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Matteo Nannini prende le misure con la F3: "Il 2020 può essere di slancio per la mia carriera"

Sabato si trovava nella factory di Lyss per prendere le misure con la nuova monoposto che lo vedrà impegnato dall'1 al 3 marzo nei primi test sul tracciato di Sakhir

Si ritroverà nel paddock al fianco dei big della Formula Uno. Matteo Nannini, talento dell'automobilismo italiano, nel 2020 parteciperà nel campionato di F3 col team svizzero Jenzer Motorsport. Sabato si trovava nella factory di Lyss per prendere le misure con la nuova monoposto che lo vedrà impegnato dall'1 al 3 marzo nei primi test sul tracciato di Sakhir, in Bahrain, dove si disputerà il primo round del campionato.

Il forlivese, intervistato da Radio LiveGp.it, ha confessato di aver voluto fortemente la nuova categoria: "Questa sarà anche una scommessa per vedere chi le saprà interpretare meglio in breve tempo, essendo nuovi anche i miei compagni". Correre nei weekend di Formula Uno potrà riservare non poche opportunità: "Il 2020 può essere un anno di slancio per la mia carriera, un modo per valutare meglio le mie capacità, essendo il livello molto alto tra i piloti. La presenza in F3 dà molta visibilità e può permettere l’ingresso in una academy o di fare conoscenza con una casa automobilistica".

La stagione si annuncia "molto difficile". Nannini affronterà per la volta circuiti che hanno fatto la storia della F1, come Spa e Silverstone, ma la nuova sfida non preoccupato il campione 2019 della F4 degli Emirati Arabi: "Mi adatto sempre molto bene alle piste nuove". Il pilota di Forlì ha scelto la scuderia Jenzer per la sua crescita, con il quale ha già svolto in autunno due sessioni di test sul tracciato del Montmelò: "Mi sembra un team molto valido. La prossima stagione può essere quindi una buona vetrina e sono sicuro che potremo ottenere grandi risultati con la squadra”.

In attesa dell’apertura del semaforo verde ha ulteriormente modificato il proprio allenamento per essere da subito in forma e competitivo in pista. "Più si sale di categoria, più viene intensificato l’allenamento - spiega -. Quindi più ore in palestra, all’aperto, corsa e mountain bike nel mio caso. L’allenamento si basa sul collo, perché più la macchina è potente, più c’è da lavorare e il collo ne risente".

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