MotoGp, straordinario Marquez a Indy. Dovi rallentato dalle gomme: solo 7°
La vittoria è andata a Marc Marquez, al suo decimo successo stagionale, emulando un mito come Giacomo Agostini, che nel 1968, 1969 e 1970 salì consecutivamente sul gradino più alto del podio nelle prime dieci gare
Dopo l'exploit in qualifica, fin da subito ha ridimensionato le ambizioni da podio: "In gara sarà dura. Purtroppo dopo pochi giri le gomme calano davvero tanto e per noi diventa tutto più complicato". E le previsioni di Andrea Dovizioso per il Gran Premio di Indianapolis sono state ampiamente confermate. Dopo una brillante prima metà di gara, il forlivese della Ducati ha dovuto fare i conti con una graduale diminuzione delle prestazioni dei suoi pneumatici, non andando oltre il settimo posto.
La vittoria è andata a Marc Marquez, al suo decimo successo stagionale, emulando un mito come Giacomo Agostini, che nel 1968, 1969 e 1970 salì consecutivamente sul gradino più alto del podio nelle prime dieci gare. Il portacolori della Honda ha lasciato sfogare prima le Yamaha di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo; poi, con un sorpasso magistrale alla curva 1, si è fatto beffa dei due principali antagonisti della sfida a stelle e strisce.
Marquez ha tagliato il traguardo della brickyard per distacco, precedendo le Yamaha di Lorenzo e Rossi. Solo quarto un opaco Dani Pedrosa, che a sua volta ha preceduto le Yamaha del team Tech 3 di Pol Espargaro e Bradley Smith. Dovizioso è stato penalizzato dal rendimento dei pneumatici. Un gran peccato, perchè nella prima parte di gara faceva parte del gruppetto dei migliori.
"Dobbiamo essere comunque contenti - ha commentato il portacolori della Ducati -. Anche se il distacco finale è di venti secondi e non siamo riusciti a combattere fino alla fine, lasciamo Indianapolis abbastanza soddisfatti perché siamo stati più veloci. Purtroppo la gomma è calata tanto e sono stato costretto ad usare molta forza, ma nei primi giri è stato divertente combattere in testa al gruppo: c’è stato anche qualche contatto molto aggressivo ma ci poteva stare, perché io ero il quinto incomodo e nessuno voleva perdere il treno di Marquez. Stiamo continuando a lavorare nella direzione giusta, e credo che anche la nostra prestazione lo abbia dimostrato.”