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Ciclismo / Meldola

Nel nome di nonno Bruno: 19 ore sui pedali, Lorenzo fa suo l'Everesting di Meldola dopo 37 scalate

"Si tratta del mio secondo Everesting dopo quello compiuto lo scorso anno a Bertinoro, con 66 ascese dall'Ospedaletto", ricorda Mazzi

In memoria del nonno scomparso lo scorso ottobre. Lorenzo Mazzi, 24 anni di Forlimpopoli ed operaio alla Saica Flex di Meldola, ha completato domenica l'Everesting di Meldola.  L'Everesting - amato da molti fan delle 'imprese impossibili' - è una pratica che consiste nel compiere nell'arco di un giorno una scalata del dislivello della montagna più alta del mondo, ripetendo un'unica salita fino al raggiungimento dell'obiettivo. Le regole sono semplici: ci si può riposare ma non si può dormire. Mazzi, tesserato con l’Artusianabike di Forlimpopoli, ha iniziato la sua impresa nel cuore della nottata tra sabato e domenica, intorno alle 4,30, cimentandosi in 37 ascese nella zona di Teodorano.

"Si tratta del mio secondo Everesting dopo quello compiuto lo scorso anno a Bertinoro, con 66 ascese dall'Ospedaletto", ricorda Mazzi. Il 24enne è entrato nel dettaglio della preparazione finalizzata a raggiungere questa impresa personale: "Ci vuole soprattutto testa e cuore - puntualizza -. Mi alleno costantemente in bici, ma con distanze minori, svolgendo un lavoro duro per le gambe, e quotidianamente percorro circa 18 chilometri a piedi". Domenica, quando il sole si apprestava a svegliare la Romagna, le prime pedalate. Pedalate che si sono fatte sempre più pesanti verso metà giornata: "A causa del forte caldo mi sono dovuto fermare molte più volte di quelle che pensavo per bagnarmi e idratarmi, mentre la discesa è quasi impraticabile in bici da corsa".

Mazzi ha potuto contare sul sostegno della famiglia. E alla fine dopo circa 23 ore totali, di cui 19 in sella, l'impresa si è concretizzata. Un traguardo in ricordo del nonno Bruno Arrigoni, particolarmente legato a Teodorano e alla città di Meldola, scomparso lo scorso ottobre mentre il giovane Lorenzo si stava cimentando sul percorso della Gran Fondo Via del Sale: "Era sempre pronto ad aiutarmi in qualsiasi situazione, mi ha insegnato tanto nella vita - sono le parole del 24enne -. A Teodorano nonno Bruno, che faceva il muratore, ha sistemato la chiesa in piazza, e a Meldola era conosciuto per le sue buone azioni verso la popolazione e in aiuto al parroco. Questo Everesting l'ho dedico alla sua memoria e ho dato l’anima per riuscire a conquistarlo. Sicuramente era con me". Mentre si gode il suo capolavoro sportivo, Lorenzo pensa a quella che potrebbe essere la prossima sfida: "Devo deciderla, ma non sarà un Everesting, chissà cosa riserverà il futuro".

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