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Fulgor Libertas, è caos: i giocatori incrociano le braccia in attesa degli stipendi

Dopo tante, troppe promesse andate a vuoto, i biancorossi decidono di non allenarsi. Zizic e Becirovic restano a casa. Mentre Boccio vola a Londra nel tentativo (a oggi, a vuoto) di recuperare la liquidità per salvare la baracca.

Dopo tanto tuonare alla fine è piovuto. Per non dire, diluviato. Mille voci e altrettante promesse disilluse snocciolate da Max Boccio, si sono coagulate oggi pomeriggio, sul parquet del PalaFiera quando i biancorossi (assenti Andrija Zizic e Sani Becirovic cautelativamente restati a casa loro, rispettivamente Croazia e Slovenia, in attesa di buone nuove) hanno incrociato le braccia. Nel silenzio del PalaFiera, interrotto dal parlottare tra giocatori e le febbrili telefonate con i procuratori, i ragazzi in cerchio al centro del campo hanno detto “basta” e chiesto a gran voce alla società fatti, ovvero le due mensilità mancanti (settembre e ottobre) e la sistemazione in appartamento di tutti i tesserati. Fino a stasera, infatti, solo Bruttini, Carraretto e Becirovic hanno un tetto “vero” sotto cui alloggiare, peraltro precario dato che, a uno dei tre di cui sopra, sembrerebbe addirittura esser stata staccata l'elettricità causa mancato pagamento della bolletta.

A portare l'istanza della parte tecnica, tocca al diesse Lino Frattin: “Come già detto da Boccio, il problema è che manca liquidità. Speriamo la situazione possa risolversi a giorni; ovviamente i giocatori sono contrariati, in apprensione, e mi hanno esposto il loro disagio. Dire cosa accadrà è in ogni caso prematuro; vedremo nei prossimi giorni, la situazione va valutata ora dopo ora. Boccio lo sentiremo domattina (sperando in un segnale di fiducia) mentre sempre per domani è fissato l'appuntamento in palestra. I tre punti di penalizzazione? Ho in ufficio una ricevuta della banca del pagamento alla FIP datato 31 ottobre. Mi auguro facciano fede i timbri.”

Negli occhi l'amarezza e tanta rabbia ma Matteo Frassineti, da capitano, ci mette faccia e parole: “Non è successo nulla, mentre aspettavamo un segnale vero dalla società. Che, a questo punto, mandiamo noi: siamo professionisti - credo il campo l'abbia dimostrato - meritiamo di esser trattati come tali. E non parlo solo degli stipendi, qui mancano cose importanti per proseguire in modo quanto meno decoroso come un alloggio. Speriamo già domani di risolvere tutto e di poter rendere conto ai tanti che ci seguono con il gioco. Ovviamente ci dispiace, a me, da forlivese, per primo, ma ai colloqui ora devono seguire i fatti. Domenica, la partita? E' troppo lontano; tutto è così fluido che parlare oltre il domani è azzardato. Finché non sarà finita, daremo tutto però è una situazione pesante e così com'ero contento di tornare a Forlì per contribuire a un progetto di rinascita sarei terribilmente dispiaciuto non si realizzasse. Il dato oggettivo, comunque la vogliamo mettere, è che dopo tre mesi qui già si parla di fallimento. Immaginate come mi possa sentire.” A questo punto Max Boccio batta un colpo. Soprattutto batta cassa. Dimostri che il suo non è stato solo un gesto di “follia” ma il frutto lucido di progetto serio.

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