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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Vela, tempesta si abbatte sulla "Ostar": tratto in salvo il forlivese Michele Zambelli

Zambelli, dopo aver rassicurato sulle sue condizioni fisiche, è stato soccorso da un elicottero della marina militare canadese

Paura per il forlivese Michele Zambelli, impegnato nella Ostar, 3000 miglia in solitari da Plymouth (Inghilterra) a Newport (Usa). Lo skipper, socio del Club Nautico di Rimini, è stato costretto ad abbandonare il suo Illumia 12, la barca più piccola della flotta, danneggiata da un oggetto galleggiante. Zambelli, dopo aver rassicurato sulle sue condizioni fisiche, è stato soccorso da un elicottero della marina militare canadese, che lo ha prelevato domenica mattina dopo il mayday lanciato nella nottata tra sabato e domenica. La tempesta è stata particolarmente violenta con venti superiori ai 60 nodi e onde alte oltre cinque metri (atri concorrenti sono stati costretti ad abbandonare la regata per i danni subìti dal maltempo), ma Zambelli ne era uscito praticamente indenne.

Partita da Plymouth il 29 maggio, la flotta delle 21 barche iscritte ha subito incontrato quella che in gergo si chiama depressione, zona di bassa pressione dove i venti soffiano forte e il mare è molto impegnativo. Zambelli aveva subito preso la posizione tra il gruppo di testa, tenendo una buona posizione con barche di diversi metri più grandi di Illumia 12, dimostrando ancora una volta di avere la stoffa per queste navigazioni oceaniche in solitario. La strategia era infatti quella cercare di intrepretare al meglio il meteo per passare da una depressione all’altra sfruttando il vento a favore e sfuggendo dal vento contrario. Il forlivese ha infatti puntato subito verso la rotta più a Nord che lo ha portato ad affrontare una navigazione difficile, ma che lo avrebbe poi agevolato nei giorni successivi entrando in una zona di venti favorevoli. Era stata infatti la scelta giusta, che l'aveva portato fino alla terza posizione nella classifica Gipsy Moth, categoria in compensato: si trovava a circa 1300 miglia dall’arrivo a Newport, traguardo della Ostar.

"La barca dopo la tempesta era perfetta, - dichiara Michele Zambelli con un messaggio – stava benissimo. Domenic anotte, verso le 4 della mattina, una forte collisione con un oggetto galleggiante e non identificato ha colpito la chiglia della barca, che dopo pochi minuti si è definitivamente staccata. La barca si è subito riempita di acqua ghiacciata ed era impossibile navigare". I soccorsi si sono mobilitati immediatamente con l’invio di un elicottero partito dalla Royal Canadian Air Force e dopo circa 6 ore lo skipper è stato recuperato e portato a St. John’s di Terranova a bordo di un CH-149 Cormorant, elicotteri specializzati nel recupero in mare. Solo dopo essere arrivato a terra ha inviato un primo resoconto su quello che era successo.

Ostar, la sua storia - La Trans-Atlantic-Race nasce dall’idea Herbert "Blondie" Halser nel 1956 ma partirà, organizzata dal Royal Western yacht Club di Playmuth, solo nel 1960 dopo che lo sponsor, il quotidiano britannico Observer, accetta la partnership diventando così "The Observer Single-Handed Trans-Atlantic Race" o meglio conosciuta come "Ostar”.Nel corso degli anni e del susseguirsi di altri sponsor sarà rinominata Cstar, Europe 1 Star, e 1 New Man Star Europa. L’11 giugno del 1960, alla prima edizione della Ostar, 5 concorrenti lasciano la boa di Melampus a dritta per prendere il largo fino a raggiungere New York, liberi di scegliere la rotta migliore per tagliare il traguardo. Sarà Sir Francis Chichester con il suo Gipsy Moth III a tagliare per primo il traguardo di New York dopo 40 giorni di navigazione. L’ultimo fu il francese Lacombe che impiegò 76 giorni a bordo del suo Cap Horn di soli 6 metri e 50. Nel 1962 la vittoria di Tabarly, nella seconda edizione, fa crescere maggiormente l’interesse verso questa regata che decretò il navigatore bretone un Eroe nazionale con il conferimento della Legione D’Onore.

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