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Fulgor, contro Brescia l'ultimo appello salvezza

Senza Nardi, con Poletti e Natali non al top, le scorie della sconfitta shock di Jesi ancora in circolo, Forlì si presenterà alla partita di domenica contro Brescia con le spalle al muro: o vince o può cominciare a salutare la LegaDue

“Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso, signori miei, credetemi. Possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi oppure aprirci la strada lottando, verso la luce; possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta”. Al Pacino, nel memorabile film “Ogni maledetta domenica” o Nenad Vucinic negli spogliatoi del PalaFiera prima di Fulgor – Brescia? La risposta è fin troppo facile ma l'immagine di un coach e di una squadra con le spalle al muro, costretti all'impresa miracolosa sembra fatta su misura per questa MarcoPolo senza più alternative. Già perché dopo Jesi, le chance di salvezza sono al lumicino e lasciare domenica i due punti alla Leonessa potrebbe voler dire poter salutare la L2. Soprattutto perché le dirette contendenti alla salvezza, i team a quota +2 rispetto Forlì, avranno turni tosti: Sant'Antimo sarà ospite di Jesi e Bologna invece se la vedrà con la lanciatissima Scafati.

La sconfitta di Jesi e lo stop di Mike (per il capitano almeno due le settimane di stand-by ma è quasi certo che per lui la stagione sia già finita, ndr) sono stati brutti colpi – spiega il tecnico Nenad Vucinic –. Abbiamo però talento e carattere per rimetterci in piedi più forti di prima”. Su Brescia: “La Leonessa è buona squadra che arriverà gasata da una grande vittoria (in casa su Brindisi, ndr); può godere di profondità nelle rotazioni, sanno farsi valere nei momenti più difficili e in più hanno due ottimi americani, il nostro Lee Goldwire e l'ala Ryan Thompson”. Forlì, persi Freeman e Nardi, i fari dell'attacco, s'aggrapperà al neo acquisto Terrence Roderick: “T-Rod – cesella Vucinic – ha fatto una buona gara a Jesi e sta prendendo sempre più confidenza con i compagni; non possiamo aspettarci però sia lui a vincere le partite, anzi gli avversari gli prenderanno sempre più le misure. Tutti in squadra devono prendersi le proprie responsabilità, specie in difesa. Solo così potremo riprendere a vincere”. Importanti pedine nel risiko di domenica saranno Borsato, in veste di play titolare e il duo di pivot Poletti-Coleman, a dir poco deludente domenica scorsa: “Stefano ha già fatto bene in passato quando Nardi si è infortunato la prima volta, sappiamo che può ripetersi. Mitch e Coleman hanno fatto una prova sottotono a Jesi; abbiamo parlato a lungo; loro ne sono più che consapevoli e hanno voglia di rifarsi”. Alla luce dei problemi e della ricaduta di Nardi, alla domanda sull'opportunità di attendere il capitano, il tecnico biancorosso è fermo: “Assolutamente: Mike non solo è un ottimo giocatore ma è anche un leader; sostituirlo significava dar via un americano”.

Differenti le dichiarazioni del direttore sportivo, Nicola Alberani: “Pentito di aver atteso Nardi? Più che altro, di aver ceduto Tommaso Marino. Mentre altri team lavoravano per rafforzarsi, acquisendo ad esempio Bell, noi cedevamo Marino per pochi soldi. L'arrivo di Wanamaker poi ha esasperato il giocatore spingendolo ad andar via”. Frasi che collimano a stento con il dato di fatto che Wanamaker non sia precipitato dal cielo ma sia stato preso su indicazione della stessa parte tecnica della Fulgor (tradotto Vucinic-Alberani) per completare un progetto di squadra che vedeva un tris di USA nel perimetro (Nardi, Wanamaker, Freman). Poi - tolto che oggi avere Marino in rosa solleverebbe Borsato da compiti non suoi - risulta difficile spiegare perché la cessione del giocatore a Treviglio sia stata giustificata con l'insoddisfazione per le prestazioni offerte.

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