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I soldi non ci sono: la FulgorLibertas ad un passo dal precipizio

Situazione drammatica in casa biancorossa: senza soldi in cassaforte, le alternative sul tavolo sembrerebbero fallire già a fine mese o proseguire sperando nel miracolo estivo.

Dietro il sogno play-off, l'incubo peggiore: sparire dall'orizzonte del basket tricolore. Purtroppo – proprio mentre Roderick & Co. parevano ingranare la marcia giusta, quella da prime sei piazze – le peggiori ipotesi sul futuro della prima realtà sportiva forlivese, la seconda in Romagna per traino mediatico e pubblico dopo il Cesena Calcio, sembra proprio stiano diventando reltà. Ovvero che il manipolo di soci forti, preso atto del dietrofront dei nuovi sbandierati sponsor (Credito di Romagna per i senior e un misterioso altro marchio per il settore giovanile), all'idea di doversi sobbarcare in estate un'altra bagnata da almeno mezzo milione di euro oltre al pregresso e al budget per la squadra '13-'14, abbiano manifestato al pluri-presidente Giorgio Grazioso l'intenzione di tirare i remi in barca.

Uno scenario apocalittico che offrirebbe due sole opzioni, entrambe da gelare il sangue: mollare subito, a febbraio quando la FulgorLibertas dovrà saldare la seconda rata (40mila euro) di tasse alla Federazione (per intenderci quelle il cui tardato versamento ha portato all'esclusione di Napoli... allegria) o cedere qualche giocatore (Todic e Musso i più richiesti con il primo in ballo per Pesaro in caso di taglio di Mack e il passaportato “merce fine” in DnA) e tirare a campare fino a maggio sperando nel frattempo nel miracolo ovvero che si palesi il salvatore della patria o uno sponsor da 7 cifre.

Mercoledì – finalmente, diremmo, dopo mesi di sorrisoni, cappe di silenzio, ottimismo e quadretti pittati tra il perfetto e il paradossale stile Mulino Bianco; ma non il candido Mulino della rassicurante famigliola campagnol-borghese, bensì l'ultima versione da acido lisergico, quella di Antonio Banderas che sul tetto di un granaio, discute amabilmente con una gallina sulla genuinità di un prodotto industriale – si saprà esattamente quale destino attenda la FulgorLibertas: per le 15 è, infatti, indetta in via Zuelli una conferenza congiunta tra Grazioso e Maurizio Giannelli, ovvero chi doveva reperire fondi e far da collante tra parte tecnica e dirigenza.

Il manipolo di fedeli a Grazioso hanno provato a dare a Forlì quel che è di Forlì – una squadra anzitutto, professionistica poi, onestamente ambiziosa, degna di esser applaudita da uno tra i più bei pubblici della pallacanestro italiana – e di questo va dato loro pieno merito ma col senno del poi che vorremmo tanto non esercitare, gli errori e i millantati crediti sono stati davvero tanti.

Ad elencarli sommariamente si parte da Gino Natali vice presidente tanto operativo da salutare tutti appena messe le mani nei libri contabili societari; c'è poi la querelle Nenad Vucinic, con il coach confermato a voce a maggio e scaricato a luglio dietro versamento di una penale da 20mila euro; passaggio cruciale, la scelta (suicida a questo punto?) una volta salvata la società con il mutuo pluriennale, di non auto-retrocedersi in DnA per sistemare i conti ma proseguire lungo la strada del professionismo allestendo una squadra con un budget in parte scoperto; l'amichevole di lusso, regalo ai tifosi, mai vista e che probabilmente mai si vedrà; l'essersi aggrappati a una scommessa: all'arrivo in corsa di sostenitori e sponsor.

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