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Unieuro, il pagellone della stagione: bocciati Vico e Garelli. Tifosi da 10

Chiusa la stagione, ForlìToday, attraverso l'esperto Francesco Mazza, dà i voti a questa stagione sudata, ma che alla fine si è risolta con un urlo liberatorio di felicità

La stagione in A2 dell'Unieuro Pallacanestro Forlì 2.015 va in archivio con un turbinio di emozioni. Un inizio a bomba, con 6 punti in quattro partite, poi il buio e l'incubo della retrocessione. L'avvicendamento in panchina, la lotta per evitare l'ultima posizione ed una salvezza arrivata ai playout grazie alla spinta di un pubblico da 10. Chiusa la stagione, ForlìToday, attraverso l'esperto Francesco Mazza, dà i voti a questa stagione sudata, ma che alla fine si è risolta con un urlo liberatorio di felicità.

IL PAGELLONE, di Francesco Mazza

Michele Ferri
E’ il primo a masticare amaro per una stagione nata storta, cocciutamente raddrizzata nel finale. Partito con i gradi di capitano e titolare, la rivoluzione post Garelli lo vede tra i primi sacrificati. Paga il brutale impatto fisico con il piano di sopra e la progressiva uscita di scena della stella e faro offensivo della truppa ai suoi comandi: Wayne Blackshear.  Si riscatta con un play-out d’acciaio e presenza nei momenti clou. 
Conferma o addio? – Fosse il Ferri dei play-out, salendo dalla panca, sarebbe la giusta addizione di fosforo per una regia che dovrebbe, comunque, esser di una spanna sopra (il cambio di un Naimy per dirla tutta). Il saluto al PalaGalassi al termine di gara 4 è parso troppo carico di pathos per non assomigliare ad un addio. 
Voto – La media tra il 5 del campionato e il 7 dei play-out: 6.

Ogoluwa Adegboye
Il play anglo-nigeriano – più realizzatore che geometra – arriva da sponde elleniche per alzare di due tacche la pericolosità offensiva biancorossa. Quasi 17 punti di media con il 54% da 2 e il 43% dalla periferia, in 9 partite, ritraggono un giocatore perfetto per l’obiettivo. Arma tattica sui piccoli avversari più pericolosi, nella serie con Chieti alleggerisce di parecchie responsabilità Melvin Johnson dimostrandosi decisivo per centrare la permanenza in A2.       
Conferma o addio? – Difficile rivederlo a Forlì. Più facile in squadre di livello superiore dove, proprio per il tasso atletico maggiore, l’intensità di gioco conta più del playmaking puro.   
Voto – 7,5

Francesco Paolin
Si nutrivano grandi speranze per la giovane (ma neanche tanto) guardia. La faccia tosta che rapì mezzo PalaGalassi nella serie promozione contro Borgosesia si è però vista solo all'esordio assoluto, al torneo estivo di Cervia. Poi? Poi una lenta maturazione passata attraverso le stagioni di freddo garelliano e la primavera di Valli. Solo nei play-out, è riemerso dall'impalpabilità statistica. Come un po' tutto il roster assemblato in gran fretta in estate. 
Conferma o addio? – Nessuno scandalo se Valli opterà per under di sicuro rendimento. 
Voto – 6 motivazionale: deve e può dare di più. 

Davide Bonacini
Da uomo delle missioni speciali a collante nei quintetti di Valli. Senza Reati, “Bonna” occupa stabilmente una casella negli starting five della seconda metà della stagione regolare e dei play-out. Difesa e fiammate offensive diventano la sua cifra. Un marchio a fuoco sulla salvezza. I mezzi fisici ci sono, l’indole da guastatore pure ma qualche passaggio a vuoto di troppo denotano che c’è da lavorare soprattutto dal punto di vista dell’approccio alla partita.           
Conferma o addio? – Si è guadagnato una chance permanenza.
Voto – 7
 
Melvin Johnson
Dopo le delusioni varesine (fin da subito ai margini delle rotazioni) cerca e trova il riscatto scendendo, a fine gennaio, in A2. Accolto come il salvatore sfoggia qualità da futuro top player in Europa: palleggia nello spazio di una tavola del parquet, meccanica di tiro sopraffina, spiccata maturità (inusuale per un rookie). Valli gli consegna le chiavi dell’attacco e lui si conferma il realizzatore che mancava all’Unieuro diventando il perno imprescindibile nella cavalcata salvezza. 
Conferma o addio? – Il dubbio aleggiava già prima della felice conclusione della serie con Chieti: ripartire da lui? Il ragionamento è complesso, le variabili molte. Economicamente, professionalmente (perché restare in A2 se si è dimostrato di valere le prime serie?), tecnicamente (al suo fianco, è evidente, ci vorrebbe un altro terminale di spessore per sollevarlo dalle attenzioni delle difese).
Voto – Nella serie contro Chieti, flette (dai 20 punti di media della regular season scende a 17) ma è 8. 

Davide Reati
Primo colpo del mercato di riparazione, approda a dicembre da Tortona. L’esordio a Mantova è col botto: l’Unieuro perde ma lui insacca 16 punti con 4 triple, 7 rimbalzi e 2 assist. Dalla piazza si levano gli alleluja: finalmente nel perimetro c’è uno scassinatore di difese. Le lodi evaporano in appena 7 partite giocate, tutte in calando, colpa un serio infortunio al polso e il pieno marasma tecnico dato dall’avvicendamento Garelli-Valli.    
Conferma o addio? – In tasca ha un altro anno e tutta l’estate per recuperare la condizione persa dopo l’operazione. A scanso di sorprese resterà, a seconda delle ambizioni o titolare o in panca.  
Voto – Non giudicabile

Simone Pierich
Anima pugnante di Forlì. Come lui, nessuno tiene di più alla causa biancorossa. Sprona i compagni e spara consigli da vero leader dello spogliatoio. Il campo lo vede meno protagonista delle attese. L’età non mente e prolungati problemi fisici gli fanno raggiungere tardi la condizione ottimale.
Conferma o addio? – Valutazione complessa, forse più di cuore che di sostanza. Se in estate arrivassero un paio di under di sicuro impatto, a Forlì, un motivatore tra i 10 potrebbe esser più che utile. Al contrario l’accordo con Pierich non sarà prolungato.  
Voto – 6

Riccardo Castelli
Il tipico giocatore che odi quando te lo trovi come avversario ma faresti a botte per avere la sua canotta in regalo a fine campionato. Da Udine con furore, la PF 2.015 lo firma a metà febbraio fresco di recupero da un infortunio ma buona fibra non mente: la sua intensità difensiva cambia il genoma Unieuro che, di colpo, mostra amalgama di livello A2.     
Conferma o addio? – Prototipo del giocatore tipo per Valli e già sotto contratto. Ci sono dubbi che sarà uno dei punti fermi della nuova PF 2.015?
Voto – Un paio di match non al massimo, un perdurante problema nella gestione dei falli non limano un bel 7,5

Ryan Amoroso
Il centro di peso coi punti nelle mani che all’Unieuro serviva più dell’ossigeno, ha la targa argentina del Ferro Carril Oeste. L’asse con Ogo Adegboye funziona anche se il pivot un po’ più di cattiveria dovrebbe usarla. Fatica con i pari ruolo duri e tosti (tipo il teatino Mortellaro). Si alza sopra la sufficienza sfoderando un play-out di ottima fattura.  
Conferma o addio? – Lo spot di passaportato potrebbe essere il suo. Tutto è legato però al contorno: considerando la predilezione di Ryan a giocare in bilico tra il ruolo di ala alta e quello di pivot, converrà affidare la regia a un comunitario e lasciare gli slot per gli USA a guardia e centro? 
Voto – 7    

Iba Thiam
Energia e buona volontà non bastano a farne un giocatore da inserire stabilmente in rotazione. Per forgiare, dare una direzione alla sua prorompente verticalità, serviranno altri immersioni nelle acque torbide delle minors, un coach-maestro che lo segua e gli insegni basket, nessun altro obiettivo se non quello di migliorare.
Conferma o addio? – Come per Paolin potrebbe esser sacrificato per atleti più pronti all’A2.  
Voto – Ha dato quanto poteva, 6

Paolo Rotondo 
Come Ferri retrocede di una posizione cammin facendo: dal quintetto alle assi di pino. Buona mano (anche da 3 quando Forlì, in picchiata, tentava ogni carta tattica per risollevare un attacco a dir poco stitico), difetta però di quella rabbia agonistica che gli consentirebbe di compensare la mancanza di kg rispetto ad avversari di stazza doppia. Gli artigli li sfodera nella serie con Chieti dove il suo apporto è decisivo.  
Conferma o addio? – Ha messo su famiglia a Forlì, lui resterebbe senza dubbio ma difficile riproporlo per il terzo anno di fila. 
Voto – 5,5
   
Seba Vico
Paradossalmente la scommessa estiva più rischiosa ma che, chiunque, avrebbe fatto. Dare al bomber della B le chiavi dell’attacco Unieuro si è rivelato, purtroppo, un azzardo. Zavorrato dalle attese e dalle condizioni fisiche mai al 100%, Seba non ha avuto tempo né modo per trovare feeling con una A2 che ogni maledetta domenica lo metteva davanti a giocatori atleticamente (e spesso tecnicamente) superiori. Inevitabile la “discesa” in B, a Cento, dove l’ennesimo stop fisico lo ha tolto dal suo habitat naturale: la bagarre.    
Voto – Gran cuore, gran impegno, gran affetto (corrisposto) per Forlì ma è… 5

Jeffrey Crockett
Atleta prima ancora che cestista, spazza via le perplessità sul suo impatto (lui che a Tortona non aveva stupito ed era reduce da una stagione in Svizzera) giocando un più che discreto stralcio di stagione biancorossa: poca difesa ma quasi 17 punti di media e 8 rimbalzi in 19 gare. Perfetto in un assetto veloce, dove l’attacco graviti sul perimetro e sotto il canestro ci sia un pivot di grande sostanza a fare densità. A Forlì non c’era nulla di tutto ciò. Scontato il passaggio ad altro lido, in particolare ad Trapani (girone Ovest)         
Voto – 7

Wayne Blackshear 
Prospettone da Eurolega, campione Ncaa con Louisville dove matura sotto le bacchettate di un guru come Rick Pitino. Si ambienta giocando nel 2015 a Pistoia, in A1, un’annata non stratosferica, appesantita da un infortunio al polso. Che ci fa a Forlì uno così? Nel dubbio, l’ingente investimento Unieuro per il più forte USA dell’A2, è ripagato solo nelle prime quattro uscite (tre vittorie con quasi 25 punti ad allacciata). Poi il lento scivolare nel grigiume che avviluppa tutta la squadra, in balia di un edema osseo che ne compromette la stagione. Forlì lo aspetta più del dovuto, sperando in un miracolo. La rescissione del contratto in marzo coincide con il lento recupero romagnolo.
Voto – Con l’A2 centra nulla, peccato possa dimostrarlo solo in avvio campionato… 7     
    
Francesco Infante
Attaccante di qualità, difensore rivedibile. Con l’approdo di Ryan Amoroso, nel gioco dei vasi comunicanti, è ceduto a Recanati, diretta avversaria in chiave salvezza. Una scelta, col senno di poi, non azzeccatissima visto che in casa leopardiana il centro, pur non facendo meraviglie, diventa riferimento. Ancor meno azzeccate, le sue frecciate polemiche via facebook verso l’ex società e gli ex coach. Parole che gli sono valse e gli varranno a lungo i fischi e gli sfottò del pubblico romagnolo.         
Voto – 5 

Luigi Garelli 
Lasciato troppo solo, si avviluppa nelle dinamiche poco sane e per nulla produttive del “faccio tutto io”: crea la squadra, l’allena, tiene relazioni societarie. Una posizione potabile quando davanti, la domenica, con tutto il rispetto, c’è il Bottegone. Non la Virtus Bologna. Il destino ci mette il carico da 90 con l’infortunio a Wayne Blackshear su cui – colpa delle colpe – si era edificato tutto il castello romagnolo. L’esonero è la logica conseguenza di un rapporto ormai usurato con giocatori e parte del pubblico. 
Conferma o addio? – Si ipotizzava, tempo fa, per lui un ruolo da general manager. Ma davvero un coach vincente e di carattere appenderebbe la lavagnetta al chiodo per sedersi in parterre?
Voto – Potrebbe essere 4 per la messe di scommesse fallite. Il voto si alza per il computo della sfortuna subita e della scelta (anche questa sua) di affidare le redini a Giorgio Valli. Alla fine è 4,5

Giorgio Valli
Si butta in un’avventura che potenzialmente poteva affossarne la carriera. Si prodiga per un cambio tattico radicale (4 pezzi del quintetto, mica bruscolini) e comincia a predicare un verbo fatto di dedizione, lavoro, difesa. Il principio non è da sorrisi (7 perse su 7), poi l’Unieuro carbura e a, un passo dall’impresa della salvezza diretta, inciampa in Mantova e Imola, rimandando tutto ai play-out. Dove Forlì fa tremare Scafati e domina Chieti.
Conferma o addio? –  “Non ho altro nome per la nostra panchina che quello di Valli”. Il Presidente Nicosanti è stato chiaro. Che poi il tecnico modenese possa tornare nel mirino di team di A1, questo è altro tema. Le lacrime di gratitudine e felicità, a fine gara4, trattenute a stento, dovrebbero assicurarne la permanenza.
Voto – 7,5

La Società
Il peccato (per fortuna non mortale) della dirigenza: non percepire, in estate, l’abisso che c’è tra B e A2; lasciare che tutto il peso di un’impresa titanica come affrontare da novellini la seconda serie tricolore gravasse su Garelli, ha rischiato di far cappottare il progetto e gli investimenti. La rivoluzione, pagata salata, non è stata solo portare Valli in panca assecondandone le richieste tecniche (dentro Adegboye, Johnson, Amoroso, Castelli) ma prender coscienza dei propri errori. Nicosanti e soci sanno che serve, da subito, una corposa operazione di mercato a livello dirigenziale per dare gambe al mea culpa: a Forlì urgono un General manager di spessore (e possibilmente portatore di malizie tali da evitare scivoloni come il ritardato tesseramento di Ryan Amoroso…) e un Direttore sportivo con talento. La piazza di Forlì ha le potenzialità per fare 4.000 spettatori fissi, non cogliere questa occasione, sarebbe, questo sì, mortale.
Voto – 6,5

Pubblico
Trovate 3.000 e passa persone che pagano un biglietto per tifare una squadra allo sbaraglio. Trovatene 700 che scendono fino ad Ancona per una partita tra team prossimi al naufragio. La Federazione – cui evidentemente piacciono di più i deserti o i micro-impianti – non premia l’amore disperatissimo che Forlì prova per la sua Pallacanestro 2.015, arrivando, senza senso alcuno, perfino a squalificare il campo per presunti cori razzisti. 
Voto – 10
 

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