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Unieuro, Campori: "Il primo posto è tanta roba! Ora dobbiamo lavorare sulla tenuta mentale delle partite"

L'INTERVISTA - "Mi sento più a mio agio in campo, magari l'anno scorso avevo alcune partite in cui cercavo solo di entrare e di non sbagliare"

Il primo posto ottenuto in regular season è motivo d'orgoglio per la Pallacanestro 2.015 e per la città di Forlì. In attesa dell'ultimo impegno a San Severo di domenica alle 17 prima delle partite del "gruppo bianco", a cui prenderanno parte le prime tre del girone rosso e di quello verde, abbiamo ripercorso assieme al forlimpopolese Luca Campori la stagione in atto, con un inevitabile sguardo verso il rush finale che partirà domenica 25 aprile.

Campori, siete riusciti a smaltire la delusione per la prematura eliminazione dalla Coppa Italia?
"Sì, dopo l'eliminazione abbiamo avuto un po' di pausa per allenarci, alcuni giorni liberi per rilassarci mentalmente perché comunque l'amarezza era tanta, poi allenandoci abbiamo cercato di limare tutti gli errori che avevano fatto nascere la sconfitta". 

La recente pausa è stata utile per ricaricare le pile in vista dell'intenso finale di stagione?
"Esatto, questo è il periodo in cui bisogna mettere su un po' di fiato, abbiamo fatto molto lavoro. Avendo iniziato a settembre senza mai fermarci, prendersi due-tre giorni serve anche mentalmente".

Cosa significa, per una città come Forlì e per lei che è di Forlimpopoli, il primo posto in regular season?
"Significa tanta roba... se pensiamo a come eravamo messi 7-8 anni fa, tra i fallimenti e le quasi retrocessioni, ritrovarci oggi primi nel girone di A2 è emozionante, e in questo bisogna fare i complimenti alla società, che passo dopo passo ci ha portati a raggiungere questo traguardo".

Su cosa dovete lavorare per ottenere il salto di categoria?
"Come squadra dobbiamo lavorare sicuramente sulla tenuta mentale delle partite, perché abbiamo alcuni momenti nei quali ci spegniamo, o magari se non ci vengono due-tre cose che avevamo programmato stacchiamo un po' la spina. Questo, soprattutto durante i playoff, sarà fondamentale, perché magari giocheremo contro squadre che non ci permetteranno di fare quegli errori. Poi quest'anno ci vuole fortuna, perché con questo Covid non si sa mai cosa possa succedere: qualche positività ai playoff diventerebbe un problema. Ci vorranno queste due cose, una dipende da noi e l'altra dipende dal caso".

Rispetto a un anno fa, in cosa si sente migliorato e quali sono i fondamentali nei quali vuole migliorare?
"Mi sento più a mio agio in campo, magari l'anno scorso avevo alcune partite in cui cercavo solo di entrare e di non sbagliare. Quest'anno mi sto prendendo più responsabilità in attacco. Vorrei migliorare nella capacità di incidere maggiormente in attacco, è la parte del gioco che attualmente mi manca un po' di più".

Tra le "big" del girone verde, quali pensa possa essere quella che potrà darvi più fastidio nel gruppo bianco?
"Sulla carta Torino, è una squadra profonda, lunga e con ottimi giocatori. Poi sicuramente c'è Derthona, in fase calante ma che nel girone d'andata praticamente non ha perso una partita. Queste sono le squadre che mi impensieriscono di più".

Quanto rammarico c'è per l'assenza del pubblico nei palazzetti, in una stagione dove in casa avete sempre vinto?
"Tantissimo, ma più che altro mi dispiace per i miei compagni. Io ho la fortuna di sapere cosa significhi giocare a Forlì e del calore col palazzetto pieno, invece molti di loro purtroppo non hanno avuto l'opportunità e l'onore di provare cosa significhi giocare davanti a 5mila persone. Il rammarico è tantissimo, a Forlì hai praticamente il sesto uomo in campo, perché giocare con 5mila persone che ti incitano o che infastidiscono l'altra squadra cambia".

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