra l'origine dei prodotti agricoli e la loro finalità: la nostra nutrizione. Un luogo di incontro, di conoscenza reciproca, di scambi di esperienze tra agricoltori, ragazzi, insegnanti, adulti.

Ogni azienda agricola è diversa è uguale allo stesso tempo: testimonia le risorse e la varietà dell'agricoltura emiliano-romagnola, dai suoi prodotti, ai suoi paesaggi; ma è anche strumento tramite il quale conoscere più da vicino il lavoro di tutti gli agricoltori e il ruolo speciale di ognuno di essi: differente per ognuno il sapere della cultura rurale, la passione e l'amore per la terra.

Gli imprenditori agricoli e le loro famiglie offrono un valore aggiunto: opportunità per scrutare e apprendere la realtà dinamica dell’azienda agricola e dell’ambiente rurale. Tra le attività didattiche più praticate in fattoria dai bambini: vendemmia, raccolta delle olive, produzione di pane e salumi. Un modo divertente per approcciarsi al mondo agricolo. L’obiettivo è avvicinare i più giovani, ma non solo, alla natura diffondendo allo stesso tempo la conoscenza delle attività svolte all’interno della fattoria stessa, coinvolgendo gli ospiti nella realizzazione di un prodotto tipico o in altre attività agricole, come la raccolta di frutta o verdura. 

Secondo il censimento realizzato da Alimos - società senza fini di lucro sorta nel 1967 per favorire processi d'innovazione nel settore ortofrutticolo, sostenere la tutela dell'ambiente e del territorio (agro-biodiversità) e contribuire al mantenimento della salute dei consumatori -  nel 2010 in Italia erano attive oltre 1.936 fattorie didattiche, la maggior parte delle quali in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e Puglia.

In generale le aziende che rientrano nei criteri garantiscono il rispetto di requisiti essenziali al fine di permettere la buona riuscita delle visite, stabiliti nella Carta della Qualità regionale, ma i più importanti sono:

  • Metodo di produzione ecocompatibile (agricoltura biologica o integrata).
  • Disponibilità di un luogo di accoglienza coperto per la realizzazione delle attività didattiche in caso di maltempo.
  • La fattoria è pulita, accogliente e attrezzata per ricevere il pubblico. Gli ospiti devono comunque considerare che si trovano in un luogo di lavoro e quindi devono rispettare eventuali limitazioni d'accesso o segnalazioni di pericolo comunicate dall'agricoltore.
  • L'azienda ha un'assicurazione di responsabilità civile che include i rischi di intossicazione alimentare.

Qui tutte le fattorie in provincia di Forlì-Cesena

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