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Martedì, 23 Aprile 2024
Motociclismo / Forlimpopoli

La lezione di vita del dottor Claudio Costa: "Esiste sempre un interruttore per uscire da un momento buio"

Il Ferrari Club di Forlimpopoli ha avuto l'onore di ospitare il dottor Claudio Costa, 82 anni compiuti il 20 febbraio scorso, il papà della Clinica Mobile che nel 2022 ha celebrato il mezzo secolo di vita

Non è un semplice dottore. Ma è un amico, che nel tempo si è trasformato in leggenda. Una vita dedicata a curare le ferite dei piloti, non solo fisiche, ma anche quelle dell'anima. Il Ferrari Club di Forlimpopoli ha avuto l'onore di ospitare il dottor Claudio Costa, 82 anni compiuti il 20 febbraio scorso, il papà della Clinica Mobile che nel 2022 ha celebrato il mezzo secolo di vita. Tra il "dottorcosta", come lui si fa chiamare, e il mondo della velocità l'amore è sbocciato tra i sali e scendi del Santerno, ad Imola, dove suo papà Checco ha poi dato vita a quello che oggi è tra i tracciati più del mondo e che Enzo Ferrari ribattezzo come il "piccolo Nürburgring".

Fu in occasione della 200 Miglia che il "dottorcosta" rivoluzionò per sempre il servizio medico durante le gare. Costa è colui che ha introdotto la figura del medico rianimatore in pista, pronto all'intervento immediato in caso di gravi incidenti. E il motociclismo dei giorni odierni gli deve tantissimo. Aneddoti che sono stati proiettati in un gremito cinema teatro Verdi di Forlimpopoli con la proiezione del film "Voglio correre". "Un condensato di emozioni", come ha evidenziato il presidente del Ferrari Club Forlimpopoli, Filippo Ambrosini, che ha colpito anche la sindaca Milena Garavini, che ha voluto rimarcare "lo sguardo sempre rivolto verso al futuro" del Dottore. 

Una serata molto partecipata, che ha visto la presenza di tanti "figli" del medico 82enne, come Loris Reggiani, Andrea Dovizioso, Lorenzo Savadori, Vinicio Salmi, Marcellino Lucchi e Virginio Ferrari per citarne alcuni. Perchè per Costa i piloti che ha incontrato nella sua lunga carriera erano come dei figli, dando e ricevendo tanto affetto e amore. Ma chi era il dottor Costa? A spiegarlo le toccanti testimonianze dei presenti. Tra queste quella di Reggiani, protagonista prima in pista e poi voce del Motomondiale su Italia Uno al fianco di Guido Meda, che nel 1985 ebbe un terribile incidente sulla via Emilia: "Mi portarono di corsa all'ospedale di Forlì e i medici dissero a mia zia che non c'era più nulla da fare perché c'era una emorragia molto grave - il ricordo -. Avevo il bacino ridotto in poltiglia, perché finito sotto un camion. La mia zia non perse tempo. Conosceva il dottor Costa, mi ricoverano a Bologna. Mi salvò la vita. Sono riuscito a tornare a correre e vincere anche qualche gara". 

"Il "dottorcosta" è il nostro angelo", la voce di Ferrari. "Nostro padre da piccoli non ci comprava i balocchi, ma ci portava in autodromo - la testimonianza del fratello del "dottorcosta", Carlo, per anni voce dell'"Enzo e Dino Ferrari" di Imola -. E Claudio è rimasto affascinato dai piloti disposti a sfidare le mortali insidie dell'asfalto nel nome di un ideale che solo integrità fisiche e morali possono giustificare e sostenere. E proprio qui che Claudio ha trasformato l'amore per i piloti nella sua quotidiana ragione di vita". 

"Guardando il film di Claudio è possibile apprezzare come un pilota quando cala la visiera non è mai solo", le parole dell'ex pilota di Formula Uno ed ora istruttore di guida Siegfried Werner Stohr. Un medico, ma anche per un papà per tutti. "Quando tutto diventa buio e le macerie crollano addosso, c'è sempre la possibilità di trovare un interruttore per uscire da una situazione disastrosa e diventare non come prima, ma meglio di prima", la lezione di vita del "dottorcosta". "Il futuro è oggi già da ieri", l'esempio indelebile e costruttivo di un uomo che rimarrà per sempre nel cuore di tutti. 

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