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Ciclismo

Il Tour De France salta Forlì, il sindaco Zattini: "Era un'occasione per omaggiare Ercole Baldini. Spero sia una dimenticanza colposa"

Il Comune di Forlì non è stato interpellato dal grande evento sportivo del 2024, "ma non è questo il punto", perchè "non ci interessa la visibilità a ogni costo"

Il Tour De France del 2024 assaggerà anche una parte delle asperità che offrono i colli del Forlivese, ma l'edizione speciale della Grand Boucle non toccherà Forlì. "Vince tutta la Romagna", commenta il sindaco Gian Luca Zattini, provando a respingere "ogni polemica di natura politica", ma "l’'Amministrazione di Forlì nella pianificazione di questa iniziativa non è stata interpellata né tantomeno preventivamente avvisata". L'elemento che il primo cittadino tiene particolarmente tanto "è prima di tutto umano e fonte di profondo rammarico". E lo argomenta sulla propria pagina Facebook.

"Il passaggio in città del Tour de France 2024 avrebbe rappresentato una preziosa vetrina per omaggiare Ercole Baldini, un grande campione dello sport professionistico e un uomo leale e modesto, capace di imprese epiche che hanno fatto la storia del ciclismo su strada - spiega il sindaco -. Il dispiacere più grande nasce tutto da qui, da una dimenticanza che mi auguro sia stata colposa e non dolosa".

Il Comune di Forlì non è stato interpellato dal grande evento sportivo del 2024, "ma non è questo il punto", perchè "non ci interessa la visibilità a ogni costo. La nostra sola richiesta avrebbe riguardato un uomo straordinario e un rappresentante dello sport sano, genuino e schietto che ci ha lasciati da poco e che Forlì si porta nel cuore con grande riconoscenza e gratitudine". 

La presentazione del Tour

Quello del 2024 sarà uno straordinario evento, non solo sportivo, che vedrà protagoniste - dal 29 giugno al primo luglio - Firenze e l’Emilia-Romagna, e con loro il Piemonte, attraverso territori in cui il ciclismo vanta grandissime tradizioni e radici popolari, che hanno dato a questo sport, e al Tour stesso, campionissimi come Gino Bartali, Marco Pantani, Fausto Coppi, per ricordarne solo alcuni.   A cento anni esatti dalla vittoria di Ottavio Bottecchia, il primo italiano a conquistare il podio del Tour nel 1924, la più importante competizione ciclistica e fra i primi tre eventi sportivi al mondo, sceglie dunque l’Italia. 

“È un sogno che si avvera, un fatto storico e di grandissima portata per le nostre comunità e il Paese - afferma il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini -. Quando tre anni fa pensammo di portare il Tour in Italia, ricordo la prima volta che ne parlai insieme a Cassani e Prudhomme, ci sembrava impossibile e pochi forse ci credevano. Ma abbiamo lavorato con determinazione e i fatti oggi ci danno ragione. Fondamentale è stata la capacità di lavorare insieme delle Istituzioni, e ringrazio il sindaco Nardella, da subito prezioso compagno di viaggio, il Governo e il presidente Cirio, così come tutti i sindaci delle città sede di tappa e quelli dei comuni attraversati. E un grazie particolare va a Christian Prudhomme per aver creduto nel nostro progetto. Questa è davvero una straordinaria occasione per tutta l’Italia e lo sport italiano”.

“Quanto alla nostra regione - ha aggiunto - dopo la Grande Partenza del Giro d’Italia 2019 da Bologna, i Mondiali di ciclismo a Imola nel 2020 e i tanti eventi internazionali in ogni disciplina, dalla Formula uno alla MotoGp, fino alla Coppa Davis, l’Emilia-Romagna taglia un altro traguardo di prestigio, forse il maggiore. Un premio a una terra di tantissimi appassionati e sportivi. Da oggi inizia un nuovo impegno, nostro e dei Comuni coinvolti, per organizzare al meglio questa straordinaria manifestazione, una festa di sport e di popolo che porterà qui tifosi e visitatori da ogni Paese”. Un appuntamento che per la Sport Valley emiliano-romagnola rappresenta dunque una nuova opportunità di promozione internazionale – grazie alla copertura televisiva in 200 Paesi in tutto il mondo –, oltre che l’ennesima, prestigiosa conferma quale territorio ad altissima vocazione sportiva.

Quasi 2 milioni di spettatori, 120 milioni di euro l’indotto

Secondo uno studio commissionato dalla Regione, per le prime tre tappe del Tour si possono prevedere circa 1,8 milioni di spettatori presenti in Italia, di cui oltre 730 mila in Emilia-Romagna. E circa 130mila presenze negli alberghi, la metà in Emilia-Romagna. Importanti le ricadute economiche, con un indotto diretto di 59 milioni di euro, di cui 29 milioni in Emilia-Romagna, più l’indotto e i benefici indiretti a livello nazionale per ulteriori 47 milioni, con altri 13 milioni sulle aziende della filiera del ciclismo.

"Sono molto orgoglioso di ufficializzare il primo Grand Départ del Tour de France in Italia - sono invece le parole di Christian Prudhomme, direttore del Tour de France-. Nel 2024, a cento anni dalla prima vittoria transalpina nella Grande Boucle, la Regione Emilia-Romagna sarà al centro del sontuoso e impegnativo percorso tra Firenze e il Piemonte. È un appuntamento eccezionale per il gruppo del Tour de France in questa terra storica del ciclismo”.

Un omaggio all’Italia e ai grandi campioni del ciclismo italiano

Da Piazzale Michelangelo, cuore di Firenze e del Rinascimento italiano a Torino, prima capitale del Paese, attraverso l’Emilia-Romagna e una strada, la via Emilia voluta dal Console Marco Emilio Lepido, che la attraversa e la unisce tutta da Rimini a Piacenza. Passando per Bologna, sede dell’Università più antica del mondo, e oggi uno dei centri mondiali dell’innovazione e della ricerca, reduce dalla recente inaugurazione di Leonardo uno dei quattro supercomputer più potenti al mondo, cuore della Data Valley dell’Emilia-Romagna.

Oltre 600 chilometri di percorso per tre tappe: Firenze-Rimini; Cesenatico-Bologna; Piacenza-Torino. Un omaggio a un Paese in cui ciclismo è uno sport tra i più amati. E ad alcuni campioni che in queste terre sono nati.  Come Marco Pantani, miglior giovane del Tour nel 1994 e 1995, e vincitore nel 1998, con il trionfo sul Galibier, nello stesso anno in cui aveva conquistato anche il Giro d’Italia. Un’impresa epica che è stata ricordata durante la conferenza stampa con un video. A Pantani è dedicata la tappa Cesenatico-Bologna, che prende le mosse proprio dalla località sulla costa romagnola in cui il Pirata è vissuto e che ancora oggi ne custodisce orgogliosamente il ricordo.  E che arriverà al Colle di San Luca, già teatro della Grande Partenza del Giro d’Italia del 2019, dopo aver ripercorso parte del circuito dei Mondiali di Imola del 2020, tratti suggestivi che incantarono i telespettatori di ogni Paese.

E con Pantani, Gino Bartali, vincitore di due Tour de France nel 1938 e nel 1948, e Gastone Nencini sul podio nel 1960.  Ai due campionissimi toscani è stata dedicata la tappa Firenze-Rimini, con il passaggio davanti al museo Bartali a Ponte a Ema, la località che ha dato i natali al grande scalatore. Per concludere col tributo a Fausto Coppi, il campionissimo sul podio del Tour nel 1949 e nel 1952, e che sarà celebrato nella tappa Piacenza-Torino. Da qui – per l’esattezza da Pinerolo – i ciclisti del Tour ripartiranno per dirigersi in territorio francese. Sette campioni per 10 vittorie. La storia del Tour parla anche italiano. Tra i ciclisti italiani che hanno legato il loro nome al Tour de France vi sono anche Ottavio Bottecchia, nel 1924 e nel 1925, Felice Gimondi nel 1965 e Vincenzo Nibali nel 2014.

Le tappe emiliano-romagnole del Tour

Le tappe emiliano-romagnole del Tour sono state percorse dai giovani atleti di #inEmilia-Romagna Cycling team, la squadra di ciclismo under23 promossa da Apt Servizi. Un modo per testare le caratteristiche di percorsi che vedono, per quanto riguarda i 200 chilometri della Cesenatico-Bologna, un tratto pianeggiante lungo la Costa romagnola per poi lasciare il campo alle prime salite, in particolare quella di Cima Gallisterna nell’Imolese, per concludersi con le difficoltà dell’anello del Colle di San Luca con una pendenza del 10,6%. Si snodano interamente nel cuore della Pianura Padana i 225 chilometri della Piacenza-Torino, un tracciato pianeggiante che prende in prestito alcune strade dalla Milano-Sanremo, ideale per mettere alla prova soprattutto i velocisti. Prevalentemente appenninica invece la prima tappa Firenze-Rimini: 205 chilometri con un dislivello di quasi 4mila metri e una serie di ripide salite fino al passaggio nella Repubblica di San Marino, per poi dirigersi verso il mare di Rimini.

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