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L'Unieuro fuori dai playoff, Pasquali: "Io primo responsabile, ma non parlatemi di flop degli americani"

L'INTERVISTA - "Quest'anno abbiamo finito una stagione regolare primi: nonostante questo sono state criticate le scelte degli americani. Come abbiamo fatto a conseguire questi risultati?"

Il direttore generale della Pallacanestro 2.015 Renato Pasquali è un fiume in piena. Ogni spunto per lui è un'occasione per ritrattare la stagione dell'Unieuro, bruscamente chiusa in gara4 al primo turno di playoff contro l'Atlante Eurobasket Roma. Le considerazioni sul passato sono numerose, ma è ancora prematuro parlare della stagione che verrà per la società biancorossa.

Pasquali, come giudica la stagione della squadra?
"Esprimere un giudizio che si basi solamente sull'ultimo mese è un po' ingeneroso. La squadra si è fermata prima degli obiettivi che ci eravamo prefissati, ci aspettavamo qualcosa di più. Va detto che, con grande sorpresa ci siamo trovati a fine marzo con un giocatore che è stato l'Mvp, l'allenatore che è stato il migliore del girone d'andata, la squadra prima in classifica, fino a lì nessuno aveva trovato nulla da eccepire per quanto riguarda le scelte, i risultati e la qualità del gioco, della squadra e dei singoli, anche se magari qualcuno non aveva espresso dei valori massimi. Poi dopo la Coppa Italia le cose sono cambiate con qualche infortunio, parlo di Bruttini e Natali e del problema di Erik Rush che sembrava risolto. Siamo tutti arrabbiati e delusi, se dovessimo tirare le somme oggi parleremmo di una stagione che è stata un disastro, e invece abbiamo fatto anche una parte di stagione ad altissimo livello".

Da cosa si deve ripartire dopo una batosta come quella di Roma?
"Da una pausa di riflessione, da farci passare un po' l'upset, e dopodiché a mente libera si cerca di capire perché si è arrivati a questa situazione e cosa si potesse evitare, per poi fare le scelte per il futuro".

Cosa ha portato Roderick a vivere un'involuzione così palese dopo la regular season?
"Una domanda al quale non so rispondere, perché il giocatore in allenamento non dava il segnale di poter andare in quella direzione, anzi il suo impegno è stato migliore rispetto alla prima parte del campionato. Lui stesso si rendeva conto che le sue prestazioni non erano di buon livello, e non abbiamo trovato nulla di cui lamentarci per come si allenava, si aspettava solo che fosse un momento di flessione come capita a tanti giocatori. Solo che questo momento di flessione poi sembrava che fosse finito quando abbiamo giocato a Torino, dove vincemmo e lui fece un'ottima partita. Pensavamo che tutto fosse passato, poi invece tornammo a casa per giocare contro Udine e successe quello che successe (l'espulsione con 3 giornate di squalifica, poi tolte, ndr).

E invece...
Questo episodio ha svoltato poi quella che era la sua linea di prestazione. 15 giorni prima che iniziassero i playoff, ci fu la prestazione di Torino della squadra e dei singoli, che ci faceva credere di recuperare e di essere in crescita: avevamo perso a Udine combattendo fino alla fine, vinto in casa con Tortona, vinto a Torino con una grande prestazione, quindi fino a quel punto lì, alla fine del girone d'andata della fase a orologio, sembrava che la macchina si fosse messa a correre come prima. Poi dopo abbiamo perso con Udine, a Tortona ai supplementari e poi lo svacco totale con Torino all'ultima di andata. Già lì avevamo scoperto quanto fosse importante Rush per questa squadra, sembrava un buon giocatore, e invece è un giocatore il cui peso è notevole, sia dal punto di vista atletico, fisico, che della qualità del gioco.

Senza Rush sono infatti cominciati i guai della Pieffe 2.015...
Dire che tutto è venuto a succedere perché non c'era Rush, sarebbe eccessivo. Cronologicamente la storia è questa: fino alla fine dell'andata della seconda fase, la squadra era quella che volevamo, non c'erano avvisaglie che potessero dirci 'attenzione', è successo dopo quando si è fatto male Rush contro Tortona.

Quindi siete intervenuti sul mercato...
Se devi sostituire un giocatore, sostituisci quello infortunato: uno ne potevamo sostituire, è in quel momento l'unico che avevamo la sensazione che non avrebbe potuto aiutarci forse per tutto il playoff era Rush; quindi siamo intervenuti sul mercato, che non offriva quasi niente dal punto di vista degli italiani, e pochissimo da quello degli stranieri, che non sono mai andati a casa per le conseguenze del covid, col desiderio di riabbracciare le famiglie. E' stato difficile convincere qualcuno a rimanere o a tornare qui rispetto a quelli che erano andati a casa. Per cui, la scelta sul mercato non è stata fra più figure: alla fine abbiamo ripiegato sull'unica che ha accettato di venire. Il punto era: lo prendiamo lo stesso e abbiamo comunque un giocatore in più, oppure non prendiamo nessuno? Diciamo che la società è stata encomiabile da questo punto di vista perché si è fatta carico ancora di costi, pur venendo da una situazione già molto onerosa. Abbiamo preso l'unico giocatore disponibile che potesse arrivare in tempo utile per essere tesserato, poi siamo stati sfortunati perché l'idea era di andare su un giocatore diverso, e che non è potuto partire a causa del risultato di un tampone mai arrivato. Se fossimo stati un pizzico più fortunati forse avremmo preso un giocatore più adatto alle nostre esigenze".

Come spiega il flop degli americani giunti nelle ultime stagioni a Forlì?
"Io non parlo di flop degli americani perché Roderick è stato l'Mvp del girone di andata. A marzo eravamo tutti convinti che fosse il valore aggiunto quest'anno. Rush è un giocatore che vorremmo tenere anche in futuro, perché ha dimostrato solidità e continuità di rendimento. Su Lawson si spellavano tutti le mani quando lo abbiamo preso, dicevano che fosse 'un colpo della Madonna': non lo è stato, ma dopo però. Vorrei sapere se, quando a Forlì è stato proposto di prendere Lawson o un giocatore qualsiasi, la gente avesse detto di no. Poi dopo, a cose fatte, prenderlo è stato un errore, perché non è un giocatore che si carica la squadra sulle spalle. Si parlava comunque di un buon giocatore, che ha vinto un campionato, che ha fatto l'A1 con dei numeri importanti. Col senno di poi, non va bene niente. Io so solo che questa società ogni anno ha fatto un passo in avanti, aumentato il pubblico al palazzetto, migliorato la posizione in classifica. Negli ultimi 4 anni siamo passati dalla salvezza all'ultima partita all'anno scorso che eravamo secondi in classifica, prima di essere stoppati dal lockdown. Quest'anno abbiamo finito una stagione regolare primi: nonostante questo sono state criticate le scelte degli americani. Come abbiamo fatto a conseguire questi risultati?"

Il lavoro svolto da coach Dell'Agnello gli vale la riconferma per il prossimo anno?
"Non voglio rispondere a questa domanda perché non abbiamo preso nessuna decisione su nessun allenatore e nessun giocatore. In questo momento la posizione della società è di rimanere in attesa aspettando che passi la delusione. Dopodiché si faranno delle valutazioni, si cercherà di capire quali possano essere state le cause, le responsabilità e dopodiché si prenderanno delle decisioni. Tutti abbiamo sbagliato, tutti quanti siamo responsabili, me per primo. Di mandare dei messaggini come ha fatto qualche presidente di calcio per licenziare l'allenatore il giorno dopo dell'ultima partita perché non si è qualificato per la Champions (il tweet del presidente del Napoli De Laurentiis per esonerare mister Rino Gattuso, ndr), sembra veramente una cosa da dilettanti. Penso che le cose vadano valutate a mente serena, poi si deciderà, anche perché credo che tutte le piazze pensino che quando non si vince il campionato, una testa debba sempre cadere. E questo è il motivo per cui in Italia non si costruisce mai, bisogna sempre trovare il colpevole. L'idea sarebbe quella di dire: facciamo tesoro degli errori e proviamo a evitare di farli anche dopo, tanto si fanno continuamente. Faccio un esempio su tutti: cinque anni fa a Torino abbiamo vinto il campionato, Verona che aveva dominato la stagione regolare è uscita ai quarti di finale contro Agrigento, la squadra che noi abbiamo eliminato in finale. Mandano via l'allenatore subito: oggi, se vado a vedere cosa è successo a Verona negli ultimi 5 anni dopo Ramagli, sono tutte delle grandi delusioni. E quest'anno cosa fa Verona? Riprende Ramagli, e lo mette già sotto contratto anche per il prossimo anno. Non era meglio pensarci prima 5 anni fa, farsi prendere meno dall'arrabbiatura e magari valutare con più serenità?".

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