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Domenica, 1 Ottobre 2023
Processo Boccio

Processo Boccio, la lettera di Antonutti ai tifosi: "Io usato come voi. Peccato non aver indossato la vostra maglia"

Michele Antonutti, 36 anni, capitano della Pallacanestro Udine in A2), ha scritto una lettera ai tifosi biancorossi in occasione della nuova udienza del processo per la bancarotta della Fulgor Libertas

Doveva essere uno dei pilastri della Fulgor di Max Boccio, ma il progetto si sciolse come neve al sole, così come tutta società, estromessa dal campionato di A2 il 2 gennaio 2015 per sommersione debitoria e omesso pagamento degli stipendi. Michele Antonutti, 36 anni, capitano della Pallacanestro Udine in A2), ha scritto una lettera ai tifosi biancorossi a margine della nuova udienza del processo per la bancarotta della Fulgor Libertas, dove ha preso la parola lo stesso Boccio. Antonutti, che era stato anche proposto come teste, alla fine non ha effettuato una deposizione, ma ha scritto una lettera che però non è stata acquisita dal tribunale. Parole per esprimere "vicinanza" al popolo della palla a spicchi di Forlì, riavvolgendo il nastro a quando "sono stato chiamato a Forlì da Reggio Emilia, in cui ero capitano, al termine di una bellissima esperienza e pronto ad iniziarne una nuova con altrettanto entusiasmo".

Antonutti ricorda come Boccio abbia "tenuto a presentarmi ai tifosi", definendo quella giornata "gloriosa". Il desiderio "di vestire i colori della città e di spendermi per onorarla. Sono rimasto a disposizione per mesi, e ogni partita non giocata con l'incredulità di un nuovo rinvio, aspettando un tesseramento che non è mai arrivato. Sempre mi è stato detto che sarei entrato in campo, tante rassicurazioni sostanzialmente vuote. Non ho percepito un euro per l'ingaggio ed i mesi in cui sono rimasto a disposizione della squadra nè io nè il mio procuratore, e ho rischiato di perdere la stagione. Questo per un professionista che gioca nella massima serie è un grave danno".

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"Tutti i proclami che sono stati fatti sono stati disattesi e il mio contratto, che era addirittura biennale, non ha avuto alcun modo esecuzione, tante promesse e di fronte il nulla - prosegue amareggiato -. Tardivamente ho accettato l'impegno a Caserta, una squadra ultima in classifica e lontanissima dalla mia residenza, a cui ho potuto comunque dare il mio contributo con l'impegno di sempre e che avrei messo volentieri a disposizione della Fulgor Libertas. Sono molto vicino ai tifosi e alla città di Forlì, che mi ha accolto entusiasta e con cui ho condiviso questa esperienza: una esperienza che ha il sapore di un tradimento da noi subìto, di promesse falle al nostro indirizzo senza un seguito, di impegni presi verso di noi e non rispettati, nella mia e della vostra buona fede".

"Sono stato usato anche io, come voi, ed eravamo entrambi tutti pieni di fiducia - continua il cestista -. Il la mia disponibilità l'ho data tutta, credendo a ciò che era stato detto e scritto, perchè il contratto era stato firmato. Era ben presente e comprendeva due stagioni. Inutile dire che non mi era mai accaduto una cosa simile, e che anche successivamente non è mai più verificiata nella mia carriera. Quando gioco a Forlì il pubblico mi riconosce e mi saluta e questo calore mi conforta sempre. Peccato non aver indossato la vostra maglia, la mia maglia era già pronta ed i miei compagni anche. Mi aspettavano per quella discesa in campo". 

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