Da Forlì agli States, il nuovo sogno a 350 all'ora di Matteo Nannini. Correrà col 46 di Valentino: "Spero che porti fortuna"
L'INTERVISTA - Il giovane forlivese si sta allenando duramente per affrontare la nuova sfida oltreoceano: il campionato Nascar, che disputerà con i colori del team Stange
Hollywood ha dedicato decine di film al mondo delle corse, dando risalto categorie più seguite oltreoceano. Tra le pellicole più adrenalitiche ''Giorni di tuono'' di Tony Scott con Tom Cruise protagonista, ma anche il film d'animazione della Walt Disney "Cars" tanto amato dai bambini, ispirate al mondo Nascar. E proprio su uno di quei bolidi a ruote coperte salirà a bordo un pilota di Forlì, che proverà a coronare un sogno: portare in alto il Made in Italy a quattro ruote. Si tratta del 18enne Matteo Nannini, vincitore del campionato di F4 degli Emirati Arabi Uniti 2019, tra i protagonisti nel 2021 del campionato di Formula 3, propedeutica alla Formula 1, che l'hanno visto salire sul gradino più alto del podio in Gara 2 nel Gran Premio d'Ungheria. Sempre lo scorso anno si è messo in mostra anche in Formula 2, andando a punti al debutto nel Gran Premio del Bahrain.
Il giovane forlivese si sta allenando duramente per affrontare la nuova sfida oltreoceano: il campionato Nascar, che disputerà con i colori del team Stange Racing di Chigaco al volante di una Mustang. Il debutto sarà nel weekend di Mid-Ohio, il prossimo 8 luglio. Il forlivese è tra i pochi italiani che hanno avuto un'opportunità di correre nella competizione statunitense: il suo nome si unisce a quello del campione 1978 in F1 Mario Andretti, che trionfò alla Daytona 500 del 1967; a quello di Lella Lombardi, che gareggiò alla Firecracker 400 di Daytona nel 1977; e a quello di Max Papis, con 36 gare all’attivo fra 2006 e 2013.
Dalle ruote scoperte a quelle coperte. Matteo, come è nato questo progetto?
A novembre sono stato impegnato in una sessione di test ad Indianapolis nella categoria Indy Lights con risvolti positivi. In quell'occasione ho stretto un accordo con l'agenzia di comunicazione "Wasserman", tra le più grandi negli Stati Uniti che seguono gli sportivi e che li aiutono ad esempio nella costruzione dell'immagine, che mi ha trovato l'opportunità di correre della Nascar.
Di che campionato si tratta?
Disputerò l'Arca Series, campionato entrato nella famiglia della Nascar dal 2018. Si correrà su tracciati ovali, ma anche su circuiti tradizionali americani come in Texas o in Ohio.
Ha già avuto modo di familiarizzare con un ovale?
Non ancora. Dovrò effettuare dei test che serviranno per prendere un apposita licenza per gareggiare. Sicuramente saranno collaudi importanti, perchè ci saranno tante tecniche da imparare. Nel frattempo sto svolgendo la preparazione con un apposito simulatore.
Che differenze ha già notato rispetto ad una Formula 3 e Formula 2?
La postazione di guida e la seduta in primis. Inoltre ci sono degli "spotter", membri della squadra che, dislocati in punti strategici del tracciato, avvisano via radio il proprio pilota di fare attenzione a tutto quanto accade attorno a lui, segnalando incidenti o la presenza di detriti asfalto, quindi tutte quelle situazioni che possono creare pericolo al pilota.
Dovrà inoltre adattarsi anche allo stile di guida
Esattamente. Si tratta di un'auto piuttosto potente, che pesa quasi il doppio una formula, intorno ai 1200 chili.
Quanti cavalli?
Quasi 900. Il motore è V8 Supercharged, quattro marce.
Velocità massima?
Tra i 340 ed i 350 chilometri orari.
Per controllare un bolide di questo genere servirà un "fisico bestiale" come cantava Luca Carboni...
La preparazione atletica è importante e mi sto allenando tanto. Questo tipo di auto ha in più rispetto ad un formula il servofreno, anche se negli ovali non verrà tanto utilizzato perchè lì è importante tenere giù il piede sull'acceleratore. Mi aspetto una vettura molto fisica da guidare, non solo per il peso, ma anche per gli pneumatici che saranno più grandi. Sarà più impegnativo, per questo motivo la preparazione è dedicata al rafforzamento dei muscoli del collo, delle braccia e delle spalle.
Che campionato si aspetta?
Sarà un terno al lotto. Si tratta di gare molto lunghe, sugli ovali anche di 400 giri, che possono dare l'opportunità anche a chi parte dal fondo dello schieramento di vincere. Ci sono anche i pitstop che possono rimescolare le carte in tavola. Richiederanno un importante sforzo mentale.
La spaventa l'idea di correre in un ovale?
Visto da fuori fa più impressione, perchè si osservano queste auto sfrecciare ad alta velocità. Ma dall'abitacolo la percezione è differente. Sarà interessante capire quali saranno le traiettorie più efficaci per sfruttare al meglio la pista. Sarà importante capire anche il gioco delle scie.
Ci saranno altri piloti italiani?
No, sarò l'unico.
E che effetto le fa?
Sarà un importante banco di prova. Avrò gli occhi puntati dall'Italia per vedere cosa farò. Magari ci saranno in futuro altri piloti che seguiranno la mia strada. Sarà bello, perchè gli americani impazziscono per il nostro Paese, a partire dal cibo. Sarà un'occasione importante da sfruttare al meglio per arricchire al meglio il bagaglio professionale.
Negli States ci sono piloti italiani che hanno spopolato, nella Nascar Max Papis e in Indycar un certo Alessandro Zanardi...
Spero di trovare la stessa popolarità e attirare sponsor (sorride, ndr). Mi piacerebbe portare il Made in Italy.
Beh in Formula 3 e Formula 2 ha già fatto vedere le sue doti...
Me la sono cavata. Ora mi concentro bene su quello che dovrò fare. Tutto dipenderà da come mi troverò con l'auto e il feeling con gli ovali.
Che effetto le ha fatto vedere i suoi ex colleghi impegnati nel Bahrain?
Sono rimasto sorpreso dai risultati. Hanno vinto degli outsider. Ma alla fine emergono comunque i team più forti.
E questa Ferrari vincente?
Hanno fatto un gran lavoro. Ricordo le parole del team principal della Red Bull, Chris Horner, che disse lo scorso anno che se la Ferrari fosse stata davanti alla Red Bull voleva dire che si erano focalizzati troppo sul campionato 2021. Ed è stato così, a vedere dalla prima gara.
Tornando alla Nascar, gareggerà col 46, un numero che ricorda Valentino Rossi e le sue imprese...
E' una coincidenza. Il numero mi è stato assegnato, forse è stata studiata. Chissà, spero che porti fortuna. Ma correrò in un team che avrà le qualità per fare bene.
Guiderà un'auto Nascar, ma nel frattempo la patente l'ha presa?
Sì, ho superato l'esame di guida ad inizio gennaio.