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Ciclismo

Da Portland a Washington Dc, Giampiero Monti firma un'impresa lunga 5600 chilometri. "E' stata la gara della mia vita"

Caldo, afa, pioggia e vento hanno accompagnato il dentista 64enne lungo un percorso ricco di storia, sfaccettature e colori

Ventotto giorni in sella alla sua compagna di viaggio, una gravel Cannondale Topstone Carbon. Ventotto albe e ventotto tramonti, da Portland, in Oregon a Washington Dc. Oltre 5mila chilometri, precisamente 5600 chilometri, per completare la competizione Bike Nonstop Us 2022. E il dentista forlivese Giampiero Monti, unico italiano al via, ci è riuscito, tagliando il traguardo al quarto posto. "E' stata la gara della mia vita, che desideravo da tre anni", sono le prime parole di Monti dal ritorno dagli States. 

Per capire la portata dell'impresa di Monti, 64 anni, bisogna andare indietro nel tempo: era l'anno 2000 quando scoccò l'amore per le due ruote a pedali con una bici ereditata dal padre. Da li in avanti ha accumulato migliaia di chilometri sulle gambe, fino ad avventurarsi in vere autentiche imprese che ora custodisce nel cuore. Dal 2017, quando portò a termine la prima edizione della North Cape 4000 alla Vienna-Barcellona e alla "Due Vulcani", dal Vesuvio all'Etna.

Prima di sbarcare negli Usa, Monti la scorsa primavera aveva portato a termine anche la Italy Divide, l'evento di bikepacking più sorprendente al mondo: 1250 chilometri sulle gambe ed oltre 22mila metri di dislivello. Caldo, afa, pioggia e vento hanno accompagnato il 64enne lungo un percorso ricco di storia,  sfaccettature e colori. Ad impresa completata, ad accoglierlo al rientro vi era la famiglia ed uno striscione con scritto a caratteri cubitali "Bentornato al nostro campione". 

Monti, si conferma il dentista dalle imprese impossibili. Ma come ci riesce?
Con la passione. Quest'anno poi è stato ancora più difficile,visto il minor tempo a disposizione per allenarmi

Riavvolgiamo il nastro. Come si è preparato per la Bike Nonstop Us 2022?
Il sabato e la domenica con gli amici e a a volte allungando in solitaria. Poi ad aprile con la Italy Divide, che mi ha confermato che con la preparazione ero sulla strada giusta

Lei è stato l'unico italiano a prender parte a questa sfida...
Siamo partiti in undici e quattro si sono ritirati. Io sono arrivato quarto con un un inglese col quale ho battagliato per tre settimane. Una volta che mi ha raggiunto ha cercato di staccarmi in tutti i modi per 40 chilometri e poi siamo arrivati a destinazione. Il giorno dopo a colazione gli ho chiesto se voleva continuare così. Mi ha dato la mano e ha detto "Si, mon ami arriviamo insieme al traguardo" e mi ha dato la mano. E così è stato, anche se in classifica lui risulta arrivato dopo di me per 1 minuto".

3.500 miglia su terreno misto, circa 5.600 chilometri attraverso 12 stati. Qual è stata la difficoltà più grande?
Trovare da mangiare e da dormire. Ci sono tratti di montagna di 150-200 chilometri dove non c'è nulla. Io avevo con me tre litri d'acqua e facevo scorta di barrette, noccioline ed altro I costi per dormire sono alti e non sempre si trovano. Le fregature sono sempre dietro la porta

Un'impresa ricca di emozioni. Ma quella che vale la pena menzionare?
L'emozione più grande è stata quella di incontrare persone che mi aspettavano lungo il tragitto con un cartello col mio nome per darmi acqua fresca, una mela ,una barretta, ma soprattutto un sorriso. Quello americano è un grande popolo dal punto di vista umano e ospitale. Chiunque incontri ti saluta, anche quelli in auto che non ti sorpassano se la strada non è libera. Una notte in Missouri, non avendo trovato da dormire, alle 21,30 avendo finito l'acqua, ho bussato ad una porta ed a un signore di nome Robert ho chiesto se potevo averne. Lui mi ha fatto entrare e gli ho chiesto se potevo dormire nel suo giardino; un po' diffidente all'inizio gli ho spiegato che stavo partecipando ad una gara e alla fine ha accettato. Mentre stavo gonfiando il materassino si è alzato un vento improvviso con pioggia. Lui ha aperto la porta e mi invitato a casa sua. Mi ha parlato della sua famiglia e la mattina dopo si è alzato alle 5.30 per prepararmi il caffè. Incredibile

Cosa ha provato al traguardo?
Gli ultimi chilometri mi veniva da piangere pensando a mia moglie e i miei figli che sentivo tutti i giorni, agli amici che su Facebook mi hanno incitato sempre. Poi la concentrazione sul percorso, reso difficile dalla ghiaia e dal fango, la paura di una foratura dell'ultimo momento, hanno fatto sì che all'improvviso si palesasse l'arrivo a Washington Dc. Li mi sono reso conto che era finita e che ce l'avrei fatta.

Fisicamente come si sente?
Ho perso 3 chili. Lunedì in volo ho sempre dormito e martedì mattina mi sono svegliato alle 10. Dormivo in media 4-5 ore per notte. Per il resto nessun problema ,un po' di formicolio alle dita, ma è normale nel tenere il manubrio dopo tanti chilometri.

Alla fine di questa esperienza è la "gara della vita"?
Si questa è veramente la gara della mia vita, 28 giorni in bicicletta, 5600 chilometri e tanto dislivello. La desideravo da tre anni.

Lei ha scritto su Facebook che "spesso i sogni si avverano, basta volerlo". Allora qual è il prossimo?
Il prossimo per ora non c'è, anche perché rischierei il divorzio (sorride, ndr). Ma se si materializza una nuova avventura interessante, chissà.

Partenti Bike Nonstop Us 2022-2

I partenti alla Bike Nonstop Us 2022

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