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Venerdì, 19 Aprile 2024
Automobilismo

La gabardina di Enzo Ferrari esposta a Forlì, acquistata all'asta da Dino Zoli: "Appena l'ho vista me ne sono innamorato"

Domenica oltre duecento persone hanno potuto ammirarla da vicino in una serata dedicata al papà della casa automobilistica più famosa al mondo, dal titolo "The Drake. Storie di circuiti, corse e icone"

Due elementi che caratterizzavano Enzo Ferrari erano gli occhiali scuri e l'inseparabile soprabito. Uno di questi cimeli storici del Drake, la gabardina appunto, si trova esposto a Forlì nel salone della Fondazione Dino Zoli, in viale Bologna. Domenica oltre duecento persone hanno potuto ammirarla da vicino in una serata dedicata al papà della casa automobilistica più famosa al mondo, dal titolo "The Drake. Storie di circuiti, corse e icone", alla presenza dei giornalisti Pino Allievi e Leo Turrini, di Gian Carlo Minardi, fondatore del celebre Team Minardi e presidente del consiglio d'amministrazione di “Formula Imola”, la società che gestisce l’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola e dell'ingegner Luigi Mazzola, per oltre vent’anni in Ferrari Gestione Corse con vari ruoli di ricerca e sviluppo. 

Alla Fondazione Dino Zoli la serata "The Drake. Storie di circuiti, corse e icone"

L'amore per Ferrari

Il soprabito, da cui il the Drake si separava raramente, datato 1947, era stato conservato in un sottotetto a San Venanzio per oltre 50 anni, fino all'acquisto all’asta da parte di Dino Zoli. "Il mio amore per la Ferrari è nato in un'età che ancora non avevo l'auto - ha esordito Zoli -. Appena ho potuto ho acquistato una Ferrari stradale, conoscendo ancora da più vicino il mondo del Cavallino Rampante. Strada facendo ci sono stati degli eventi che mi hanno permesso d'incontrare il mondo della Formula Uno e la possibilità poi di acquistare la F2001 appartenuta a Michael Schumacher (la monoposto con la quale ha vinto il quarto titolo mondiale, il secondo in rosso, ndr). Ho partecipato ad eventi internazionali con il reparto Clienti". Tra le società del Gruppo Dino Zoli c'è Dz Engineering, che ha un legame particolarmente forte Formula Uno dato che l'azienda forlivese cura l'illuminazione del gran premio in notturna di Singapore dal 2008.

IL FUTURO IN FERRARI - Le opinioni degli esperti

Il cimelio

La gabardina che caratterizzava Enzo Ferrari affiancherà quindi la F2001 di Schumi, esposta nel salone della Fondazione. Sono serviti 39mila euro (diritti d’asta inclusi) per portare a casa il raro e prezioso cappotto. Dino Zoli l'ha acquistata all’asta ‘Auto e Automobilia’, organizzata da Giusti Aste e Vision Up, che si è svolta l'agosto scorso in occasione dell'Historic Minardi Day. Zoli racconta l'amore a prima vista per quel cimelio: "Quando vidi questo oggetto esclamai "Bellissimo, che spettacolo". Ho seguito l'asta, che era internazionale, e ci tenevo ad averlo. Grazie all'aiuto di Mauro Battaglia (di Vision Up, ndr) siamo riusciti a conservarlo in Italia. E c'era chi aveva le lacrime negli occhi". 

L’ex proprietario di San Venanzio era Federico Canovi, che ha eredito il capo dai nonni a cui fu donato dalla domestica del Drake, è apparso soddisfatto per il risultato dell'asta: "Sono stato molto contento perchè il mio desiderio era che rimanesse in Italia - ha confessato -. E' un oggetto che fu affidato da una governante della famiglia Ferrari a mia nonna in occasione del cambio del guardaroba. L'ho conservato gelosamente per tanti anni, anche perchè sono un ex dipendente Ferrari. Sapere di avere un pezzo della storia del Drake in un armadio mi faceva felice. Poi è arrivato il momento di metterlo in mostra al pubblico, perchè tenerlo all'oscuro metteva tristezza. E così ci siamo affidati a Battaglia per metterlo all'asta, con l'obiettivo di affidarlo ad un museo della nostra Motor Valley. E così è stato ed è un onore che sia stato acquistato da Dino Zoli". 

La figura di Enzo Ferrari

Ma chi era Enzo Ferrari? "Un uomo conscio del fatto che era un grande italiano del Novecento - è la fotografia di Leo Turrini -. Era un figura umanamente rarissima e per certi tratti anche discutibile, perchè non è stato un angelo. Ma sinceramente ha reso onore a questo Paese, rendendolo più grande. All'estero la prima cosa che viene in mente dell'Italia è Ferrari. In lui c'è stata una forte emozione nel rendersi conto che, sia pure tra mille contraddizioni, era stato l'uomo che aveva sognato di essere quando era bambino". Turrini ha ripercorso anche il legame del Drake con la Romagna, grazie alla mamma Adalgisa e l’incontro con il padre benedettino Clerici, il quale, dopo la strage alla Mille Miglia del 1956 della quale venne considerato responsabile lo stesso Ferrari, lo convinse ad andare avanti con l’azienda. "Con Ferrari ho vissuto momenti di ilarità, gioia e tristi - è il ricordo di Pino Allievi -. Era una persona strepitosa, che riusciva a rapportarsi magicamente con tutti. Aveva un po' il culto del potere, ma era capace di piangere e ridere a seconda delle circostanze. Aveva lati romantici, ma sapeva essere anche molto cinico con i piloti. E' stato uno dei simboli più spendibili dell'Italia all'estero". 

Nel fiume dei ricordi, degli aneddoti e delle emozioni anche la testimonianza di Giancarlo Minardi, titolare all'epoca della scuderia Everest quando – il 26 novembre 1974 – venne contattato, per tramite di Luca Cordero di Montezemolo, da Enzo Ferrari che gli affidò una vettura e tutti i ricambi per correre. “Nasceva così un’esperienza al fianco del Drake e una conoscenza che sarebbe durata fino al 1988”. Nell’anno in cui veniva a mancare Enzo Ferrari, entrava in azienda l’Ingegner Luigi Mazzola, una lunga carriera con la Casa di Maranello, impreziosita da 8 titoli costruttori e 6 titoli piloti. “Non ho avuto la possibilità di conoscere Ferrari di persona, ma ho imparato a conoscere lo spirito che ha lasciato in azienda e la mentalità vincente - le sue parole -. La Ferrari è un sentimento; le auto belle le possono fare anche da altre parti, ma lo spirito della Casa di Maranello è unico ed è quello che è determinante per essere vincenti. Ieri come oggi e domani".

La figura di Mauro Forghieri

Tra gli uomini che hanno reso grande la Ferrari l'indimenticato ingegner Mauro Forghieri, capo del Reparto Corse Ferrari per 25 anni e uomo del motore 12 cilindri, del cambio trasversale sulla rossa di Niki Lauda e dell'arrivo in parata a Daytona nel 1967 di tre Ferrari, scomparso nel sonno il 2 novembre scorso all'età di 87 anni: "Per me era diventato come uno zio - è il commiato di Turrini -. Abitava vicino a casa mia e negli ultimi dieci anni abbiamo fatto dozzine di eventi insieme ed era sempre disponibile. Sapeva cosa rappresentava nella cultura dell'automobile e dell'automobilismo, ma era un uomo dalla semplicità straordinaria e molto delicato nonostante avesse come soprannome "Furia". Non si sottraeva alle richieste degli studenti o di un semplice tifoso, era sempre pronto a condividere la sua grande storia e la sua competenza e cultura. Il suo unico grande rimpianto è stato quello di non essere al Gran Premio di Imola del 1982 quando si innescò la lite tra Didier Pironi e Gilles Villeneuve, poi morto nel gran premio successivo in Belgio, perchè doveva seguire la cresima di uno dei suoi figli e non poteva non partecipare. Era convinto che se fosse stato a Imola non sarebbe finita in quel modo e che tutta la storia sarebbe cambiata. E' una cosa che si è portato dietro fino al suo traguardo".

"E' stato un personaggio straordinario, il più grande tecnico che abbia avuto la Formula Uno, capace di progettare motori, cambi, telai e curare l'aerodinamica. Fu lui a mettere il primo alettone della storia su una monoposto nel 1969, dando così inizio alla Formula Uno moderna. Era una persona intelligente e divertente.  Si interfacciava sempre con Enzo Ferrari, avendo anche delle liti, ma il Commendatore l'ha sempre protetto anche quando i vertici Fiat volevano sostituirlo perchè il Cavallino non vinceva. Ferrari l'ha trattato come un figlio e Forghieri gli è stato grato per tutta la vita in modo totale. La voce di Ferrari ai gran premi era Forghieri nonostante siano passati diversi direttori sportivi. E' stato un personaggio unico, che ha dato tanto alla Formula Uno, ma anche tanto a questo Paese". L'incontro ha riservato anche un minuto di silenzio in memoria di Ercole Baldini e l'ex pilota della Ferrari tra il 1982 e il 1983, Patrick Tambay, morto domenica all'età di 73 anni. 

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