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Rigenerarsi si può, parola di CNA

Dalla crisi possono nascere anche opportunità: ne è la prova il progetto urbano di ristrutturazione edilizia ed energetica targato Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa

La parola crisi, in cinese, si esprime con un ideogramma che combinazione assieme due parole: pericolo e opportunità. È una constatazione linguistica che può essere spunto di una riflessione seria e in molti casi è quanto in effetti viene a verificarsi. 

Il settore delle costruzioni, per esempio, dal 2007 al 2012 ha perso il 32%, con un calo di 400.000 posti di lavoro in Italia. E in questa crisi, che non ha origini solo finanziarie, si può leggere una necessità di profondo ripensamento del comparto per farlo ripartire su nuove basi. È questo l’assunto alla base del neonato progetto di rigenerazione urbana promosso da CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), che mette in rete i diversi soggetti coinvolti come mai prima: enti pubblici, imprese, banche, professionisti e cittadini.
 
Dopo aver incassato il plauso di amministratori e operatori del settore, tale progetto si è tradotto nel “Protocollo d’intesa per la sperimentazione in materia di Rigenerazione urbana”, che è stato firmato questa estate da tutti i sindaci dei 14 Comuni del comprensorio forlivese, fatta eccezione per il capoluogo, che sarà coinvolto in una fase successiva. Un primo passo di grande importanza e di alto valore simbolico, per la sfida verso il futuro che lancia alla nostra comunità.

Franco Napolitano, direttore generale di CNA Forlì-Cesena, spiega che alla base del progetto ci sono innanzitutto due dati: il fatto che il 60% degli edifici abitativi in Italia siano stati costruiti negli anni dal 1945 al 1980 e quello che consente di affermarte che i fabbricati energivori siano responsabili del 40% delle emissioni inquinanti sul pianeta. In questo contesto, spiega ancora Napolitano, ogni anno in Italia si spendono 44 miliardi di euro per il rinnovo edilizio residenziale, con un mercato che però è polverizzato, fatto di micro-interventi, senza un vero progetto di riqualificazione del nostro tessuto urbanistico.

Il Progetto Rigenerazione urbana di CNA, invece, si basa su opportunità concrete e realizzabili, quali i benefici fiscali del 50% e 65% per la ristrutturazione edilizia ed energetica, il supporto del sistema bancario, la valorizzazione degli immobili dal punto di vista edilizio. Un progetto ambizioso, che potrà contribuire al rispetto degli impegni presi col Protocollo di Kyoto e il Patto dei Sindaci.
 
Tutti i soggetti coinvolti – enti pubblici, CNA e imprese – si impegnano ciascuno a svolgere fattivamente la propria parte. I particolare gli enti pubblici (i Comuni, in primo luogo) si impegnano a svolgere un ruolo guida nel definire gli interventi di riqualificazione urbana ed efficientamento energetico, modificando strumenti urbanistici e regolamenti. Ma anche a garantire reali vantaggi per gli investimenti realizzati e sensibilizzare i cittadini.

L’impegno della CNA, racconta sempre Napolitano, è qualificare e formare le proprie imprese, lavorando su un “Contratto di garanzia” ad hoc e agevolando l’accesso al credito da parte dei cittadini grazie a una convenzione e al coinvolgimento del sistema bancario.

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